Da ottobre il Vigorelli sarà «campo pratica» per il golf
| 26/08/2004 | 00:00 La pista ha i buchi? Non c'è problema, basta convertire il vecchio Vigorelli da gloriosa pista di ciclismo a campo pratica per golfisti. Non è una battuta e non è nemmeno una provocazione di fine estate: è semplicemente il progetto che sta portando avanti il Comune di Milano e la Federgolf.
Tutto è pronto, mancano solo i dettagli: il Vigorelli diventerà dal prossimo mese di ottobre «campo pratica» per il golf. Dopo essersi prestato a box, sci di fondo e football americano, il velodromo Vigorelli - intitolato all'indimenticato Antonio Maspes re del velocismo mondiale - diventerà punto di riferimento per quanti amano imparare e giocare con ferri e bastoni.
L'accordo tra Milanosport e Federgolf è in stato avanzatissimo, ma il destino prossimo venturo di quello che un tempo fu l'impianto più prestigioso del mondo per il ciclismo su pista è ormai scritto.
Da un lato c'è la società municipalizzata che gestisce gli impianti comunali che sta facendo di tutto per mettere nero su bianco perché bisognosa di denaro fresco che gli consentirebbe di non rincarare i costi dei corsi. Dall'altro c'è la Federgolf, che su Milano e sulla promozione sta puntando molto e in maniera sempre più massiccia e convincente: gli open al Castello di Tolcinasco, lo stand alla Bit e a Malpensa, ora l'impianto di grande prestigio da affiancare al nuovo spazio conquistato all'ippodromo di Capannelle, a Roma.
Le mazze cominceranno a girare già dal mese di ottobre. Per quella data al Vigorelli veranno sistemati i box riscaldati con la moquette, le reti e una nuova «club house» che servirà ad ospitare con le dovute comodità i golfisti. Il progetto prevede accordi con le scuole in mattinata, per portare i ragazzi a giocare nelle ore di educazione fisica. Ma non è tutto: è prevista anche una fascia di dieci ore, dalle 13 alle 23, dedicate ai professionisti e praticanti. In questo modo il Vigorelli diventerà il secondo «campo pratica» milanese (oltre all'Harbour Club, ndr) e l'undicesimo in provincia.
«E' une vera vergogna - commenta Alcide Cerato, ex professionista del pedale, nonché ultimo grande presidente di gestione del velodromo Vigorelli a metà degli anni Ottanta, quando Francesco Moser stabilì il record dell'ora a livello del mare -. Mi domando dove siano finiti i dirigenti del ciclismo, sia provinciali, regionali e nazionali. In questi anni non hanno fatto altro che piangere l'assenza di questo impianto, andando a medicare fondi a destra e a manca. Alla fine hanno trovato gli appoggi di realtà importanti come "La Gazzetta dello Sport" e di Mapei, ma alla fine hanno lasciato che l'impianto restasse lì, come monumento di se stesso, senza alcun tipo di attività. Adesso, giustamente, il Comune e la Federgolf cercano di salvare il salvabile, ma il ciclismo fa la sua bella figuraccia».
Amaro, amarissimo, Mario Fossati, firma storica del ciclismo e cultore della pista e del Vigorelli in particolare. «Sono addolorato, mi domando cosa ci stia a fare la Federazione... », dice laconico.
Dello stesso avviso è Francesco Moser, che su questa pista, stabilì l'ultima vera grande impresa sportiva, stabilendo il record dell'ora a livello del mare. «Credo che ci sia poco da dire, la notizia è semplicemente imbarazzante e sconsolante - spiega il campione trentino -. Era logico che finisse così, ormai in Italia non c'è più una cultura della pista, a maggior ragione in Lombardia e a Milano. La verità è che il Vigorelli andava coperto, e la pista ridotta a 250 metri (ideata da Giuseppe Vigorelli nel 1935, diesegnata dall'archietetto Clemente Schurmann e dall'ingegnere Ugo Fini, l'anello misura 397 metri e 27 centimentri, ndr). Questo potrebbe essere un progetto ancora valido se Milano e la Lombardia decidessero di scendere in campo per l'organizzazione di un Olimpiade ma così com'è il Vigorelli non ha proprio senso e il golf fa benissimo ad appropriarsene». E non c'è da gridare allo scandalo se nella "zeriba" (termine coniato da Gianni Brera e Mario Fossati, atto a definire lo spazio al centro della pista, ndr) del più prestigioso e suggestivo velodromo del mondo si comincerà a parlare di green, tee e drive.
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