«Mafiosi», che litigio al Giro!

GIRO D'ITALIA | 21/05/2013 | 08:36
Dapprima un blitz sulla via verso il Galibier per parlare con Pippo Pozzato, poi il rientro di corsa sul patrio suolo per incontrare la famiglia Reverberi in quel di Bardonecchia: altro che giorno di riposo! A entrambi i nostri interlocutori abbiamo chiesto lumi su quanto accaduto domenica in gruppo - era più o meno l’ora di pranzo - durante l’ascesa del Moncenisio, affrontata dai corridori ad andatura turistica in seguito a un accordo non scritto ma figlio di quanto era accaduto nei due giorni precedenti, flagellati da un meteo infame con pioggia, gelo e anche neve.

I FATTI. Gli organizzatori della Rcs alle ore 11 di domenica hanno preso la decisione di confermare l¹’originale tracciato del Galibier (tranne gli ultimi 4.250 metri), ma le squadre in cambio hanno ottenuto in forma non ufficiale di non “prendersi la pelle” sin dall¹iniziale ascesa ai 2.094 metri del Moncenisio, un po’ per il rigore delle temperature in vetta e soprattutto per evitare incidenti lungo la successiva discesa che avrebbe portato a Lanslebourg e lungo la quale, sino a qualche ora prima, c’erano anche dei tratti ghiacciati.

LA LITE. Ecco la versione di Bruno Reverberi, detto lo Zio, team manager della Bardiani nella quale corre Stefano Pirazzi, attuale leader del gpm, maglia azzurra: «Il mio corridore voleva allungare per tentare di prendere punti in vetta, ma in gruppo glielo hanno vietato. quando Pirazzi me lo ha riferito, mio figlio ha raggiunto la testa della corsa con l’ammiraglia, chiedendo spiegazioni. Gli è scappata una frase del tipo “Questo è un metodo mafioso!”, perché quella decisione era passata sopra le nostre teste, mancando di rispetto a coloro che mettono soldi nel ciclismo.
Ribatteva Pippo Pozzato, accusato con Paolini di essere un capopopolo: «È assurdo! Mi sono adeguato al volere del gruppo, ma ho appreso la decisione a cose fatte. Io non ho fomentato alcunché. Non sopporto che mi sia stato dato del mafioso, perché non mi ritengo responsabile di nulla e poi a me la maleducazione ha sempre dato molto ma molto fastidio». Pirazzi ha poi allungato di sua spontanea volontà, mentre la quasi totalità del gruppo ha lasciato fare.

A FREDDO. Il giorno dopo, ancora Bruno Reverberi è tornato sull’argomento: «Io mi sono sempre ribellato agli sceriffi in gruppo. Sin dai tempi di Moser e Saronni, sono stato uno dei grandi guastatori. E se continuo ad avere squadre dopo cinquant¹anni un motivo ci sarà pure, no? A me piace il ciclismo nostrano, quello che non sottostà a leggi di caserma. Il nonnismo non deve esistere in nessun campo, figuriamoci poi nello sport! I corridori erano stanchi? Lo posso capire, perché nei giorni scorsi hanno preso tanto freddo. Ma allora la decisione doveva essere resa ufficiale a tutte le componenti prima del via. Si sarebbe dovuto dire “okay, tutti piano senza rischi sino a tre chilometri dal gpm, dopodichè chi vuole disputarsi lo sprint per la maglia azzurra faccia pure”. Contesto aspramente il modo, non tanto l’atteggiamento di una mezza giornata senza agonismo estremo».
Ancora Pozzato, sul fronte opposto: «Noi corridori abbiamo dato l’anima sempre e comunque in questo Giro. E tutto ciò nonostante il freddo, la pioggia, i percorsi e i trasferimenti. Nessuno si è mai lamentato, tutti sono sempre partiti a testa bassa con medie incredibili nelle prime ore di corsa. E poi ci sentiamo dare dei mafiosi! Il fatto è che in carovana ci sono troppi ignoranti, persone che parlano senza prima conoscere i fatti. Per farci reagire ci è stato anche detto che il nostro atteggiamento passivo sul Moncenisio aveva fatto andare su tutte le furie Acquarone (uno dei due direttori della Rcs, ndr), ma quando ho parlato con quest’ultimo dopo l’arrivo ho scoperto che nulla corrispondeva alla verità e che anzi gli organizzatori avevano capito i motivi che ci avevano spinto a rallentare. Ma dico io: c’è stata o no battaglia tutti i giorni, compreso l’ultimo sul Galibier? Come si possono accusare i corridori?!».

SINTESI. Malumori, rivalità, interessi diversi: il tutto condito da una comprensibile stanchezza fisica e psicologica. Per la Bardiani è fondamentale portare la maglia azzurra a Brescia con Pirazzi, logico che le pseudo rivendicazioni sindacali passino in second’ordine. Il consiglio è quello di riparlarne a bici ferme. Da fuori comprendiamo e stimiamo la conduzione artigianale della famiglia Reverberi, ma d’altra consideriamo eroico quanto è stato sin qui fatto dai corridori in questo Giro. Parlatevi, in gruppo! Non c¹è altra soluzione.

da Tuttosport, a firma di Paolo Viberti
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COMMENTI
21 maggio 2013 09:52 foxmulder
Tutti sintomi della stanchezza estrema che serpeggia nel gruppo secondo me. Alla faccia di chi magari sostiene che con tagli e teglietti dei percorsi ne risulterà un Giro falsato. Acqua e freddo fanno "più male" della salita!

Pozzato vai....
21 maggio 2013 10:32 TPXP
Pozzato l'unico che non dovrebbe parlare, non tira non và in fuga è sempre il primo a fare gruppetto forse è quello che ha piu energie di tutti, invece di cercare di dare un senso a questo giro si mette a sfottere e minacciare chi vuole fare la corsa e forse quei corridori hanno fatto molta piu fatica di lui, l'unica cosa che gli riesce bene è scrivere cazzate su twitter,tutto il giorno! per fortuna che ci sono corridori che pensano a fare i corridori e noi i giullari di corte! poi mi fà specie tiralongo siciliano che si mette a scherzare su un tema che i suoi paesani non vogliono neanche nominare ed eliminare,forse si è dimenticato la sua origine ed il rispetto per chi ha lottato e perso la vita per arrestare quelle persone che anche agnoli facendo il simpatico twitta!

Pozzato
21 maggio 2013 13:13 iser
Caro TPXP il signor Pozzato quest anno ha vinto già una gara e molti piazzamenti ,nel passato una Milano Sanremo più altre corse molto importanti ..La CSF che ha vinto ???

Pozzato quest anno ha vinto già una gara e molti piazzamenti
21 maggio 2013 17:44 SoCarlo
quasi un campione! chissa' cosa potra' fare in futuro...

la vittoria, per caso, e' quella di roma??

superpippo non mi sta molto simpatico.
dotato dalla natura di grandi mezzi (fisici), ha deciso di non usarli a favore di cio' di cui non e' particolarmente dotato (twitter, e quant'altro)

Concordo al 100% con...
21 maggio 2013 18:02 vanny
SoCarlo e aggiungo che forse non avendo fatto il dilettante in passato lo continua a fare ora!!!!

è giunto...
21 maggio 2013 20:03 sonoqua
il momento di andare a lavorare sig. Pozzato (il bel Pozzato) basta fare il gagà e basta

che tristezza!
21 maggio 2013 21:43 Ago
Moser-sceriffo ... vabbe' ci poteva anche stare. Ma chiamare sceriffo (o capopolo) uno come Pozzato: ma valààà!
Dice: in carovana ci sono troppi ignoranti (e qui, sul capopolo potremmo ragionare)

Coraggio
21 maggio 2013 22:04 Coraggio
Quando l\'invidia e l\'ignoranza si miscelano diventa una bomba micidiale e poi chissà perché sempre è solo contro Pozzato
Se anche avessero deciso di andare un po\' più piano che male c\'è\' , lo spettacolo e\' stato garantito.
Consiglio ai critici di provare un po\' di disagi che hanno subito i ciclisti e vedrete che tutto sarà più chiaro.

Se anche avessero deciso di andare un po' più piano che male c'è' , lo spettacolo e' stato garantito.
21 maggio 2013 23:46 SoCarlo
c'e' che non siamo di fronte ad uno spettacolo, ma ad una gara ciclistica.
quello che non e' stato garantito e' la gara, la competizione, lungo tutto il tracciato, come da aspettative di chi ingaggia i corridori, di chi organizza la manifestazione, di chi assiste come spettatore.

c'e' che c'e' un dovere che non e' stato rispettato, ci sono persone ed aziende che investono che non sono state informate dell'evenienza, e c'e' soprattutto un'etica che impone che tali scelte siano condivise, non imposte.

per quanto rigrada le solite scusanti, di cui in italia siamo maestri, per giustificare il dovere non assolto e la mancanza di etica alla base di tante decisioni, c'e' da aggiungere che anche pirazzi pare soffra il freddo, la pioggia e le intemperie. lo rende differente la voglia di dare il massimo in quell'evento che per lui rappresenta il traguardo professionale di una stagione, la vetrina degli sponsor che in lui credono, e la possibilita' di attirare l'attenzione di squadre importanti che gli possano garantire una crescita professionale. non da ultimo la voglia di vincere che caratterizza i giovani che a tali gare partecipano.
se il problema fosse stato la sicurezza, non dovevano correre.

se il commento e' un po' troppo duro per le presa di posizione, e' perche' ancora mi irrito ad assistere a tali spettacoli e leggere delle giustificazioni che non fanno altro che avallare stereotipi di italianita'

22 maggio 2013 07:32 geom54
in ambito di lavoro, sempre, chi crea, chi promuove ha la diretta fiducia di chi lo sostiene;
recriminazioni e/o veti d'altri stanno a 0.

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