VAM. Serve chiarezza perché c'è chi spara numeri a caso
| 01/08/2011 | 17:43 Per gli appassionati VAM è una parola magica, un valore da calcolare e "pesare" per sapere come si è affrontata una salita. Acade però che ci soano giornalisti che si travestono da tecnici e sparano numeri a velocità supersonica. Numeri che di reale hanno davvero nulla. E allora per riportare un po' di chiarezza, ci siamo rivolti al sito di Michele Ferrari (53x12.com) che ha pubblicato questo artricolo che vi proponiamo. A qualcuno consigliamo di stamparselo, ritagliarselo e imparare a far di conto.
Nel valutare la VAM di una scalata occorre considerare, oltre al vento, scie, condizioni del fondo stradale, la PENDENZA MEDIA della salita e le ALTITUDINI di partenza e di arrivo.
Molto diverso è il valore di una VAM ottenuta su una pendenza del 10% rispetto ad una VAM uguale, ma registrata su una salita al 7%. Negli anni ho messo a punto una semplice formula, utile per paragonare VAM ottenute su pendenze differenti. Ad esempio una VAM=1800 m/h corrispenderà ad un valore diverso di watt/kg, a seconda della pendenza media della salita:
Come si vede è sufficiente dividere la VAM per un numero, da 2.6 a 3.1, a seconda della pendenza media della salita (dal 6% all' 11%).
Salendo di ALTITUDINE, la pressione barometrica e la pressione parziale di ossigeno (PpO2) si riducono del 6% circa ogni 500m di quota.
Uno studio interessante (J.Appl.Physiol. 1996;80:2204-2210) ha verificato in laboratorio su 11 ciclisti di alto livello (VO2max = 77ml/kg/min) un calo medio del 6.8% del VO2max ad un' altitudine di 580m, rispetto al livello del mare.
Dunque nel paragonare VAM ottenute ad altitudini differenti, occorre considerare l' altitudine media della salita; molto diverso il valore intrinseco di una VAM ottenuta in una salita che parte da 200m slm e termina a 1200m slm (altitudine media 700m) rispetto ad una salita che parte da 1000m slm e termina a 1800m slm (altitudine media 1400m).
Una differenza di altitudine media di 700m comporta una riduzione della PpO2 del 8% . In realtà la prestazione su strada si riduce "solo" del 5% circa, a causa della rarefazione dell' aria che riduce la resistenza all' avanzamento del ciclista e l' attrito dell' aria (meno densa) nelle vie respiratorie.
Ritengo ragionevole considerare una riduzione media della VAM del 3% circa ogni 500m di altitudine, pur con variazioni individuali legate all' efficienza degli scambi respiratori polmonari.
Michele Ferrari consulente di tuttobiciweb! E' un pesce d'aprile in ritardo?
non serve a niente......
1 agosto 2011 19:02limatore
è un valore che statisticamente dice poco o niente. Troppo influenzata da agenti esterni quali, pendenza, meteo condizione asfalto etc.. E mi meraviglio che il Dott ne faccia un'analisi. se la vuoi misurare prendi un buon altimetro un cronometro ed ecco fatto senza tanti calcoli e calcoletti. però non può essere frutto di comparazione con altri risultati ottenuti in tempi e condizioni diverse.
1 agosto 2011 19:17SoCarlo
io l'articolo me lo sono anche stampato, ma chiaramente non lo capisco.
Dalla tabella riportata comprendo che per fare una salita del 6% mi servono 6.92 w/kg.
Se poi passo ad una salita dell'11% (notoriamente piu' ripida) mi bastano 5.8 w/kg
Se il trend e' questo per l'alpe d'huez potrei cavarmela con soli 3.26 w/kg (meno della meta' di quanto serve ad un contador qualsiasi)
Ora o i numeri delle pendenze sono invertiti, o sono normalizzati per distanza/altitudine o il troppo sole fa sicuramente male...
Un po' di sarcasmo:
Non ho controllato il sito da cui sono estratti tali numeri, poiche' l'articolo qui e' riportato come base per 'la bibbia del ciclista' e, come tale, posso solo stamparlo e distribuirlo...
certi commenti
1 agosto 2011 19:32ciano90
leggendo certi commenti mi viene la pelle d'oca: l'articolo è chiarissimo è ovvio che a parità di vam occorrano più watt per kg su una salità poco pendente visto che gli attriti andando ad una velocità più elevata sono maggiori e parte della potenza impiegata viene consumata proprio per questo. Prima di parlare riflettete gente!
dato che poi qualcuno ci potrebbe credere
1 agosto 2011 21:00SoCarlo
ricordo a chi parla di attriti che una volta che il meccanismo e' in movimento gli attriti (i cosiddetti coefficienti di attrito) non variano col variare della velocita', ma dipendono dalle superfici a contatto (materiale, lubrificante,...).
Quindi non sono gli attriti che possono fare la differenza (non su una bici, ci fosse un motore ne potremmo riparlare).
Provo a dare un aiutino su qualcosa di piu' sensato (ma che, nell'articolo cosi' come scritto, non conta molto): c'e' una forza resistente che varia con la velocita' (al quadrato)...
Mi sa che non sono il solo a non avere chiaro l'articolo: a conferma della tesi che e' scritto male.
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