| 22/11/2011 | 13:12 Giuseppe Olmo nacque a Celle Ligure (sv) il 22 novembre 1911. I suoi esordi nel ciclismo li ebbe sotto la guida di un vecchio routier pistard che abitava nella vicina Varazze, Giuseppe Oliveri. Dal1927 iniziò quindi ad affermarsi nelle categorie inferiori mettendo in mostra doti da velocista ma anche da corridore completo e buono per ogni tipo di percorso. Corse per la Ciclistica Azzurra di Varazze, per la U.C. Fulgor di Savona, per la Società Ciclistica Sampierdarenese e nel 1931 corse per la Ercole Piaggio di Genova che vinse grazie a Olmo, Biggio, Grosso e Briano la finale della Coppa Italia. Lo stesso anno si impose anche nel Campionato Italiano dilettanti corso a Siena e in un’altra dozzina di classiche dei dilettanti. Ottenne anche un secondo posto ai Campionati Mondiali su strada di Copenaghen. Nel 1932 vince la medaglia d’oro nella corsa a cronometro relativamente alla classifica per nazioni delle Olimpiadi di Los Angeles con i compagni Pavesi e Segato, dopo di che passa professionista con la Frejus e l’anno successivo con la Bianchi. Nel 1933 vince due tappe al giro d’Italia e nel 1934 ne vince tre sempre ben figurando negli ordini d’arrivo delle principali classiche. Nel 1935 affina le sue qualità di pistard prevalendo come inseguitore sui campioni francesi dell’epoca. Ma la principale vittoria delle undici che ottiene è rappresentata dalla Milano Sanremo.E’ anche corridore completo arrivando terzo nella classifica finale del Giro d’Italia e stabilendo il record dell’ora al Vigorelli con 45,090. Nel 1936 pur con dieci vittorie di tappa, arriva secondo dietro Bartali al Giro d’Italia dopo essere stato per qualche giorno maglia rosa. Conquista anche meritatamente la maglia tricolore. Nel 1937 attraversa qualche problema di salute e ottiene solo una vittoria di tappa al Giro dal quale si ritira. Nel 1938 vince ancora la Milano Sanremo e altre cinque corse, ma il suo interesse si sposta verso il mondo dell’imprenditoria industriale dove esordisce appena 28enne come costruttore di biciclette. Negli anni successivi raccoglie poco dal punto di vista sportivo ma fa in tempo ad imporsi ancora in un Campionato italiano Stayer nel 1940. Da allora in poi si segnala nel difficile periodo bellico come avveduto industriale espandendo i suoi interessi nel mondo della gomma, della plastica e dei piccoli motori. Sposato e padre di tre figlie, si trasferisce a Milano dove, dopo una vita ricca di soddisfazioni affettive e professionali, muore il 5 marzo 1992 per una malattia incurabile. Palmares 39 vittorie. 20 tappe al Giro d’Italia. 2 Milano Sanremo. Record dell’ Ora. 3 maglie tricolori. 7 giorni in maglia rosa. 3 volte in nazionale ai Mondiali professionisti.
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