L'Uci attacca la Aso e chiama la Wada allo scoperto
| 24/10/2006 | 00:00 Il presidente dell’UCI, Pat McQuaid, - si legge in un comunicato UCI che vi proponiamo integralmente - incontrerà domani a Parigi i rappresentanti delle squadre professionistiche in occasione di una riunione della AIGCP.
Nell’occasione, la nuova responsabile del dipartimento antidoping UCI, Anne Gripper, presenterà i nuovi orientamenti della lotta al doping, le modifiche ai regolamenti e lo stato degli studi attualmente in corso.
Il rifiuto di ASO
L’UCI ricorda che la proposta di collaborazione in materia di lotta al doping che è stata recentemente indirizzata alla ASO, è stata seccamente respinta.
Al di là di tutte le divergenze che persistono all’interno del ProTour, l’intenzione dell’UCI è quella di permettere agli organizzatori della più grande corsa ciclistica di partecipare all’elaborazione della strategia antidoping che entrerà in vigore nella prossima stagione.
Il doping è un problema comune a tutte le parti implicate nel ciclismo e l’UCI, fedele alla missione conferitale dal suo ruolo istituzionale, vuole allargare la discussione a tutte le componenti, così come accaduto in passato.
La decisione di ASO, che non ha ritenuto opportuno invitare il presidente McQuaid alla presentazione dell’edizione 2007 in programma giovedì, costituisce una prova ulteriore della volontà dei suoi dirigenti di rifiutare il loro appoggio alla famiglia del ciclismo, anche nelle circostanze più difficili.
L’UCI non può che prendere atto di questa decisione ed esprime il suo profondo disaccordo con chi ha preso questa decisione.
Appello alla Wada
Per quanto concerne i recenti sviluppi dell’Operacion Puerto, ed in particolare la comunicazione del 3 ottobre scorso nella quale le autorità spagnole hanno notificato all’UCI il divieto di utilizzare i documenti del dossier per qualsiasi procedimento disciplinare, l’UCI stessa ha chiesto l’intervento dell’Agenzia Mondiale Antidoping, la Wada.
L’UCI ritiene che la Wada, che ha spesso rivendicato la sua posizione di preminenza nelle relazioni tra le autorità politiche e le istituzioni sportive, si debba ora far carico delle sue responsabilità nei confronti del governo spagnolo sostenendo la volontà dell’UCI di poter completare le procedure disciplinari che sono state aperte nel rispetto dei regolamenti.
L’UCI è fortemente decisa a stabilire le responsabilità individuali di tutte le persone implicate nell’affare e conta sull’appoggio della Wada per arrivare ad una conclusione nel più breve tempo possibile.
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