Sui circuiti. Bertinotti: regole nuove, calendario e qualità

| 07/06/2006 | 00:00
Sulla «questione circuiti» sollevata ieri da tuttobiciweb.it scende in campo uno dei più autorevoli organizzatori italiani, Antonio Bertinotti, responsabile dell’AC Arona. Ecco il suo pensiero: «Condivido perfettamente le osservazioni che avete posto all’attenzione comune. E come organizzatore confermo che vanno tutelate le gare vere piuttosto che le esibizioni spettacolo, quindi bisognava dare le massime garanzie al Memorial Pantani, gara di categoria 1.1, prima che ai circuiti. Se me lo avessero chiesto, non avrei avuto alcun problema a spostare la cronoscalata del Mottarone anche se sottolineo che, ad eccezione dello scorso anno, è una prova che ha trovato ormai data stabile nel 2 giugno. Ma il Memorial Pantani organizzato da Adriano Amici, ne convengo, meritava maggiore tutela. E lo dico con convinzione, visto che domani potrei trovarmi come organizzatore nella stessa condizione. Permettetemi però alcune considerazioni: - quanto è successo (tre circuiti organizzati il 2 giugno, alla vigilia di una prova del calendario internazionale, ndr) è il risultato della nascita di circuiti improvvisati, organizzati senza garanzie; - il 2 giugno erano in programma quattro circuiti: la cronoscalata del Mottarone, inserita in calendario lo scorso 20 novembre, il Memorial Casartelli, iscritto ai primi di dicembre, il Memorial Zanette ed infine la riunione su pista di Torino, inserite in calendario in seguito. Personalmente ero stato interpellato dal presidente del comitato piemontese della Federazione, Rocco Marchigiano, proprio per la riunione di Torino ma ho risposto che non me la sentivo di impegnarmi per questioni tecniche (correre in pista e su strada, anche per dei campioni, non è la stessa cosa). In più, vorrei segnalare la grande prova di maturità e di intelligenza fornita dagli organizzatori del Memorial Casartelli, con i quali noi dell’AC Arona collaboriamo, che dopo attenta riflessione hanno deciso di rinviare la loro manifestazione al prossimo 9 luglio. Compiendo questa scelta, comunque, non possiamo che esprimere le nostre critiche alla Federazione per aver autorizzato così tante prove concomitanti. C’è poi il problema delle regole. Che non ci sono. Io sono convinto che organizzare un circuito non debba voler dire guadagnare: l’importante è offrire un grande spettacolo, come facciamo noi da anni ad Arona dove vedere diecimila persone sul lungolago per la corsa è ormai un fatto rituale. Sarebbe importante che la Federazione seguisse questi circuiti e ne valutasse gli organizzatori: si vedono certe cose... Non ci sono regole, dicevamo, ma quando noi per primi abbiamo raccolto l’eredità del grande Nino Recalcati, l’indicazione della Federazione era “un circuito al giorno”. Ora, invece, è tutto libero. Ma la consuetudine, anche in Tribunale, fa legge. Comunque regole vanno scritte ascoltando l’Assocorridori, il CCP e l’Associazione Organizzatori. Ed io mi rendo disponibile, anche se non faccio parte del direttivo di quest’ultima, a lavorare per scrivere queste regole. E non posso accettare che si dica “facciamo tanti circuiti, così possono correre tutti e duecento i nostri professionisti”. È una frase falsa: ogni organizzatore, giustamente, vuole avere al via i quattro-cinque campioni che vanno per la maggiore, poi aggiunge un po’ di contorno. Invece questa organizzazione selvaggia arriva a mettere addirittura a repentaglio l’incolumità dei campioni: perché andare in due ore dal Mottarone a Torino non è sempre semplice, così come non lo è raggiungere in poche ore Mestre partendo da Borgomanero, come qualcuno ha fatto nell’ottobre scorso. Le strade non sono sempre accoglienti e disponibili... In conclusione, rispettiamo le gare del calendario internazionale, le gare vere e scriviamo regole chiare per chi organizza circuiti: il calendario è un problema importante, ma qualità e sicurezza non lo sono da meno. E vanno tenute in debito conto».
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