TOKYO 2020. Spostate il ciclismo!

PROFESSIONISTI | 05/11/2015 | 16:48
Le prove di ciclismo delle Olimpiadi di Tokyo 2020 si terranno fuori dalla metropoli nipponica, nella zona di Izu e il motivo è molto semplice: risparmiare budget. Dalla zona costiera della Tokyo Bay ci si sposterà di 150 km nella prefettura di Shizuoka, riducendo sensibilmente i costi. Dopo mesi di negoziazione tra UCI e organizzatori si è trovato il giusto compromesso, ma il programma non è ancora definitivo.

Il presidente UCI, Brian Cookson ha comunicato gli aggiornamenti alla stampa affermando che l’Unione Ciclistica Internazionale verrà incontro alle richieste degli organizzatori senza dimenticare il rispetto per i corridori e staff e, dunque, minimizzando gli effetti causati dallo spostamento ben lontano da Tokyo. Sembra che verrà ufficializzato tutto entro due settimane e la città di Izu - a due ore di treno dalla capitale - sarà la nuova sede.

L’UCI si era opposta affermando che tutto ciò avrebbe anche “mortificato” l’esperienza olimpica di atleti e tifosi, eppure eventi come ciclismo su pista, MTB e BMX alla fine si sposteranno. Il colloquio tra UCI, il Presidente dell’IOC, Thomas Bach, e il suo vice John Coates e gli organizzatori è servito ad ammorbidire le posizioni iniziali. Cookson ha infatti commentato: «Adesso abbiamo capito meglio ciò che è possibile e ciò che non è possibile. Vogliamo ancora ricevere alcune rassicurazioni sui cambi di programma in vista, per valutare l’impatto che avranno sul successo dell’evento. Non voglio anticipare troppo finché non ci saremo messi completamente d’accordo, ma è inevitabile che dovremo accettare compromessi. Lo faremo minimizzando ogni aspetto negativo».

Ma perché proprio Izu che comporta uno spostamento non indifferente e - di fatto - una distanza incolmabile da tutti gli altri eventi e, dunque, dalla vita e quotidianità del Villaggio Olimpico? Il motivo principale è che a Izu c’è un velodromo moderno e capiente, che sarà ampliato in vista dei Giochi Olimpici. «Non è un segreto che uno dei punti cardine fosse lo spostamento delle prove su pista, vogliamo essere sicuri che sia davvero l’unica alternativa possibile, ci sono ancora discussioni su questo punto», ha aggiunto Cookson.

Il ciclismo è l’ultimo pezzo del puzzle organizzativo di Tokyo 2020 ancora da sistemare, ma non c’è da perdere tempo. «Ci hanno chiesto di accettare il più grande cambiamento tra tutti gli sport e abbiamo grosse responsabilità perché tutto vada per il meglio», ha concluso Cookson.

Originariamente tutte le competizioni dovevano avvenire entro un raggio massimo di 8 chilometri dal Villaggio Olimpico, ma in una metropoli così gigantesca come Tokyo si è andati a cozzare con evidenti e inevitabili problematiche organizzative e di costi. E così altri eventi sono stati già spostati in prefetture vicine come il Basket al Saitama Super Arena a un’ora da Tokyo oppure gli sport di lotta al Makuhari Messe a Chiba, sempre a un’ora, per risparmiare qualcosa come 1.5 miliardi di euro, visto che si sfrutteranno strutture già pronte o semplicemente da modificare. Uno sforzo necessario, richiesto dal Comitato Olimpico Internazionale per ridurre i costi di gestione di un evento così imponente come le Olimpiadi.

Diego Barbera
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COMMENTI
Italia
6 novembre 2015 13:01 true
Magari possono fare la prova su strada in Italia, dovrebbero parlare con RCS e cconcordare uno scambio col Gio 2017.

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