L'ABC di COSTA. VITTORIO CONTRO VITTORIA: LA BATTAGLIA DI ALGERI

GIRO D'ITALIA | 21/05/2015 | 19:03
di Angelo Costa
 
B come Boonen. Nel senso di Tom, fuoriclasse del pavè: fra Fiandre, Roubaix e corse minori, vanta una quindicina di successi nelle gare più dure. Per non parlar di Mondiali, tappe al Tour e alla Vuelta: una bacheca come la sua l’hanno in pochi. Non a caso, in Belgio lo considerano un monumento nazionale: per informazioni, chiedere ad Alessandro Tegner, responsabile delle pubbliche relazioni del team del fiammingo, la Etixx. Tempo fa, salendo su un taxi a Bruxelles, pur non avendo la divisa ufficiale, Tegner si è sentito chiedere dal conducente: «Ma lei non è l’addetto stampa di Boonen?». Alla soglia dei 35 anni, il buon Tom è al Giro per la prima volta, ma non per punizione: da anni voleva partecipare a una corsa che ancora gli mancava. Ha capito subito di aver fatto una buona scelta: gli piace una gara che, a suo dire, rispecchia lo spirito italiano di andare sempre all’attacco. Ed è rimasto sorpreso dall’affetto con cui è stato accolto dal pubblico sulle strade: «Non ho quasi mai corso in Italia, eppure mi riconoscono tutti», ha confidato ai compagni. Così la sua campagna italiana si sta rivelando anche un piacevole viaggio nella popolarità, degna di un campione autentico. E lui da campione si comporta: specialmente con i bambini, dei quali esaudisce ogni richiesta, dalle foto alle borracce e ai cappellini. A Imola, mentre si recava alla partenza, si è anche fermato al bar Fiat per autografare lo speciale foglio firma dei tifosi locali: di quelli che hanno fatto come lui, è stato nettamente il più acclamato. Come del resto al pullman della squadra, dove un tifoso, mentre lo aspettava per un selfie, spulciando l’elenco dei corridori della Etixx, ha fatto notare ad un amico: «Oh, guarda qui: nella squadra di Boonen c’è anche Uran».
 
F come famiglia. Nel senso di Algeri, una delle più note nell’ambiente: i fratelli Pietro e Vittorio, dopo esser stati buoni corridori, sono diventati bravi tecnici. Vittorio oggi guida gli australiani dell’Orica e ha dominato il Giro in Liguria: cronosquadre all’inizio, poi subito la vittoria di tappa con Matthews e la maglia rosa fino a quando non l’ha presa Contador. Poi ha fatto notizia perché uno dei suoi, Clarke, ha passato la ruota a Porte, australiano come lui, ma di un'altra squadra. E qui è scoppiato il caso: non per la penalizzazione, ma perché così facendo ha portato via il mestiere al cambio ruote ufficiale, la Vittoria, guidato da Pietro Algeri. Vittorio contro la Vittoria e viceversa: al Giro che doveva ricordare la Grande Guerra non si aspettavano la battaglia di Algeri.
 
S come segnaletica. Nel senso di Ppo, Punto di passaggio obbligatorio. Confidenzialmente, pi-pi-o: come spieghiamo da giorni, è la zona dalla quale bisogna tassativamente passare per raggiungere partenze e arrivi. A sentire gli organizzatori, trovarlo è facile: basta leggere le indicazioni sulla guida della corsa. Sarà per questo che, quando qualcuno lo trova, lascia il Giro e corre a festeggiare.
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