REDA. «Pago per colpe non mie»

LETTERA APERTA | 30/01/2014 | 11:25
Ho preso atto del fatto che il Tna del Coni ha emesso la sua sentenza dandomi due anni di squalifica per quello che loro chiamano “omesso controllo”; ribadisco che di omesso controllo non si può parlare in questo caso specifico, in quanto lo stesso è avvenuto in modo non corretto.
E’ capitato che il DCO e lo Chaperon si siano presentati, sbagliando, presso la mia abitazione il giorno 28 febbraio quando invece ero con la squadra presso l’albergo dove alloggiavamo dalla notte prima per il Gp di Camaiore. Come noto il wherabouts durante i giorni di corsa viene modificato direttamente dalla squadra, come infatti è avvenuto. !

La stessa DCO era comunque già a conoscenza del fatto che il giorno 28 avrei alloggiato presso quell'albergo, perché la stessa DCO il giorno 27 febbraio si era (sbagliando) recata presso lo stesso hotel, quando sul mio adams vi era invece ben specificato il mio luogo di residenza.

Nonostante ciò non ricevetti alcuna chiamata il giorno 27, come sono di solito fare i controllori della Clearidium, quando non trovano il corridore presso la sua residenza; di questo errore della DCO, l’UCI prese atto senza infliggermi alcuna sanzione.
Alla mattina successiva cioè il 28 febbraio, giorno della corsa, ricevetti la telefonata della DCO che mi chiedeva dove fossi, quando sull’Adams era specificato il luogo del mio alloggio, ovvero l’hotel dove ero con la squadra. Io risposi che sapevano benissimo dove fossi e che avrei partecipato alla corsa di quella mattina.

La DCO si è così presentata presso l’albergo in ritardo di ben due ore rispetto allo slot e con un controllo out-competition. Nonostante tutto ciò, appena arrivati i controllori ho fatto il controllo ematico senza però urinare in quanto avevo urinato appena alzato, prima che gli ispettori potessero arrivare; una volta acceso il cellulare sono venuto a conoscenza del controllo ma ormai avevo già urinato.

Ora mi chiedo: com’è possibile che un addetto ai controlli non sappia leggere il sistema Adams? E poi, come mai tutto questo accanimento nei miei confronti quando il controllo è avvenuto con il prelievo ematico? Ho chiesto soltanto del tempo per poter avere un nuovo stiimolo urinario.
Ho solo fatto quello che la squadra mi ha ordinato di fare, cioè prepararmi perché quella mattina dovevo correre.

Nonostante io e il mio ds Ellena avessimo chiesto alla DCO di farmi fare colazione e permettermi di bere per facilitare la raccolta delle urine e quindi seguirci almeno fino all’inizio della corsa per completare il controllo, la DCO scappò con la scusa che doveva fare altri controlli ad altri corridore e che quindi non poteva perdere altro tempo, come dimostrano le email inviate dalla stessa DCO al mio ds nelle quali figurano nomi e cognomi dei corridori che avrebbe controllato quel giorno.

Dov’è la privacy? La stessa DCO è stata appunto sospesa dal suo incarico. Devo allora pagare per una cosa del genere, per un errore dei controllori?

Sono rimasto presso il solito albergo per tutto il giorno 28 e sono partito il giorno seguente; potevano essermi fatti altri mille controlli, perché non è accaduto?
Credo che il ciclismo ormai sia pubblicizzato in modo negativo, che ci sia un accanimento contro persone che fanno costantemente sacrifici e vivono come se avessero un braccialetto elettronico per essere rintracciati; in qualsiasi altro sport tutto ciò non sarebbe mai avvenuto.

La condanna di due anni è una cosa inaccettabile; ho ricevuto una pena maggiore rispetto anche a chi è stato trovato positivo a qualsiasi sostanza.
L’ultima carta in mio possesso è il ricorso al Tas nella speranza che giustizia venga fatta, perché non mi merito tutto questo per un errore non commesso da me. !

Vedere tutti i miei sacrifici, i miei sogni e sopratutto vedermi negare la mia unica vera passione, oltre che lavoro, cioè il ciclismo, è una cosa ingiusta.

Distinti saluti

Francesco Reda




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COMMENTI
che dire?
30 gennaio 2014 12:18 cimo
Stante la cosa come la descrive Reda, e non vedo perchè dubitare, trovo esagerata la pena che gli è stata inflitta, la stessa che viene comminata a chi è scoperto positivo alle sostanze dopanti.
Ma tutto ciò è normale? ma a chi giova un tale comportamento?

Le iene
30 gennaio 2014 13:00 gianni
"Le iene" e coloro che fanno giornalismo scandalistico invece che d'inchiesta perché non interpellano anche Reda: interessante la sua vicenda.

saluti
Gianni Cometti

30 gennaio 2014 13:32 enrico
se quello che si e legge e vero e non ho motivi per dubitarne, il ciclismo e alla frutta, non merita più di esistere, ragazzi che fanno sacrifici e si vedono squalificati per due anni senza essere risultati positivi, ma solo per una grande confusione nel sistema.Non è giusto che un ciclista deve come prima cosa dimostrare il contrario mentre altri organi fanno errori a bizzeffe ma al massimo vengono sospesi per alcuni giorni.
Dov'è l'associazione corridori? questo è un caso da difendere.
chiaramente è una mia oppinione

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