Paolo Zani: anche al Giro clienti del dottor Fuentes

| 26/05/2006 | 00:00
"E' certo che al Giro ci sia qualche 'cliente' del dottor Fuentes". Lo ha detto Paolo Zani, ovvero il 'signor Liquigas', presidente del gruppo. In quanto tale è sponsor e proprietario della squadra di Di Luca e Pellizotti, nonché uno dei principali sostenitori del progetto ProTour. Le notizie arrivate dalla Spagna preoccupano il mondo del ciclismo, ma anche moltissimi altri atleti di tutti gli sport. Le voci che circolano nella carovana rosa riguardano grandi nomi, dalla Spagna la radio 'Cadena Ser' per ora fa quelli di Ullrich, ma accosta anche quello di Ivan Basso. Il team manager della CSC, ovvero della maglia rosa, smentisce alcun rapporto con il dottor Cecchini. Già alcuni giorni fa Basso aveva specificato: "Il mio preparatore è Bjarne Riis, non ho alcun rapporto con Cecchini. E' quindi sbagliato dire che le mie gambe all'inizio del Giro erano imbastite per sua colpa...". A precisa domanda, ovvero quando gli viene chiesto se sia preoccupato delle voci che riguardano Ullrich e lui stesso, oggi Basso risponde così: "Io sono molto tranquillo. Francamente non posso seguire queste vicende. Io penso solo a queste ultime due tappe del Giro. Sono molto dure e sono concentrato solo su questo". Zani, profondo conoscitore del ciclismo, però esprime dubbi sugli spagnoli. "Ce n'é qualcuno che va molto forte...". Ed è un chiaro riferimento alla classifica generale, dove Ivan Basso ha 5'43" su José Gutierrez Cataluna. Ma il punto di vista di uno degli sponsor che più si è battuto contro il doping è particolare: "Ben vengano azioni come quelle fatte in Spagna dalla giustizia ordinaria. Sono simili a quelle che da noi si stanno facendo nel calcio. Con una differenza: il calcio è peggio del ciclismo, perché da noi la corruzione non riguarda gli arbitri del gioco". Che il problema-Spagna esistesse non sorprende certo il mondo del ciclismo. Tanto che Zani aggiunge: "In Spagna non andavamo se non per le corse alle quali dovevamo partecipare per il regolamento ProTour ovvero Vuelta, Giro di Catalogna, Giro dei Paesi Baschi e Clasica di San Sebastian. C'era da tempo il sospetto che le squadre 'distratte' non fossero poche. Però non pensavamo che ci fossero in giro ancora personaggi come quelli dello scandalo Festina". Quello del 1998, cui fa riferimento Zani, fu la madre dello scandalo-doping. "Ho sempre pensato che i gruppi sportivi - aggiunge il patron della Liquigas - si dividessero in tre categorie. Nella prima c'erano le squadre come la Festina, che il traffico di sostanze illecite lo organizzavano in proprio. E pensavamo che fossero estinte, per lo meno al di fuori della Spagna. Nella seconda ci sono le squadre 'distratte'. E nella terza quelle che, come noi e tanti altri, esercitano il massimo controllo possibile sui corridori". A suo tempo lo scandalo-Festina portò ad una reazione a catena. Anni di inchieste, di perquisizioni, di sequestri. "L'esplosione del bubbone ha però innescato un circolo virtuoso. E' un bene che si sia svegliata anche la Spagna. Il problema adesso è capire chi siano i 200 nomi nell'agenda del dottor Fuentes". Il progetto ProTour è nato anche per dare certezze su questo fronte. Lo sponsor della squadra di Manolo Saiz, le assicurazioni 'Liberty Seguros' hanno annunciato 'immediata rescissione del contratto. "Ed io infatti credo molto nel progetto ProTour. E' quello che ha fatto risorgere il ciclismo - osserva Zani - Il problema, semmai, è che in Italia c'è un organizzatore importante come la RCS che non ha capito che non ci si deve appiattire sulle posizioni del Tour de France. In tutti i campi credo che il monopolista non vada mai aiutato...".
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