QUANDO VITTORIO ROSSELLO RACCONTA... GALLERY

STORIA | 09/12/2015 | 07:58
Tra poco più di un mese compirà 90 anni. E’ uno degli ultimi “dinosauri” ad aver corso dentro la favola del nostro sport. Vittorio Rossello vive con la moglie ad Albisola e ci ha raccontato il suo ciclismo.

«Sono nato a Stella San Giovanni (il paese del “Presidentissimo” Sandro Pertini) il 28 gennaio1926. Ho incominciato prima della guerra ad andare in bicicletta quando mi servivo di questo mezzo per andare a lavorare a Savona come aiuto meccanico. Una cinquantina di chilometri al giorno tra andata e ritorno. Le prime volte la salita per arrivare in paese mi sembrava durissima ma dopo qualche mese “volavo”. Una volta mi capitò di superare anche la corriera di linea e un viaggiatore, ricordo il nome, si chiamava Checchucci ed era un dirigente di ciclismo di Varazze, mi avvicinò per chiedermi se avessi voluto fare qualche corsetta con gli altri ragazzi del circondario».

Si prosegue: «Erano brutti momenti per il nostro paese perché si correva sotto le bombe e si correva tutti insieme per i pochi premi: dilettanti, indipendenti, liberi, allievi. Nel 1944 ai primi d’aprile arrivai secondo alla Coppa Raselli, dietro un dilettante esperto di nome Carena; per essere un allievo alle prime esperienze non era poi male… Ma le occasioni per misurarsi non erano frequenti e già recarsi a Genova a gareggiare era un’impresa perché bisognava andare e tornare in bici. Ho avuto modo di conoscere, più vecchi di qualche anno, i genovesi Ramberti, Pedevilla, Berti, Papini e Moresco. Non vincevo, ma arrivavo sempre nei premi perché pur pedalando bene in salita, al momento della volata ero una “schiappa, per non parlare delle sfide alla pista della “Nafta” di Genova dove venivo regolarmente doppiato. Poi a luglio la situazione bellica precipita e scappo sui monti con i partigiani. Dopo la Liberazione riprendo a pedalare e vinco subito il Gran Premio Macellai a Genova. Olmo mi dà la bicicletta e i tubolari. Corro con dilettanti e professionisti contro Rebella, Milano, Malabrocca, Parodi, Meazzo, Zanazzi, Motta, De Benedetti, Seghezzi, Serse Coppi; si aggrega anche mio fratello Vincenzo che in breve diventa più bravo e più veloce di me. Io per vincere devo arrivare da solo. Come il 14 ottobre quando vinco il Campionato ligure dilettanti a Genova. Michele Olmo mi regala 600 lire, una fortuna».

È il prodromo all'incontro con Coppi: «Pochi giorni dopo al Circuito di Chiavari incontro per la prima volta Fausto, Ortelli, Conte, Leoni e Bartali. Arrivo decimo ma tanto basta. Nel 1946 sono uno dei dilettanti più forti e divento “probabile azzurro” per i Mondiali. Michelin Olmo mi porta in giro per tutto il Nord Italia. Incontro i toscani e i piemontesi, in salita non mi resta a ruota nessuno e mi faccio rispettare. Una volta parto in bicicletta per una corsa a Moncalvo. Olmo invece dei soldi per la trasferta mi da otto tubolari che vendo ad Acqui per qualche lira, un piatto di minestra e un letto. La mattina dopo vinco e per risparmiare sul biglietto del treno decido di tornare a casa in bici. Nella tortuosa discesa del Giovo sono così stanco che mi addormento sul manubrio e, per fortuna, mi sveglio in un prato. Ai Mondiali di Svizzera arrivo 23°, però pochi giorni mi comporto molto bene al Giro dell’Appennino, battuto soltanto  da Enrico Mollo, uno che ha, a sua volta in carriera, un secondo posto dietro Fausto Coppi al Giro del 1940. Mi accontento. L’anno dopo passo».

Eccolo tra i professionisti: «Mi ingaggia la Wilier e nel ’48 passo alla Legnano. C’è la Milano Sanremo, la corsa che ho sempre visto passare sulle strade di Liguria. Pavesi mi prende da parte e mi dice che in Riviera ci sono parecchi premi nei traguardi volanti: pane per i miei denti. Sul Turchino siamo via in un manipolo di audaci. In riviera però cominciamo a “fare flanella”;  e allora allungo sui Piani d’Invrea. Mi raggiunge Fausto e a alla Mola, prima di Varazze passiamo sotto le sbarre del treno. Coppi tira e io faccio incetta di premi volanti; a Savona ci raggiungono Baito e Camellini ma non ne hanno più e non tirano. Allora nemmeno io do più l’anima e salto qualche cambio; Fausto si arrabbia e, scatenato, ci porta al gancio fino ai Capi. Uno spettacolo vederlo pedalare…. bello, elegante, possente, fasciato di tricolore… una freccia tricolore. La lavagna (esordio nelle corse italiane) col giornalista Bollini ci dà il vantaggio che aumenta chilometro dopo chilometro; alla guida della moto sorridente c’è Omobono Tenni, pilota della Guzzi, un mito, il primo non britannico ad aver vinto il Tourist Trophy e che purtroppo morirà tragicamente poche settimane dopo sul circuito di Berna. Ad Alassio ormai abbiamo 5 minuti sul resto del gruppo e come si attacca Capo Mele capisco che c’è da soffrire; Fausto ci stacca seppur di poco, inoltre ci si mette un’auto del seguito che mi stringe nella cunetta. E’ finita, e corro ormai per il secondo posto; non so come, all’arrivo ho ancora la forza per battere Camellini ed entrare a pieno titolo nella storia della Milano Sanremo. Arrivare secondo dietro Coppi è come aver vinto…».

Il racconto prosegue veloce: «La mia carriera continua, non sono assolutamente un vincente ma come gregario me la cavo bene: aiuto Bartali, Leoni, Martini, Astrua, Petrucci, Conterno. Vedo la schiena di Coppi quando sul Colle della Maddalena si alza sui pedali e saluta tutti mentre io, che avevo la forza e l’estro di provare a seguirlo, devo tenere compagnia al mio capitano Leoni, maglia rosa, arrivando a Pinerolo dopo 23 minuti e dopo tutta la giornata passata a tirare con Soldani e mio fratello. L’anno dopo vedo morire Ponzin, mio compagno di squadra alla Frejus, in un drammatico incidente che Wouter Weylandt mi ha fatto orribilmente rivivere. Corro anche la famosa tappa dello Stelvio, una salita che mi ricorda tanto quelle delle Alpi Svizzere dove con la maglia della Allegro sono riuscito anche a vincere staccando Kubler e tutti gli altri scalatori. Insomma ho fatto una mia dignitosa carriera e tutte le volte che incontro i miei vecchi colleghi (ormai pochi in verità) mi emoziono e ritorno giovane e in forze. Il ciclismo di adesso mi piace, ma appassiona poco, troppo livellato, forse anche troppi interessi e personaggi strani… Però il fatto che il Giro quest’anno sia tornato in Liguria mi ha esaltato e mi onoro, almeno per un giorno, di essere stato un vecchio corridore ciclista e di aver un po’ anch’io pedalato nella storia».

Carlo Delfino
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Tanta Olanda e nel mezzo una bravissima Sara Casasola che nella sfida europea di Ciclocross per donne elite porta a casa un quarto posto che sta stretto alla friulana. Titolo a Inge Van Der Heijden, classe 1999 olandese di Schaijk...


Per il secondo anno di fila Mattia Agostinacchio è campione europeo di Ciclocross. Nella sua prima stagione con gli under 23 il valdostano della EF Education EasyPost, che nel 2024 aveva conquistato il titolo tra gli juniores a Pontevedra poi...


Non veloce, ma puntuale. Non ha sprintato e nemmeno sgommato, ci mancherebbe, ma la sua Marta Adriano l’ha condotta sul soglio della chiesa San Pietro e Paolo Apostoli di Vailate in provincia di Cremona - dove la famiglia Baffi vive...


Barbora Bukovska, 17 anni compiuti domenica scorsa originaria di Ostrava nella regione di Moravia-Slesia in Repubblica Ceca, è la nuova campionessa Europea donne juniores di Ciclocross. Ha comquistato il titolo a Middelkerke, in Belgio, dove stamane si è aperta la...


Ultimi scampoli di vacanza per Wout Van Aert che è in California con i compagni di squadra della Visma Lease a Bike e sta andando alla scoperta di altri sport. Certo, la bicicletta è sempre al centro dei suoi pensieri...


Sono state 15 le corse a tappe World Tour disputate nel 2025, dal Tour Down Under di gennaio al Tour of Guangxi terminato lo scorso 19 ottobre. Tadej Pogacar e Joao Almeida sono stati i migliori con tre successi a...


Dopo il successo della prima edizione del De Rosa Day 2024, torna un evento che celebra la passione, la famiglia e quel cuore che batte da settantadue anni. Il 21 e 22 novembre, le porte del HeartQuarter di Cusano Milanino si riapriranno per...


«Gaza è come il ciclismo: c’è sempre necessità di una squadra che ti circondi nei momenti difficili, è questo elemento che ho incontrato fin dal primo contatto con la realtà dei territori che non conoscevo. Le due ruote confermano la...


Il ciclismo è uno sport che continua ad affascinare e a richiamare gente, che scende numerosa sulle strade per veder passare i corridori. Considerando il gran numero di persone che si accalca sulle salite simbolo di questo sport, c’è chi...


Chamois Butt’r,  marchio distribuito in Italia da Ciclo Promo Components, ha una linea di creme per fondello per migliorare il comfort in sella. Tra le varie proposte troviamo anche ULTRA, un prodotto ideato per chi pratica endurance ed in generale per tutti quei ciclisti...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024