Museo della bici di Reggio, in arrivo una soluzione

INIZIATIVE | 06/12/2013 | 09:42
Situazioni difficili, anzi difficilissime, anche per i musei delle due ruote quelli che stiamo vivendo. Ne è, fra altri noti, testimonianza anche quello che era il Museo della Bicicletta di Reggio Emilia che, da più di un decennio, tredici per la precisione, vede “reclusi” in un anonimo deposito comunale tanti e preziosi reperti – biciclette, maglie e altri oggetti di valore ciclistico storico e affettivo – raccolti negli anni dalla grande passione di un personaggio storico del ciclismo reggiano, il patriarca Giannetto Cimurri (1905-2002). Massaggiatore, masseur o soigneur che dire si voglia ma non solo, di più, molto di più per tanti corridori fra i quali epici campioni per un grande numero d’anni.
A causa dei danni subito dall’edificio che lo ospitava per cedimenti alla struttura in seguito alle scosse di un terremoto, i materiali di Cimurri (materiali che per lui, così come per molti altri appassionati hanno un’anima) sono stati ricoverati e accatastati in un magazzino comunale. Diversi i progetti che si sono susseguiti per una nuova sistemazione che l’amministrazione comunale di Reggio Emilia ha prospettato in questi tredici anni. Nessuno però, per le più varie e disparate ragioni, è andato a buon fine.
Ora, come racconta dalle colonne della Gazzetta di Reggio del 1° dicembre Giuseppe Galli, sembra bene avviata la possibilità di soluzione positiva per la definitiva e adeguata soluzione di restituire una casa come si deve al Museo della Bicicletta. Sono interessati in prima persona l’assessore allo sport di Reggio Emilia Mauro Del Bue e l’ex sindaco, Graziano Delrio, attuale ministro dello sport. L’area individuata è quella degli ex Stalloni e dei Chiostri di San Domenico. L’intento è di creare a una realizzazione “viva” e fruibile da tutta la popolazione, in linea con la tradizione e il costume che lega Reggio Emilia e il suo territorio alla bicicletta, mezzo di trasporto largamente diffuso e sempre amato, in tutte le accezioni. E’ quasi uno stile di vita insito, radicato e sempre praticato da ogni ceto sociale nella pianura emiliana. A questo proposito viene in mente l’imponente figura di un altro reggiano, grande amico di Giannetto Cimurri, quale Guglielmo Fanticini – purtroppo scomparso prematuramente al Giro d’Italia 1982 – giornalista, gentiluomo e riferimento di valore dello sport reggiano - che, in sella alla sua bici da viaggio nera (non aveva la patente), con le tasche degli abiti da dove debordavano giornali e fogli svolazzanti, percorreva in lungo e in largo le vie di Reggio Emilia.
Non è per rimpiangere il tempo che fu ma, come auspica Giorgio Cimurri, il figlio di Giannetto, la ricollocazione del Museo della Bicicletta, in visione e prospettiva consone ai tempi, avrebbe grande valore culturale e morale.
Si spera tutti che questo si realizzi.

g.f.
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