LE PAGELLE DI STAGI. Ci mandano il Tour al massacro
TOUR DE FRANCE | 08/07/2014 | 19:28 di Pier Augusto Stagi
Tenetevi forte, ma non tantissimo, perché su quelle strade bisogna essere potenti e leggeri. Fermi ma teneri. Guai cercare di domare il pavé, bisogna solo assecondarlo, seguirlo con dolcezza e determinazione. Sembra facile, ma non lo è. Domani quinta tappa, con nove settori di pavé, 15,9 chilometri in totale: sembrano pochi, ma per chi su queste superfici non ci è mai andato o non ci sa andare, possono essere un’eternità. Nove settori, con un assaggio del Carrefour de l’Arbre (il primo settore, km 87 di corsa) e anche del Mons en Pevele (km 103,5). Saranno 156 i chilometri da percorrere e l’ultimo settore - Wallers - è posto a soli sette chilometri dal traguardo (km 149). Froome, Contador, Rui Costa, Valverde, Kwiatkovski e il nostro Nibali saranno chiamati a destreggiarsi su superfici che poco conoscono e sulle quali mai si sono misurati in competizione. Tappa piatta piatta, che però può lasciare il segno, e non solo in termini di botte e abrasioni: ma di secondi o minuti, quello sì. Qui poi nascono le fazioni: è giusto che in un grande Giro ci sia una tappa così particolare? C’è chi dice che un corridore da Grande Giri deve saper dimostrare di essere il più forte su ogni terreno. E altri che invece sostengono che non è giusto mettere a rischio tutto con una frazione troppo specialistica che potrebbe anche risultare fatale. Io penso che un corridore debba saper andare sia in salita che in discesa, a cronometro e contro il vento, con la pioggia la neve la grandine e con il gelo, il gran caldo e l’afa, ma non mi sembra giusto mettere a repentaglio l’incolumità dei corridori anche con i trabocchetti. C’è chi questa corsa la prepara da un anno intero e ci investe molto per non dire tutto, quindi non mi piace affatto questo modo di operare degli organizzatori. Altrimenti perché asfaltare le strade o mettere in sicurezza arrivi e discese? Lasciate le cose così come stanno: chi resta in piedi vince. Va bene che la componente fortuna in una corsa di tre settimane deve avere il proprio peso, ma non in modo così sensibile. Voto preventivo agli organizzatori: 4.
Marcel KITTEL. 8. Colto di sorpresa, deve faticare non poco per recuperare sul norvegese Kristoff. Ma c’è poco da fare: giratela come volete, il Bel Marcello è il più forte di tutti. Tre volate tre vittorie.
Alexander KRISTOFF. 8. Parte un po’ lungo, ma fa bene. Se resti lì con quello là c’è poco da fare. Prova ad anticipare, prima protetto alla grandissima da Luca Paolini (voto 8), poi da Porsev (8). Fa tutto giusto e perde di pochissimo. Batte il pugno per la rabbia sul manubrio. Se ci riprova lo batte.
Mark Renshaw. 4. Gli Omega si muovono molto probabilmente anche troppo presto, lui poi si perde in un finale molto caotico e convulso dove ognuno perde i punti di riferimento e i treni diventano carrelli. È alla ruota di Kittel, ma non parte. Tergiversa, si fa superare, non si capisce cosa voglia fare. Lo spiegherà stasera ai suoi compagni.
Thomas Woeckler. 7. Lo Jacques Tati del ciclismo mondiale vorrebbe andare in fuga fin dalla reception dell’albergo, ma Christian Prudhomme lo deve trattenere affinché il direttore possa a tutti gli effetti dare il via ufficiale. “T-blanc” se ne va subitissimo, con Luis Angel Mardones. All’attacco tutto il giorno, tutti soli. Poi lo spagnolo fora e Thomas rimane da solo al comando. Il francese tutto solo vende cara la pelle: pedala pedala pedala fin quando lo riprendono. Nel frattempo, in quelle tre ore abbondanti di diretta, si lascia andare alle ormai proverbiali mimiche facciali in favore di telecamera degne del miglior Jacques Tati. Buon ciclista, grande attore.
Davide CIMOLAI. 6,5. Si butta tutto solo nella volata e raccoglie un discreto nono posto. Non male.
Daniel OSS. 7. Lavora come pochi, e ottiene per il secondo giorno consecutivo un piazzamento nei dieci (10° ieri 10° oggi). Sta bene e si vede. Domani forse ci si diverte ancora.
André GREIPEL. 5,5. Timido e timorso come pochi, spreca energie da vendere. Sempre al vento, fa le volate prendendola larga: ha chiaramente paura. Almeno oggi si butta e si piazza sesto. Non ancora sufficiente.
al giro se al sud piove ci si ferma perchè è pericoloso , al tour si fanno 16 km sul pavè . complimenti !
Tour al massacro
8 luglio 2014 20:50padre58
E' giusto mettere non una ma tre salite, e che salite, al Giro?
Penso che siano molti di più i corridori che possono correre sul pavé rispetto a chi può fare queste tremende salite.
Gavia, Stelvio, San Martino, un'altra no....
Previsione
8 luglio 2014 22:50pickett
Se dovesse piovere,il Tour si deciderà domani.Ma anche con le strade asciutte ci sarà un bel quarantotto.
Complimenti
9 luglio 2014 09:01Piccio
Complimenti al sig Stagi per il suo senso dello sport, a seguirlo si arriverà a correre il "Tour del Bar Sport", sai che spettacolo...
E poi dicono che il ciclismo è in ribasso, non può essere che cosi se i cervelloni del giornalismo non capiscono la tappa più attesa del Tour.
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