
Con la sua vittoria sul Mont Ventoux, Valentin Paret-Peintre ha dimostrato di non essere più solo la maglia xxs del gruppo e di poter ridare lustro a quella Soudal-Quick Step definita troppo debole per supportare un corridore del calibro di Remco Evenepoel e comunque già capace di vincere 4 tappe in questo Tour.
Valentin è forse l’uomo più leggero del gruppo e per questo, alcuni lo chiamano il corridore xxs, perché alto 178 centimetri, pesa appena 52 kg, ben 6 chilogrammi in meno di Jonas Vingegaard.
Per Valentin, vincere sul Mont Ventoux era una questione di orgoglio, perché in questo Tour de France tante volte lui e i suoi compagni, sono stati considerati di un livello troppo basso per supportare Evenepoel e da più parti si è detto che la carenza della squadra avrebbe addirittura compromesso le prestazioni del campione belga.
Proprio per questo Valentin Paret-Peintre, doveva vincere sul Monte Calvo, dove solo i più forti hanno vinto con onore. Dopo il traguardo, il francese ha esclamato qualche parola colorita, per sottolineare la sua bravura e quella dei suoi compagni e appena sceso dalla bici, è andato ad abbracciare il suo compagno di squadra Ilan Van Wilder. «Andate tutti al diavolo abbiamo vinto sul Mont Ventoux – ha esclamato Valentin Paret-Peintre appena sceso dalla bici – In questa squadra esiste la cultura della vittoria».
Paret-Peintre è entrato quest’anno alla Soudal – Quick Step e nella sua carriera quella sul Mont Ventoux è la terza vittoria da professionista, dopo il successo nella decima tappa al Giro nel 2024 e la vittoria lo scorso febbraio al Tour of Oman.
«Anche quando non siamo i favoriti, cerchiamo di dare il massimo per cercare di alzare le braccia alla fine. Abbiamo corso come pazzi per dare alla fuga la possibilità di arrivare al traguardo. Pascal Eenkhoorn ha fatto un lavoro incredibile a valle, poi Ilan si è messo subito a disposizione non appena gli ho detto che avevo le gambe buone per provare a vincere».
Arrivato lo scorso inverno alla Soudal Quick-Step dalla Decathlon AG2R, dove corre ancora suo fratello maggiore Aurélien, non doveva essere alla partenza del Tour de France perché il suo programma prevedeva il Giro, che invece non ha potuto correre. «Il mio programma era stato costruito intorno al Giro, dove avrei dovuto aiutare Landa. Sono invece caduto durante l'ultima tappa della Tirreno-Adriatico. All'inizio pensavo non fosse troppo grave, solo un dolore sopportabile. Ma le cose sono peggiorate durante il Giro di Catalogna. È stata una vera delusione dover rinunciare al Giro d'Italia, ma ho cercato di voltare pagina riorganizzandomi per il Tour de France. La squadra aveva deciso che avrei dovuto aiutare Remco».
Valentin Paret-Peintre è nato in Savoia e il Mont Ventoux è molto lontano da casa sua, ma è la montagna dove ha sempre sognato di vincere.
«Il Mont Ventoux per me è un luogo unico, è uno dei simboli del Tour de France. E’ molto lontano da casa mia, quindi non ha mai fatto parte dei miei percorsi di allenamento. Corro adesso con una squadra belga e quando a un belga chiedi il nome di una montagna importante per il Tour, dicono quasi sempre il Mont Ventoux. Adesso ho vinto su questa montagna ed è incredibile, perché forse nessuno avrebbe mai scommesso su questa mia vittoria. Sono molto magro e forse ispiro poca fiducia. Ho provato tante volte a prendere peso e non ci sono mai riuscito, perché io sono fatto così. Sono magro, molto magro, ma ho vinto sul Mont Ventoux».