LEZIONI. Pozzovivo e l'attenzione per il ciclismo del sud

| 27/03/2012 | 18:54
''La sfida che vivo quotidianamente la porto innanzitutto a me stesso: nel trovare stimoli continui per migliorarmi come uomo, come atleta, come studente. Ogni particolare per far bene in corsa, l'applicazione costante nel preparare un esame per la mia specializzazione e' un modo di interpretare la vita che mi sono dato da ragazzino per disciplinarla e renderla sempre appagante anche senza rincorrere illusioni'': Domenico Pozzovivo, leader del team Colnago-Csf-Bardiani, ha illustrato cosi' il suo cammino che l'ha portato ad affermarsi nello studio e nello sport agli studenti dell'Istituto Superiore ''Luigi Ripamonti'' di Como nell'incontro conclusivo del progetto ''Ciclismo-scuola tra etica e agonismo''
Un intervento che ha chiuso all'insegna della qualita' il minicorso organizzato da Comolagobike di Lambrugo - societa' sportiva impegnata nella promozione territoriale dello disciplina a due ruote - sotto l'egida degli Assessorati all'Istruzione e allo Sport e Turismo della Provincia di Como.
''Il risultato e' la conseguenza di aver lavorato seriamente e prima o poi arriva: io ho iniziato a correre intorno ai 15-16 anni perche' mi sono convinto che quella e' l'eta' della spensieratezza ma anche il momento in cui si pongono le basi culturali e si crea il bagaglio di conoscenze che serviranno dopo, nella vita delle tante responsabilita' quotidiane - ha proseguito Pozzovivo, 29 anni, una laurea in Economia Aziendale ottenuta a Roma nel 2010 - Ricordo ancora le corse a casa a mangiare alla svelta un piatto di pasta uscito dal liceo per poi inforcare la bici anche in inverno con poche ore di luce a disposizione. Sacrifici che temprano come i tanti aerei presi per lasciare la mia piccola regione, la Basilicata, e trasferirmi nei weekend al Nord per gareggiare prima di rientrare alla base e trovare due ore di latino al lunedi' mattina che mi ricalavano in modo forte nella realta' scolastica''.
''Il mio e' un caso particolare: vorrei che tanti ragazzi del Sud evitassero certe fatiche se finalmente si creera' un calendario di gare giovanili, auspicato da parecchio, che consenta di maturare sulle strade di casa - ha aggiunto - Ho vissuto le esperienze delle foresterie dove conta soprattutto trovare un gruppo affiatato con cui condividere i lunghi ritiri agonistici di preparazione. Sono stato fortunato indubbiamente ad avere una famiglia pronta a raggiungermi alle corse garantendomi calore e affetto ininterrotto nonostante le grandi distanze che ci separano tuttora. Sulla preparazione dei giovani contera' molto la crescita dei tecnici: spesso si tratta di ex-corridori che pero' non hanno la sensibilita' per agire sulla maturazione completa dei ragazzi. Ben venga percio' un passaggio piu' selettivo, finalmente in atto, per formare i nuovi direttori sportivi''.
Il capitano della Colnago-Csf trova sui libri una forma di relax e di riflessioni non solo per il suo futuro: ''Nei dopocorsa riprendere a studiare e' efficace per l'eliminazione dello stress. Nei prossimi giorni saro' in ritiro in solitudine in altura per preparare il Giro d'Italia e il computer, una volta conclusa l'analisi dei dati d'allenamento, diventera', coi testi universitari, una compagnia perfetta per soddisfare la sete di conoscenza. Mi capita di pensare ogni tanto a un futuro da manager nel ciclismo: in Italia si paga un forte ritardo rispetto all'estero nel coinvolgimento di grandi sponsor. Manca la progettualita' ad alto livello per costruire in termini di marketing a lunga scadenza. E' sbagliato promozionare un brand in funzione dell'evasione fiscale come accade di frequente: l'azione del governo Monti la apprezzo, in questa direzione, per valorizzare investimenti seri e coerenti dell'imprenditoria in uno sport che tuttora ha una visibilita' e popolarita' enorme. Approvo altresi' che strumenti come twitter siano a disposizione dei corridori nelle corse importanti per interagire con tanti giovani potenziali appassionati''.
Nel fuoco di fila delle domande degli studenti, impegnati a prepararsi, tra gli altri, nei settori delle comunicazione, della grafica e della moda, e' emerso attento interesse al fenomeno doping: ''E' sinonimo di progresso evitare l'affermazione di chi ha pelo sullo stomaco e accetta ogni percorso per imporsi. Non mi hanno mai proposto di doparmi nell'eta' critica da juniores attorno ai 17-18 anni quando spesso i corridori vengono avvicinati da figure che promettono un futuro da numeri uno. E' un momento in cui i giovani non hanno ancora una corretta percezione del problema. Chi invece decide di agire cosi', da dilettante, quando ha 21-22 anni lo fa volontariamente, per sua scelta personale. L'impegno, mediante test accurati a reprimere e' evidente. Rimane tuttavia aperta una conflittualita' tra Paesi che deve cessare: dallo scarso peso che la Spagna da' al ricorso a farmaci vietati ne esce un danno di credibilita' ed economico generato dal largo traffico illecito, ben ramificato anche a livello amatoriale, di queste sostanze. Per contro la Francia ha raggiunto un notevole grado di durezza nella sua azione che concreta, di fatto, una lotta con l'Unione ciclistica internazionale per arrivare a un grado di severita' massima. I casi recenti di Valverde, tornato in gruppo a vincere dopo una lunga sospensione agonistica, e di Contador, fermato al termine di un procedimento lunghissimo, sollevano perplessita' e incongruenze deleterie per il nostro sport''.
Domenico ha sfoderato l'orgoglio misurato per le sue sei vittore nella massima categoria unito ia vanto, legittimo, di non essersi mai ritirato dalle gare a cui ha preso il via nell'arco di un'intera stagione: ''Un piccolo-grande record che condividiamo in pochissimi. E' stato frutto della fortuna, nell'aver evitato cadute e infortuni, ma anche della mia convinzione a onorare sempre gli appuntamenti''.
A fargli compagnia nella conferenza lariana e' intervenuto il suo compagno di team Angelo Pagani, comasco doc. ''Seguire un capitano come Domenico significa apprendere di continuo'' ha spiegato Pagani, 23 anni, autore di una fuga di 250 chilometri nell'ultima edizione della Milano-Sanremo.

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