LUIGI MASETTI, UN PIONIERE ALL'EXPO. GALLERY

STORIA | 11/06/2015 | 07:43
Ci sono storie italiane che meritano di essere raccontate, storie di pionieri e di geni, storie di viaggiatori e di folli utopisti.  Una di queste storie da raccontare è quella di Luigi Masetti, il primo cicloviaggiatore italiano della Storia. Un uomo nato a Trecenta, in provincia di Rovigo, nel 1864, quando quell'angolo di Polesine era lontano anni luce da una grande città. La prima tappa del suo viaggio nel mondo fu Milano, dove visse per anni a Porta Genova, in via Cesare da Sesto al numero 11.
Viaggia in bicicletta, lavora negli hotel svizzeri e impara l'arte e le lingue, risparmia per i viaggi tutto quel che guadagna, unico svago qualche presenza al loggione della Scala.

Nel 1892 firma la sua prima impresa, il tour delle capitali europee: da Milano a Vienna passando da Parigi e Berlino. Poi, il 7 luglio 1893 scrive al fondatore e direttore del Corriere della Sera Torelli Viollier: «Voglio andare per le vacanze da Milano a Chicago e ritorno in bicicletta, le chiedo 500 lire per pagare il viaggio in nave. In cambio le invierò ogni sabato il racconto del mio viaggio fino ad arrivare all'Expo di Chicago».
 
Viollier ebbe l'intuizione di accettare e la cronistoria del «Viaggissimo», pubblicata ogni settimana dal Corriere, resero Masetti una celebrità, persino il presidente degli Stati Uniti Grover Cleveland lo volle ricevere alla Casa Bianca. Da Milano a Londra in bici, poi a Liverpool per imbarcarsi, approdare a New York e quindi Niagara, Cichago, Washington e Filadelfia, poi il ritorno.

Tornato, partì poi con la sua bici per seguire la campagna d'Egitto di Napoleone, dalle Alpi alle Piramidi. Da Ceuta, enclave spagnola in terra marocchina, punta a Capo Nord, poi dalla Russia scende verso il Bosforo e dalla Grecia di nuovo nella sua città. Un simbolo, ecologico, social e globale di Milano.  Una figura mitica che poi, per una di quelle strane circostanze che non hanno spiegazione, improvvisamente sparisce dalla ribalta e la sua storia finisce lì.

OGGI.
C'è chi, però, la storia di Luigi Masetti ha deciso di riportarla alla luce e di farla diventare addirittura un fiore all'occhiello per la terra del Polesine. Così tre amici sono partiti da Rovigo in sella alla riproduzione storica della bicicletta (o bicicletto, che il nostro viaggiatore chiamava Eolo) con la quale nel 1893 Luigi Masetti, il Marco Polo delle due ruote, raggiunse Chicago per diventare una star dell'Expo.

Antonio Gambato, 68, anni, Mauro Padoan, 59, che gestiscono una ciclofficina a Rovigo, e Fabio Pancaldi, 50 anni, dentista di Ferrara per più di un anno hanno lavorato per costruire la riproduzione di Eolo
, la leggendaria bicicletta di Masetti, battendo mercatini e officine, e hanno la strada che spesso il papà del cicloturismo italiano percorreva per tornare dalla sua famiglia a Trecenta. L'hanno fatto pedalando lungo l'argine del Po e piste ciclabili, sfiorando appena l'asfalto delle strade intasate dalle macchine e alla fine sono sbarcati a Milano, in piazza Gae Aulenti, al Coni Event Point dove sono stati celebrati Masetti e l'intero Polesine.

Durante la celebrazione sono state raccontate la figura e le incredibili imprese di Luigi ed è stata poi offerta una degustazione del prodotto ittico pescato nell'area del delta del Po. In piena sintonia con l'Expo di Milano.
L'uomo delle sfide impossibili, sparito quasi per magia, non ha ancora finito si stupire il mondo: il suo esempio di cicloturismo ante litteram è più attuale che mai. Così come la sua sete di sfide impossibili.


PER SAPERNE DI PIÙ

Luigi Masetti

Lanarchico delle due ruote
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