De Marchi: «Oggi ho fatto un giretto in bici, speriamo bene»
PROFESSIONISTI | 05/06/2015 | 15:39 Oggi ha fatto il suo primo giretto in bicicletta. Un ora di sella, per provare quel tallone d’Achille che l’ha messo davvero in ginocchio. Alessandro De Marchi non stappa prosecco ma incrocia le dita. «Speriamo che sia la fine di un incubo e l’inizio di una storia che io ho lasciato a metà – spiega a tuttobiciweb.it il rosso di Buia -. Questa infiammazione, probabilmente trascurata, mi ha fatto davvero penare ma ora spero proprio che il peggio sia alle spalle. L’infiammazione è risolta, ora devo solo stare attento a non forzare la situazione. Devo avere pazienza, anche se per uno come me, piuttosto insofferente all’inattività, non è assolutamente cosa facile».
Come ebbe modo di dirci lui qualche settimana fa, nel pieno del suo problema «per cinque anni non ho mai avuto un raffreddore, ora sto pagando qualche arretrato con la sorte». E il rosso della Bmc ricorda: «Tutto è incominciato dopo la Sanremo, quando stava arrivando il mio momento, quelle delle classiche del nord. Invece, a causa di questo problema, che inizialmente sembrava di poco conto, mi sono dovuto fermare. Prima sette giorni, poi, visto il persistere del problema, altre due settimane ricche di terapie di ogni genere. Di settimana in settimana, sono arrivato ad oggi, con un Giro finito e un Tour che è alle porte. Se ci penso mi viene da piangere».
La domanda è sempre la stessa: quale è stata la causa di tutto questo? «È difficile dirlo con precisione – spiega il friulano -, probabilmente una vecchia storta sulla stessa caviglia rimediata a dicembre. Sembrava tutto risolto, invece probabilmente è rimasta una botta latente. Una cosa però è certa e ci tengo a dirlo senza tanti giri di parole: le scarpette non c’entrano assolutamente».
Se gli si chiede quando pensa di tornare alle competizioni, lui sospira… «Intanto speriamo che tutto vada per il meglio. A questo punto è necessario guarire bene, non posso forzare prima del tempo. Sarei comunque contento di rientrare alle corse a metà luglio, anche solo per riassaporare il gusto del gruppo e sentire il vento in faccia. Poi, l’obiettivo è essere al via della Vuelta, ma a questo punto, dopo tanti patemi, non ho voglia di fare programmi. Calma e sangue freddo e già che ci sono incrocio le dita».
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