TOUR. Una via crucis di cadute

| 06/07/2011 | 17:42
E per fortuna che doveva essere una tranquilla tappa di trasferimento…
Fra pretendenti al podio costretti al ritiro, ex campioni del mondo finiti a terra con la maglia stracciata e moto pazze che a mò di toro al rodeo disarcionano i corridori, nella Carhaix-Cap Frehel se ne sono viste davvero di tutti i colori.
La giornata delle cadute è iniziata a cento chilometri dall’arrivo quando sono finiti a terra una decina di atleti, fra i quali Bradley Wiggins e il campione francese Sylvain Chavanel che, aiutati da tre compagni di squadra dell’inglese, sono agevolmente rientrati in gruppo. Incontrando però per la strada altri big: ai 90 dall’arrivo infatti ecco la caduta con le conseguenza peggiori, a terra tre Rabobank fra cui Robert Gesink, che è ripartito con ginocchio e gomito destro doloranti, e lo sloveno Janez Brajkovic, capitano RadioShack e atteso da un grande Tour, costretto però dalle strade bretoni al ritiro e a una corsa in ospedale per controlli alla testa.
Passano due chilometri ed è il turno di Alberto Contador, che non perde la calma e assistito dai compagni rientra in gruppo senza patemi né conseguenze fisiche: la maglia sulla schiena è stracciata e per il madrileno è la seconda caduta di giornata...
Non è finita per la Saxo Bank-Sungard perché a 80 chilometri dal traguardo una moto di fotografi disarciona letteralmente Nicki Sorensen dalla sua bicicletta, facendolo capitombolare nel prato a lato della strada e portandosi appresso il telaio. Seguono momenti grotteschi con il campione danese che, rialzatosi miracolosamente senza traumi, aspetta ai bordi della strada la sua ammiraglia che non lo riconosce confuso com’è con gli appassionati in tutina. Accortosi di averlo superato troppo tardi, il meccanico Saxo è costretto a fermare l’auto, scendere e tornare a piedi dal corridore per consegnargli la bicicletta di scorta.
Nel frattempo passano venti chilometri e a cadere sono altri corridori, fra i quali quello con le peggiori conseguenze è il belga Tom Boonen. L’ex campione del mondo resta a lungo a terra, fa pensare al ritiro, ma poi si rialza e decide, nonostante la maglia da gettare, di proseguire aiutato da Addy Engels fino a Cap Frehel, dove arriverà con tredici minuti di ritardo.
L’ultimo a cadere è stato il basco Ivan Velasco della Euskaltel, volato vicino alle transenne nell’attraversamento di un piccolo borgo. Poi finalmente il traguardo, la doccia e le medicazioni...

da Cap Frehel, Francesco Cerruti
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