ROSACITTIGLIO. Trofeo Binda, la più"british" delle nostre corse
| 03/04/2011 | 09:40 Il Binda è fatto di tradizione e innovazione. È tradizione il meteo ballerino: sole prima e dopo la gara, nuvole e spesso pioggia durante. Trattasi della nuvoletta fantozziana che accompagna Mario Minervino: è diventata quasi uno sponsor istituzionale, fa di Cittiglio la più british delle tappe di Coppa. È tradizione qualcosa che chi arriva il giorno della corsa non può vedere: i volontari della Cycling Sport Promotion che sgobbano a capo chino per preparare tutto, facendo da sé e dimostrando che organizzare una grande corsa è anzitutto un onere, e solo dopo, se tutto è perfetto, diventa un onore. Ve ne sarete fatti un’idea osservando lo smontaggio della zona di partenza mentre ancora era nelle retine di tutti l’immagine colorata del via. È tradizione e innovazione al tempo stesso la gragnuola di idee messe sul piatto ogni volta per migliorare l’ambientazione già speciale del Binda: per esempio, chi non è rimasto almeno per un attimo in estatica contemplazione davanti alle gigantografi e delle big, con cui è stato tappezzato il cuore di Cittiglio? È tradizione che due ali di folla - roba da Mortirolo, da Zoncolan - accompagnino gli sforzi delle atlete sulla rampa di Orino, che sta al Binda come il Ghisallo al Lombardia, il Cauberg a Valkenburg, lo Jaizkibel a San Sebastian, il muro di Huy alla Freccia Vallone, il Poggio alla Sanremo. A bbiamo ribattezzato il Binda “la Sanremo senza mare”: ma da due anni il Mondiale femminile di primavera abbraccia il lago Maggiore, avvicinandosi sempre più al modello non dichiarato. Non è un caso che la corsa di Cittiglio, unica prova italiana di Coppa del Mondo, sia la più seguita nel calendario della kermesse multiprove: da nessun’altra parte arriva tanto pubblico come qui. È innovazione l’intrattenimento della gente nella zona dell’arrivo, con spettacoli folcloristici e il mercatino dei prodotti tipici locali: vetrine del territorio a cui pochi organizzatori badano, concentrati come sono sull’aspetto agonistico. È innovazione l’accoglienza a bambini e ragazzi: il progetto educativo di sicurezza stradale nelle scuole è stato un successo, Minervino ha vinto l’ennesima scommessa sui ciclisti del futuro. È innovazione la continua ricerca di strade inedite, per rendere più bella la gara: c’è l’imbarazzo della scelta, anche perché il Varesotto, in questa zona stretta tra le Prealpi e i laghi, pullula di scorci ameni e di arrampicate dove ogni giorno si cimentano frotte di cicloamatori di ogni età. L’anno scorso toccò a Luino, stavolta si è battezzata la Grantola, nel 2012 chissà. È tradizione che l’ouverture di Coppa impegni il Gotha del pedale rosa: le big c’erano tutte, fanno a gara per fare la gara. Perché è una bella corsa, certo, ma più che altro per l’atmosfera magica in cui si sentono avvolte sbarcando a Cittiglio. È come se ogni volta s’instaurasse un’atavica telepatia positiva tra la gente del posto, le strade del mito e le interpreti della kermesse: un reciproco stimolo a dare tutto e anche di più, semplicemente perché il Binda lo merita. Qui non si bluffa e non si snobba: è un esame di laurea, boccia chi ha la pedalata corta e risparmiosa. È innovazione chiedere al plotone di gettare i rifiuti dove si possano riciclare: la “green zone” di Cuvio conferisce una nuova patente di ambientalismo a uno sport che inquina pochissimo, e in questo modo non inquina del tutto. I cacciatori di borracce sono così scaltri che avranno soddisfatto la loro passione escogitando adeguate contromisure: cioè rivolgendosi ai raccoglitori incaricati, cos’avevate capito. È innovazione che manchi la Vos, ma è tradizione che vinca comunque una grande firma. Qualcuno, scherzando ma non troppo, aveva suggerito di trattare la regina incontrastata delle ultime due edizioni alla stregua dell’Alfredo Binda che nacque qui: pagarla per non correre, come accadde al Giro d’Italia tra organizzatori e fuoriclasse cittigliese. La tulipana ha scelto i Mondiali su pista - giustamente: sono a casa sua - rinviando all’anno venturo la sfida con le pretendenti alla successione. Non c’era il faro, qualcuno se n’è accorto? La corsa è stata ugualmente luminosa, brillante, e ha incoronato una campionessa vera. È innovazione la dedica della giornata a Marina Romoli. Promessa, talento, ragazza sfortunata ma tosta che sta scalando una salita dura, sospinta dal tifo di tutti noi. Non c’è alcuna retorica in questo: il ciclofilo doc non è capace di barocchismi emotivi, si esprime in maniera diretta, ruspante, vera. Forza Marina. È tradizione che gli organizzatori delle altre tappe di Coppa del Mondo vengano a Cittiglio per studiare il fenomeno Binda: uno standard altissimo che anche l’Uci ha riconosciuto. Questa corsa è come la “Settimana Enigmistica”, vanta innumerevoli tentativi d’imitazione: il bello è che, invece di sedersi sugli allori, già da domani la Cycling Sport Promotion inseguirà caparbiamente un’ulteriore perfezione. L’asticella non è mai abbastanza alta: è questo il segreto.
Albo d’oro TROFEO BINDA 2011 Emma POOLEY 2010 Marianne VOS 2009 Marianne VOS 2008 Emma POOLEY 2007 Nicole COOKE 2006 Regina SCHLEICHER 2005 Nicole COOKE 2004 Oenone WOOD 2003 Diana ZILIUTE 2002 Svetlana BOUBNENKOVA 2001 Nicole BRAENDLI 2000 Fabiana LUPERINI
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