LUTTO. Travolto in bici, muore il giornalista Pier Luigi Todisco

| 07/10/2011 | 22:01
Arrivava al lavoro sempre trafelato, i capelli scompigliati dalla corsa in bicicletta, fedele compagna che ogni giorno lo trasportava da casa fino alla sede della Gazzetta dello Sport. Posava il casco, si sedeva al computer e subito si immergeva nel flusso del lavoro del nostro sito, non senza averci prima regalato un paio delle sue inimitabili battute. Pier Luigi Todisco, 52 anni, giocava con le parole e amava pedalare: un colpo di vento (anche se la dinamica dei fatti va ancora chiarita) ce l'ha portato via, facendolo sbandare e impattare contro un camion in transito in viale Sarca, a Milano, non lontano dall'abitazione che divideva con la moglie Francesca e il figlio Riccardo. Inutili i tentativi di soccorso messi in atto dal 118: troppo gravi le ferite riportate nell'incidente, avvenuto nei pressi del deposito dell'Atm. L'autista del mezzo, un ecuadoriano di 49 anni, è indagato per omicidio colposo, anche se dagli alcool e droga test effettuati è risultato che non avesse assunto alcuna sostanza illecita.

A tutto campo. Pier Luigi stava correndo in redazione a occuparsi della Serie B, categoria a cui aveva dedicato buona parte dei quindici anni di appartenenza alla Gazzetta dello Sport, quotidiano in cui era approdato nel '96. In realtà, lavorava nel gruppo Rcs già da un decennio abbondante: prima come freelance alla Periodici per La Domenica del Corriere, Amica e Il Mondo, poi assunto proprio dalla sezione Esteri del Mondo nel 1987. Torinese di nascita e milanese d'adozione, con origini in Piemonte, Puglia, Veneto e Friuli, si considerava "un italiano più vero di Toto Cutugno". E si era laureato in Lingue e letterature straniere moderne alla Statale di Milano.
Dal momento del passaggio sulle pagine della Rosea, si è occupato con passione e competenza di più argomenti: dal doping alla violenza negli stadi, dal lancio del fantacalcistico "Magic Campionato" alle Serie A e B di calcio. E per tutta la redazione era un punto di riferimento costante anche dal punto di vista sindacale: negli anni Novanta era stato eletto all'assemblea nazionale Casagit. Si occupava della salute e della sicurezza dei colleghi, che avevano fiducia in lui e nella sua conoscenza enciclopedica della "legge 626".

A gazzetta.it  - Dal 2006, Pier Luigi aveva scelto di intraprendere una stimolante sfida professionale: lasciare la carta stampata, dove era cresciuto e aveva imparato il mestiere, per dedicarsi al mondo dell'online.
"Dove non interpreto più niente e mi occupo di tutto", scherzava lui. In realtà, interpretava alla grande il suo ruolo di firma della Serie B, che curava con l'attenzione di chi innaffia una pianticella da far crescere.
Stava correndo al giornale in bicicletta, in agenda c'era un'intervista a Dal Canto, alla vigilia della sfida di campionato col Brescia. L'allenatore del Padova quella telefonata non l'ha più ricevuta, e in redazione è arrivata quella a cui non avremmo mai voluto rispondere. Ci mancherai tanto, caro "Tod".

da gazzetta.it
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