
A seguito di un'indagine preliminare sulle dichiarazioni rese al termine della ventesima tappa del Giro d'Italia (quella del Colle delle Finestre, dispitata il 31 maggio scoso) dal belga Dries De Bondt, corridore dell'UCI WorldTeam Decathlon-AG2R La Mondiale, l'Union Cycliste Internationale ha ritenuto che fossero chiaramente di natura tale da mettere in discussione l'integrità della competizione.
Secondo le sue parole, riportate da diversi media, Dries De Bondt ha deliberatamente aiutato un corridore del team EF Education-Easy Post a seguito di un suggerimento di uno dei direttori sportivi di quel team che questo avrebbe potuto aiutare il corridore a ottenere un'offerta di contratto per la prossima stagione.
Su questa base, l'UCI ha deciso di deferire la questione alla propria Commissione Etica per una decisione sui fatti e di prendere in considerazione possibili sanzioni nei confronti del corridore e/o del Direttore Sportivo qualora il loro comportamento risultasse in violazione del Codice Etico UCI, in particolare degli articoli 8.1 e 2 dell'Allegato 2.
I FATTI. Fin qui il comunicato dell'UCI, ma cosa aveva detto De Bondt? Parlando ai microfoni di Wielerflits il belga ha spiegato perché durante la salita al Colle delle Finestre ha collaborato con Richard Carapaz (e Isaac Del Toro, che non è coinvolto nella vicenda, ndr) all'inseguimento di Simon Yates.
«Non ho ancora ricevuto notizia dalla mia squadra attuale per la prossima stagione e, poiché sono in scadenza in contratto, mi è sembrata una buona idea mettermi in evidenza durante il Giro d'Italia. Così, ho fatto sapere a diverse squadre che ero disponibile alle trattative. Ho parlato anche con Ken Vanmarcke (ex prof belga, ora diesse della EF Education Easypost, il cui nome però non compare nel comunicato dell'UCI, ndr) dicendogli che se cercavano corridori per il 2026 io ero disponibile. E prima del via della tappa numero 20, proprio Vanmarcke mi ha chiesto se avessi in mente di fare qualcosa, perché per loro sarebbe stato difficile inserire corridori nella fuga iniziale. Mi ha detto che che se mi fossi trovato lì e se avessi fatto qualcosa di importante per l'esito del Giro d'Italia, allora sarebbe potuto saltare fuori qualcosa di serio: quelle parole mi hanno portato a tirare per Carapaz».