
Il Mondiale spesso si trasforma nella gara più imprevedibile di tutte e in Africa, la corsa iridata ha visto vincere la canadese Magdeleine Vallières. La ventiquattrenne, nel World Tour corre con la EF Educational Oatly e a Kigali, ha battuto tutte le favorite, compresa Pauline Ferrand-Prévot e la nostra Elisa Longo Borghini.
«Le ragazze hanno creduto in me, quindi ho creduto in me stessa – Ha detto tra le lacrime Magdeleine Vallières - Sapevo che non avrei vinto allo sprint. Ho visto che le altre stavano perdendo terreno e mi sono detta che dovevo andare. E’ incredibile, non riesco ancora a crederci». Ci sono stati gli abbracci con le compagne di squadra e le lacrime di gioia e poi le congratulazioni da parte del presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale David Lappartient e del Principe Alberto di Monaco.
Nelle fasi finali della corsa la Vallières, con la neozelandese Fisher-Black e la spagnola Garcia, sono riuscite a staccarsi, lasciando le favorite, tra cui Vollering e Longo Borghini, a inseguire. Sull'ultima salita della Côte de Kimihurura, è stata la Vallières a sferrare un attacco decisivo, dando il via a un finale veramente emozionante.
«In questi mesi mi sono impegnata molto per la mia forma, perché volevo arrivare a questo appuntamento nella miglior condizione. Quindi ho semplicemente provato e mi sono detta che non volevo avere rimpianti». Non avrà rimpianti Magdeleine Vallières, perché ha scritto una pagina importante sportiva importante per il suo Canada, che il prossimo anno ospiterà i Campionati del Mondo a Montreal.
«Sapevo che probabilmente non avrei vinto in volata contro Niamh Fisher-Black perché è così forte. Eravamo entrambe molto stanche perché abbiamo lavorato veramente tanto in questa fuga. Quando ho visto che stava cedendo un po’, mi sono detta che dovevo solo dare il massimo e provarci. Mi sono ripetuta che dovevo spingere fino in fondo sull'ultima salita, sapevo che Niamh Fisher-Black sarebbe stata pericolosa, perché lei è chiaramente la migliore in salita».
La neozelandese Fisher-Black si è dovuta accontentare della medaglia d’argento, mentre la spagnola Garcia Mavi, a quasi 41 ani ha vinto una incredibile medaglia di bronzo.
«Con il mio allenatore sapevamo che sarebbe stato un grande obiettivo, ma che sarebbe stato alla mia portata e poi, con la squadra abbiamo iniziato a convincerci che sarebbe stato possibile. Prima era un sogno, ora è realtà. Sono la Campionessa del Mondo e non riesco a crederci. Non fraintendetemi perché devo ancora realizzare tutto, ma è pazzesco».
Magdeleine Vallières prima di correre con la EF Educational, era arrivata in Europa nel 2020 e grazie al centro di sviluppo dell’UCI a Aigle, è potuta diventare una ciclista professionista.
«Quello di diventare una campionessa del mondo per me era un sogno, ma a volte la vita è così imprevedibile e ci sono così tante ragazze forti, che non sempre ci riesci. Penso di essermi trovata nella posizione giusta. Sono stata praticamente al posto giusto nel momento giusto per tutta la gara. Sì ero proprio dove dovevo essere».
Prima del via della corsa a Kigali, Magdeleine Vallières aveva parlato dei suoi desideri, ma anche di come il percorso fosse adatto ad un’atleta come lei.
«Il percorso era adatto a me, ma siamo al Mondiale e mi aspettavo delle sorprese. Questo campionato del mondo ha richiesto ad alcune persone un maggior tempo per adattarsi al clima e all’altitudine. Ho sentito gente lamentarsi delle vaccinazioni. Non sono abituati a correre in altri paesi in condizioni diverse, ma io l’ho trovato interessante e il mio corpo è chiaramente abituato a sopportare il caldo. Mi sento bene ed ero venuta qui con in mente solo la vittoria».
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