
Trovarsi nel posto giusto al momento sbagliato. E’ quanto è accaduto a Michele Scarponi (foto Bettini) nel finale
della 3^tappa del Giro d’Italia, la Sorrento-Marina di Ascea di 222 km,
quando a 4 km dal traguardo, lungo la discesa che portava da Ascea
all’arrivo. pedalava in terza posizione nel primo gruppetto postosi
all’inseguimento del fuggitivo Paolini.
I due atleti del Team Blanco che precedevano l’Aquila di Filottrano hanno sbagliato l’approccio a un tornante a destra, costringendo Scarponi a un’improvvisa frenata che ha fatto perdere alla sua bici aderenza: il capitano della LAMPRE-MERIDA si è trovato sdraiato per terra e, rialzatosi prontamente, ha provato a ripartire, accorgendosi però che avrebbe dovuto cambiare bici. Scarponi ha dovuto attendere l’arrivo di Stortoni per effettuare un cambio di bicicletta e per ripartire alla ruota di Niemiec, anch’esso attardato dopo aver evitato una caduta in discesa di Betancur. La coppia della LAMPRE-MERIDA ha raggiunto il traguardo con 1′ di ritardo dal vincitore Paolini (anche nuova maglia rosa), 44″ dopo il drappello dei big di classifica.
“Avevo corso bene per tutto il giorno, riuscendo anche a rispondere a una interessante azione di Hesjedal sull’ultima ascesa di giornata, quella di Sella Catona, che ha selezionato il gruppo – ha spiegato Scarponi – Nella discesa verso il traguardo ho voluto pedalare in una posizione di testa, davanti a me Kruijsijk e Gesink che, appena rientrati nel nostro drappello e subito passati in testa, hanno sbagliato la curva. Mi sono irrigidito, ho frenato troppo bruscamente e sono caduto, non potendo poi più ripartire perché necessitavo di cambiare la bici. Purtroppo anche Niemiec era rimasto attardato da una caduta, nella quale non era direttamente coinvolto, così i secondi sono passati in fretta. E’ andata male, peccato, però il Giro è ancora lungo, anche se questo non significa che attaccherò come un matto in ogni tappa da qui a Brescia per provare a recuperare il tempo perso. Nella caduta ho riportato qualche escoriazione al ginocchio e al fianco, medicate sul bus della squadra”.
Paura per Pietropolli, caduto lungo la discesa di Pollica (65 km dal traguardo) oltre il parapetto che delimitava la strada: per il veronese, un volo di 20 metri che, fortunatamente, ha lasciato come conseguenze fisiche solo una forte contusione a una gamba, oltre a varie escoriazioni. Pietropolli ha regolarmente concluso la tappa.
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