L'ABC di COSTA. GIANNI SAVIO, UN MODELLO PIÙ CHE UN MODULO
GIRO D'ITALIA | 28/05/2015 | 18:32 di Angelo Costa -
N come nani. Nel senso di piccole figure: così sembrano tutti gli avversari al cospetto di Contador, vero gigante di questo Giro. Sembra solo un’immagine metaforica. Poi ti capita di sfogliare l’elenco dei corridori e leggi: Modolo, Formolo, Nizzolo. Poi ti capita di sfogliare le cartine delle tappe e leggi: Jesolo, Edolo, Pinzolo, Mortirolo. E capisci che la realtà supera sempre la fantasia.
S come Savio. Nel senso di Gianni, manager dell’Androni, uno dei più navigati in Giro. Persona elegante, uomo di spirito, onora l’invito degli organizzatori mandando in fuga ogni giorno un suo corridore. Teorico dello schema 6-1-2 (sei faticatori, un leader, due che si arrangiano in volata), dopo aver perso un paio di atleti si è subito riposizionato in un più pratico 6-1: sei dietro e uno all’attacco. E’ la stessa formula con cui si rivolge ai suoi corridori fuori dalla corsa: sei-uno-tosto, sei-uno-stanco, sei-uno-che mangia poco, sei-uno-che dorme poco. Negli alberghi ormai gli assegnano sempre la stessa camera: la 61. Savio è anche l’unico manager che al termine della corsa si presenta ai giornalisti subito dopo la corsa per informare di come è andata la sua squadra, meglio di tanti che l’addetto stampa lo fanno (fanno?) per mestiere. E’ l’unico che saluta tutti alle partenze e agli arrivi, che riceve gli sponsor e accompagna gli ospiti della squadra. Fa sempre parte del suo schema: sei-uno-.
U come Uran. Nel senso di Rigoberto, colombiano della Etixx. Presentatosi al Giro tra i favoriti per la vittoria finale, fin qui è stato tra i più regolari: su tutte le salite, si è puntualmente staccato. Per la disperazione dell’allegra compagnia del Processo Rai, che da un paio di stagioni l’ha adottato come proprio beniamino: lo sognavano vincitore a Milano, adesso devono accontentarsi di averlo come ospite. E’ il corridore che invitano per dare alla trasmissione un tocco di simpatia: in pratica, lo vogliono come caricatUran. Lui prova sempre a ricordare di essere un corridore: dice che non lascerà il Giro, che cercherà di onorarlo provando a vincere una tappa. Niente da fare: quando cerca di parlare di ciclismo, il povero Rigo si sente chiedere degli aeroplanini che fa volare in camera, della sua abitudine a camminare scalzo sull’erba. L’ultima volta, sapendo della sua passione di abbracciare le piante, gli hanno regalato un cactus: il giorno che racconterà di voler bene ai rettili, gli metteranno nel letto un coccodrillo.
T come testa. Nel senso di capacità di superare le difficoltà. A forza di sentir ripetere che Aru sta facendo le salite più con la testa che con le gambe, in squadra stanno pensando di cambiargli posizione in bici: gambe in alto e testa giù.
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