TRICOLORI. Ulissi: «Vincenzo il più forte, io sono stanco».

PROFESSIONISTI | 27/06/2015 | 18:06
Diego Ulissi era tra i favoriti per il Campionato d'Italia e non ha deluso, finendo sul podio alle spalle dell'amico Nibali e di Francesco Reda. Questo il suo commento a caldo al termine della corsa valida per l'assegnazione del titolo tricolore:  «Vincenzo è semplicemente stato il più forte e io dopo due mesi a tutta inizio ad essere stanco. Mi ha attaccato dovunque, in salita come in discesa, e a 2 km dalla fine mi sono mancate le gambe. Ora mi riposerò per un mesetto, rientrerò alle corse al Giro di Polonia per poi affrontare le classiche estive. Il mio obiettivo è disputare un finale di stagione eccellente. Ho tanti obiettivi in mente».

da Superga, Giulia De Maio
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COMMENTI
Caro Diego,
27 giugno 2015 22:01 canepari
Oggi sei stato semplicemente splendido e a tratti commovente. Qualcuno avrebbe parlato di Achille contro Ettore...Stai diventando un "corridore vero" che non è quello che sa vincere, ma è quello che è capace anche di perdere e di riconoscere la forza dell'avversario in quel momento. Ma la stagione è lunga e la tua storia anche.

PS due parole di elogio anche per Francesco Reda che non mi aspettavo a questi livelli. Pozzovivo si è fatto sorprendere in fondo al gruppo a dormire.... ma forse non poteva fare di più. E Davide Rebellin non vuole andare in pensione.

X Canepari
28 giugno 2015 14:41 Ruggero
Caro Canepari, Rebellin 5° al tragurado a 44 anni meriterebbe tante riflessioni sullo stato del ciclismo italiano.....
Comunque onore a Rebbellin che sicuramnete non ruba nulla.

@Ruggero
28 giugno 2015 16:10 canepari
Credo che quando uno a 44 anni si metta il numero sulla schiena e vada a cimentarsi con ragazzi che dovevano ancora essere concepiti quando lui era già professionista, o è Faust in persona che fa il patto con Mefistofele, o è animato da una passione sconfinata. Io propendo per la seconda ipotesi, non perché conosca Rebellin o perché sia un suo parente, ma perché ho seguito il ciclismo in questi anni travagliati e, a parte un incidente di percorso (su cui si potrebbe discutere per mesi…), l’ho apprezzato per come ha sempre “fatto il mestiere”. Pertanto, come dici tu, c'è da pensare allo stato del nostro ciclismo che forse non sa rinnovarsi, ma forse si può anche pensare ad una eccezione a cui Davide appartiene.
Grazie comunque per il garbo e la pacatezza con cui esprimi i tuoi concetti. Il contradditorio e la discussione con persone educate è sempre gradito.

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