Aru il migliore, Quintana lo aspettiamo ancora

I VOTI DEL DIRETTORE | 26/05/2014 | 19:14
di Pier Augusto Stagi           -

Terzo giorno di riposo, prima del gran finale. Sperando che lo sia davvero. Intanto godiamoci Fabio Aru, che ha portato all’interno della carovana rosa una ventata di freschezza e novità. Un Giro delle Speranze, tanti ragazzi protagonisti, qualche vecchio che non ha intenzione di mollare. Non vanno rottamati, ma semplicemente sconfitti, sul campo. L’assassinio del padre – è un metafora - è la strada necessaria ai ragazzi per emanciparsi. Distaccarsi. Spiccare il volo. L’emancipazione ha spesso la portata di un evento traumatico, nel ciclismo ha spesso una montagna da scalare, più velocemente degli altri. I ragazzi con la forza della loro giovinezza, i vecchi con la resistenza del loro orgoglio. Anche in questo caso, come sempre, vinca il migliore.

Rigoberto URAN. 6,5. Ha una storia tutta da raccontare, a tratti agra, a tratti romantica. Ha vinto alla grande la cronometro sulle strade del vino e da quel momento, sulle strade del Barbaresco e del Barolo, ha vestito la maglia rosa. Simpatico, disponibile, più che attaccare al momento si è difeso. A fatica, ma si è difeso. È una maglia rosa attaccabile, che non si attacca a scuse: «Ho fatto fatica, ma sono ancora qua». Eh, già.

Cadel EVANS. 6. Una prima settimana da corsaro, con i suoi Bmc estremamente in palla. Una seconda molto più complicata e difficile. Nella crono di Barolo avrebbe la possibilità di portare ulteriore fieno in cascina su tutti, invece non riesce nel tentativo. Perde la maglia, ma non perde contatto. Dopo Montecampione è a un minutino dalla maglia rosa. Non è un’eternità, ma visto la fatica che fa sembra un distacco siderale. Sarà l’arbitro di questa sfida.

Rafael MAJKA. 6,5. Settimo un anno fa, quest’anno il polacco della Tinkoff Saxo Bank lotta per il podio. Anche lui pensa più a stare attaccato che ad attaccare. È giovane, e ha l’età giusta per rischiare. Lo farà?

Fabio ARU. 8,5. Doveva essere il pupo protetto dal capitan Scarponi, ma una volta che il marchigiano è saltato a causa delle cadute si è trovato ad essere di fatto capitano. Ha corso con lucidità e attenzione. Ha tenuto sempre le ruote dei migliori e ieri, sulle strade di Montecampione, il monte ha applaudito un campione.

Nairo QUINTANA. 5,5. Ha avuto tanti contrattempi, soprattutto un virus che l’ha debilitato e l’ha costretto ad ingerire antibiotici che l’hanno parecchio debilitato. Si è ripreso, ma fino a questo momento non ha fatto vedere quello che tutti si aspettano di vedere da lui.

Domenico POZZOVIVO. 6. In queste due settimane si danna l’anima per fare qualcosa di buono e lo fa anche. Il problema è che forse l’ha fatto fin troppo. Ad Oropa fa la differenza più di testa che di gambe. A Montecampione paga dazio. Crisi passeggera? Per il momento abbiamo due indizi, aspettiamo il terzo per avere una prova.

Wilko KELDERMAN. 6,5. Dei corridori di testa è il più giovane. E’ vero che anche l’olandese della Belkin ha sempre corso sulle ruote dei migliori cercando di non perderle, ma è giovane ed è alla sua prima esperienza in una Grande Giro. Al momento, il suo è un Giro più che sufficiente.

Pierre ROLLAND. 5,5. Ha alternato cose buone a cose meno buone. Ha provato in più di un’occasione a lasciare il segno ma alla fine i segni sono rimasti sulle sue gambe. Arrivano tappe di alta montagna: lui che è un camoscio, troverà il proprio habitat.

Robert KISERLOVSKI. 6. Il suo valore è restare nei dieci. Ci aveva provato anche l’anno scorso, ma poi si è ammalato e chiuse 14°. Quest’anno è lì, al momento nono. Il suo livello è quello di un corridore che può ambire un posto nella top ten: quello che viene in più è tutto di guadagnato.

Ryder HESJEDAL. 5,5. Lotta e non si dà per vinto. Cerca di tenere il ritmo dei migliori, ma fatica non poco. Nulla è perduto. Ma per lui è difficile tornare a vincere.

Ivan BASSO. 5,5. Per l’impegno sarebbe da 8. Per la passione da 10. Per quello che sta facendo è così così. Può migliorare qualcosa, anzichenò.

Steve MORABITO. 7. Spalla di Cadel Evans. Esemplare.

Franco PELLIZOTTI. 6. È venuto a questo Giro senza particolari ambizioni. Nessuno lo tiene in considerazione, pochi lo vedono lassù in cima. Lui tranquillo proseguire il suo cammino. Prova a stare un po’ davanti per vedere l’effetto che fa.

Matteo RABOTTINI. 4,5. Ci ha fatto vedere cose molto belle qualche tempo fa, e lì noi siamo rimasti. Speriamo che riparta.

Fabio DUARTE. 6,5. In generale è ancora un po’ indietro, ma è tra i pochi corridori che vediamo a suo agio in salita. Il bello, per lui, forse deve ancora venire.

Damiano CUNEGO. 5. Sappiamo che per questioni di punti (per la squadra) la classifica deve essere comunque tenuta sott’occhio, ma a Damiano chiediamo un colpo di classe. Una tappa non farebbe felice solo lui.

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