Addio a Cottur. Pinarello:era troppo buono per vincere
| 13/03/2006 | 00:00 Centinaia di persone, tra le quali Giovanni Pinarello e Alfredo Martini, protagonisti del ciclismo anni '30 e '40, hanno partecipato questa mattina ai funerali di Giordano Cottur, morto l'8 marzo scorso a Trieste, all'eta' di 91 anni, dopo essere passato alla storia delle due ruote per essersi piazzato per tre volte consecutive al terzo posto al Giro d' Italia dietro a Fausto Coppi e Gino Bartali. La cerimonia si e' svolta questa mattina nella cappella del cimitero triestino di Sant' Anna e ha visto in prima fila il figlio Giovanni, vicinissimo al padre fino all'ultimo istante, poi il Prefetto, le autorita', e tantissimi amici tra i quali numerosi ciclisti dilettanti e professionisti. Martini, ct della nazionale azzurra per 25 anni, oggi ottantaquattrenne, non ha nascosto la sua commozione, come pure Giovanni Pinarello, il corridore trevigiano divenuto suo malgrado piu' famoso come costruttore di biciclette. E' stato lui a ricordare, rispondendo alle domande dei giornalisti, la capacita' di Cottur corridore di adattarsi ad ogni terreno e ad ogni situazione. ''Avrebbe potuto fare di piu'?'', gli e' stato chiesto. ''Non credo - ha risposto Pinarello - perche' non era cattivo. Non era veloce come Bartali - ha aggiunto - ma era un vero campione, solo troppo buono per vincere''.
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