UCI. DRIES DE BONDT DEFERITO ALLA COMMISSIONE ETICA: AL GIRO HA AIUTATO UN AVVERSARIO IN CAMBIO DI UN CONTRATTO?

GIUSTIZIA | 20/06/2025 | 14:10
di comunicato stampa UCI

A seguito di un'indagine preliminare sulle dichiarazioni rese al termine della ventesima tappa del Giro d'Italia (quella del Colle delle Finestre, dispitata il 31 maggio scoso) dal belga Dries De Bondt, corridore dell'UCI WorldTeam Decathlon-AG2R La Mondiale, l'Union Cycliste Internationale ha ritenuto che fossero chiaramente di natura tale da mettere in discussione l'integrità della competizione.


Secondo le sue parole, riportate da diversi media, Dries De Bondt ha deliberatamente aiutato un corridore del team EF Education-Easy Post a seguito di un suggerimento di uno dei direttori sportivi di quel team che questo avrebbe potuto aiutare il corridore a ottenere un'offerta di contratto per la prossima stagione.


Su questa base, l'UCI ha deciso di deferire la questione alla propria Commissione Etica per una decisione sui fatti e di prendere in considerazione possibili sanzioni nei confronti del corridore e/o del Direttore Sportivo qualora il loro comportamento risultasse in violazione del Codice Etico UCI, in particolare degli articoli 8.1 e 2 dell'Allegato 2.

I FATTI. Fin qui il comunicato dell'UCI, ma cosa aveva detto De Bondt? Parlando ai microfoni di Wielerflits il belga ha spiegato perché durante la salita al Colle delle Finestre ha collaborato con Richard Carapaz (e Isaac Del Toro, che non è coinvolto nella vicenda, ndr) all'inseguimento di Simon Yates.

«Non ho ancora ricevuto notizia dalla mia squadra attuale per la prossima stagione e, poiché sono in scadenza in contratto, mi è sembrata una buona idea mettermi in evidenza durante il Giro d'Italia. Così, ho fatto sapere a diverse squadre che ero disponibile alle trattative. Ho parlato anche con Ken Vanmarcke (ex prof belga, ora diesse della EF Education Easypost, il cui nome però non compare nel comunicato dell'UCI, ndr) dicendogli che se cercavano corridori per il 2026 io ero disponibile. E prima del via della tappa numero 20, proprio Vanmarcke mi ha chiesto se avessi in mente di fare qualcosa, perché per loro sarebbe stato difficile inserire corridori nella fuga iniziale. Mi ha detto che che se mi fossi trovato lì e se avessi fatto qualcosa di importante per l'esito del Giro d'Italia, allora sarebbe potuto saltare fuori qualcosa di serio: quelle parole mi hanno portato a tirare per Carapaz».


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COMMENTI
Una goccia
20 giugno 2025 15:08 Bullet
Va beh, come se nel ciclismo non ci fossero mai stati accordi tra team o corridori diversi con in cambio qualcosa. Decisione ridicola, il corridore persin troppo onesto nelle dichiarazioni ma sicuramente non pensava di finire in un'indagine, d'ora in poi staranno tutti molto più attenti nelle dichiarazioni. Piuttosto in quella tappa ci sono altre cose, ben più importanti, che non si sono capite bene, e già il fatto che c'è stato questo accordo fa pensare ancor di più su com'è andato tutto il resto.

@ bullett
20 giugno 2025 16:05 Angliru
L'importante é (ed era) trovare spunti per distogliere l'attenzione da una sconfitta clamorosa per come accaduta.
Diedero la colpa a Carapaz, che secondo taluni giornalisti, doveva fare tutto lui. Come se avesse avuto lui la rosa...

Inoltre
20 giugno 2025 16:44 Bullet
E comunque almeno questo spiega perché la EF ha usato tutti gli uomini già a inizio salita, aveva un altro uomo più avanti pronto ad aiutare Carapaz. E meno male che dicevano che lo ha perso Carapaz, la EF se l'era studiata molto molto bene invece.

Si è sempre fatto
20 giugno 2025 20:01 Frank46
Il fatto che si sia sempre fatto non significa di base che sia una cosa giusta, però se prima di andare a punire non si mette nero su bianco nulla e non si avverte nessuno stona molto andarsela a prendere con un corridore che lo ha fatto alla luce del sole e lo ha anche detto nelle interviste.

In passato si è anche elogiato corridori avversari che si prodigavano nell' aiutare un compaesano, un amico o un ex compagno di squadra.

Visto che si va sul soggettivo bisognerebbe vietare qualsiasi aiuto da qualsiasi corridore avversario.

Ma rimarrà sempre un po' di ambiguità perché uno può anche dire che c' erano degli obiettivi in comune appigliandosi a qualsiasi cosa possa avere un minimo di logica.

La realtà è che il ciclismo è fatto anche di alleanze e le alleanze ci possono essere per vari motivi, compresi motivi contrattuali con un ipotetica futura squadra.

IPOCRISIA
20 giugno 2025 21:19 Daghybarzi1
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