Colombia, buona prova degli escarabajos

GIRO D'ITALIA | 10/05/2013 | 22:18

Tutti si attendevano una giornata dura per la 7a frazione del Giro d’Italia, da Marina di San Salvo a Pescara per 177 km, ma la corsa ha riservato diverse sorprese, con il meteo a interpretare un ruolo da grande protagonista nel finale di una gara quasi senza un metro di pianura. Adam Hansen (Lotto-Belisol) è riuscito inaspettatamente a presentarsi solo sul traguardo di Pescara, unico sopravvissuto della fuga di 6 uomini partita in avvio di gara. Enrico Battaglin (Bardiani) si è piazzato al secondo posto, superando Danilo Di Luca nello sprint del primo gruppo inseguitore, giunto all’arrivo a 1.07 dal vincitore.


Dopo aver pedalato con i più forti per gran parte della giornata, quattro rappresentanti del Team Colombia – Darwin Atapuma, Fabio Duarte, Robinson Chalapud e Jarlinson Pantano – hanno tagliato il traguardo con 2.31 di ritardo, riuscendo a giungere sul traguardo sani e salvi a dispetto delle tante cadute succedutesi negli ultimi 25 km di gara.


L’asfalto reso scivoloso dalla pioggia battente ha ulteriormente complicato le fasi piú dure di una tappa che includeva 4 gran premi della montagna e numerosi strappi che hanno messo a durissima prova le gambe dei corridori. La vittima più illustre di giornata è stato l’attesissimo Bradley Wiggins (Team Sky), caduto nell’ultima discesa proprio davanti a due portacolori del Team Colombia, e poi riuscito a concludere nel medesimo gruppo degli Escarabajos grazie all’aiuto dei colombiani Rigoberto Uran e Sergio Henao. Nello stesso gruppo è arrivato anche Luca Paolini, che ha cosí dovuto cedere la maglia rosa allo spagnolo Benat Intxausti (Movistar).

“Siamo arrivati in cima all’ultima salita nel gruppo dei più forti – ha raccontato Fabio Duarte dopo la tappa – appena nella scia di un gruppetto che si era avvantaggiato subito prima della discesa. la caduta di Wiggins ha poi creato la frattura, costringendoci all’inseguimento. Sul momento siamo stati bravi e fortunati a evitarlo, perchè è caduto proprio davanti a noi, anche se successivamente sono scivolati anche Chala e Leo.” Dopo la gara, il medico sociale Massimiliano Mantovani ha assicurato che nessuno degli atleti caduti  – Chalapud, Duque e Dalivier Ospina – ha riportato conseguenze fisiche di rilievo.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Darwin Atapuma: “Sapevamo che ci attendeva una tappa dura, ma francamente non fino a questo punto. Ad ogni modo, abbiamo dimostrato di poter stare con i piú forti anche su questi strappi, ma le discese nel finale erano qualcosa di pazzesco. l’asfalto era lucido ed estremamente scivoloso – lo dimostra la caduta anche di un discesista come Nibali – e noi abbiamo fatto il massimo per giungere sul traguardo limitando i rischi.”

Una fuga di sei uomini è riuscita a prendere il via dopo 30 km, dopo un avvio di corsa molto rapido e caratterizzato da grande movimento in una giornata favorevole per i tentativi da lontano. Il drappello dei battistrada, che ha avuto un vantaggio massimo di 7 minuti, si è sfaldato lungo la salita di Chieti dove hanno preso il largo Emanuele Sella (Androni) e Hansen. La scivolata del corridore italiano e il ritmo imposto lungo le rampe dell’ascesa di Santa Maria de Criptis hanno spianato la strada verso il successo di tappa all’australiano Hansen. Nel gruppo degli uomini di classifica, gli attacchi di Danilo Di Luca (Vini Fantini-Selle Italia) e Vincenzo Nibali (Astana) hanno messo a dura prova la resistenza di Sir Bradley Wiggins (Team Sky), fino alla caduta che ha definitivamente distanziato il britannico.

In una tappa tanto insidiosa e particolare, Il DS Valerio Tebaldi si è espresso positivamente sulla prova dei suoi: “I nostri ragazzi si sono gestiti bene in una tappa che si è rivelata difficilissima, riuscendo sempre ai figurare fra i migliori in salita. Se non fosse stato per la pioggia, si sarebbe presentato sul traguardo un gruppo di 65 corridori, e magari anche Duque avrebbe potuto dire la sua.”

Nella giornata di domani, i corridori saranno impegnati in una cronometro individuale con partenza a Gabicce Mare e arrivo dopo 54,8 chilometri a Saltara: un test che dirà moltissimo nell’ottica della classifica generale del Giro.

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