LAIGUEGLIA. Sole, fatica e altri incantesimi. FOTOGALLERY
L'aperitivo della vigilia
L'arrivo di lady Ciuffini
La vittoria di Pisani
Bonifazio e Zanoni alla partenza
Il gruppo di Don Agostino
Il gruppo sfila sul lungomare
L'area espositiva presa d'assalto dagli appassionati
Il meritato pacco gara
Finalmente, il ristoro!
Pasta party, che festa!
Pisani e Castagnoli con il dilettante Luca Benedetti, fuorigara
L'attacco decisivo di Pisani
Il podio femminile
Il podio maschile
Un gruppo di appassionati francesi
GRAN FONDO | 07/03/2014 | 12:24 Granfondo di Laigueglia baciata dal sole. Dopo anni di meteo incerto se non proprio avverso, quella del 2014 è stata un’edizione benedetta: clima quasi primaverile per i 3000 partenti di quella che ormai è considerata la classica che apre la stagione delle granfondo italiane. Numeri da manifestazione di tutto rispetto: degni di una gara amatoriale di prima fascia. Soltanto due giorni prima, venerdì 21 febbraio, si è svolto il Trofeo Laigueglia dei professionisti: un’occasione perfetta per i numerosi cicloamatori per giungere nel paesino della riviera con qualche giorno d’anticipo, la giusta scusa per un weekend lungo, magari con la vigilia passata in riva al mare a godersi i primi tepori e a scacciare la tensione.
Domenica il via viene dato alle 9:30 puntuali nelle centralissime Corso Badanò e via Mazzini, dove sono posizionate le griglie. Temperature ancora basse, ma il sole già alto nel cielo dice chiaramente che sarà una giornata perfetta per pedalare e, magari, riporre, per una volta, i guanti nelle tasche posteriori. Una manna, soprattutto per i cicloamatori del nord Italia, quasi sempre alle prese con nebbia, gelo e ghiaccio sulle strade, di questi tempi.
Le prime scaramucce si registrano sulle colline appena superato Ceriale, lungo la riviera. Ma si tratta di un fuoco di paglia: i granfondisti procedono ancora compatti, offrendo uno splendido spettacolo di colori e facce felici. Al rumore dei deragliatori che cambiano veloci, passando dal 34 al 50 e viceversa, la gente si sporge dai balconi delle caratteristiche case color pastello. Tutti accolgono festanti il plotone che avanza. Nessuno si lamenta per gli eventuali minimi disagi alla viabilità. Una festa nella festa.
Tornando alla corsa, per le prime azioni vere e proprie occorre aspettare la salita di Ligo. Ascesa impegnativa che ha messo a dura prova la preparazione, ancora in fase di assestamento, dei numerosi partecipanti. Chi è ancora indietro e ha pochi chilometri nelle gambe, rimane subito staccato. Il gruppo si sfoltisce. In testa inizia un duello a tre che durerà fino alla fine della corsa.
Splendido il finale, la vera chicca della giornata, con l’arrivo improvvisato, in quota, al panoramicissimo Santuario di Madonna della Guardia: l’ultimo tratto del percorso è stato infatti cambiato all’ultimo a causa della frana caduta il località Capo Mele l’8 febbraio. Una modifica che ha però forse reso ancora più affascinante questa edizione della Gf Laigueglia: non sono molte le granfondo italiane con arrivo in quota.
Un’emozione da arrivo di tappa del Giro d’Italia. Il tracciato rispetto alle edizioni precedenti risultava leggermente più corto come chilometraggio (circa 10 km in meno), mentre il dislivello restava sostanzialmente invariato (quasi 2000 metri: non certo pochi per questa fase iniziale della stagione).
La vittoria, tra gli uomini, con un’azione partita da lontano e poi portata a termine, è andata al frusinate Vincenzo Pisani che ha preceduto Federico Castagnoli e Igor Zanetti. Tra le donne, si è invece imposta Chiara Ciuffini. Seconda e terza: Milena Felici e Valentina Mabritto. Notevole il numero di donne iscritte: 180 i dorsali rosa, indice di un fenomeno, quello del ciclismo amatoriale femminile, in costante crescita in tutte le granfondo.
Venendo ai dati tecnici: corsa tradizionalmente ideale per testare le gambe e iniziare a macinare chilometri, la Gf Laigueglia offre un percorso unico di 110 km e 1833 m. di dislivello. Primi chilometri di “mangia e bevi” lungo il mare e l’Aurelia, passando per Alassio, Albenga e Ceriale. Seconda parte invece tutta nell’interno, sulle alture imprevedibili e di difficile interpretazione dell’Appenino ligure. Fatica assicurata, ma ripagata da eccezionali scorci sul mare. Se il sole bacia i belli, a Laigueglia siamo partiti bene.
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