| 02/02/2011 | 09:00 Credo di non aver mai letto niente di simile. Di così idiota e grottesco. Secondo me, è la notizia più macroscopicamente assurda del secolo. Sintetizzo con disgusto: presto, ai primi cento “del ranking” nel settore gran fondo, sarà applicata la regola del passaporto biologico. Mi spiace dover qui ripetere cose già dette e ridette, cioè la mia opinione sulle gran fondo: così come sono diventate, andrebbero abolite. Distrutte col napalm. Figuriamoci cosa devo pensare adesso, nell’apprendere questo progetto di equiparare i cento più forti atleti del settore ai professionisti, scopo lotta al doping. Mi chiedo: ci stiamo bevendo tutti quanti il cervello? Vorrei essere molto chiaro: l’idea che ho io della gran fondo è la stessa che l’ha fatte nascere. Cioè un bel raduno domenicale per famiglie, pedalatori occasionali, cardiotrapiantati sulla via del recupero, nonni arzilli e giovinastri naif, tutti riuniti per fare del sano movimento, respirare possibilmente aria buona, vedere paesaggi edificanti, e perché no chiudere la giornata davanti a una polenta taragna o a una porchetta arrostita. Il tutto all’insegna dell’amicizia e dello spirito libero. Bella roba, mi dirà qualcuno: adesso però vuoi sterminare le gran fondo con il napalm? Cos’è cambiato? Non ho molto da spiegare. Non ho cambiato idea sulla gran fondo: è la gran fondo ad essere cambiata. Ma guardiamole, queste simpatiche manifestazioni di ciclismo popolare: un gregge di velleitari panzuti che si credono Armstrong, regolarmente umiliati da un covo di ex professionisti falliti e frustrati, cui non pare vero di ritrovare un contratto (!!, ndr), un gruppo, una platea e persino un ordine d’arrivo dove finalmente primeggiare, impresa peraltro mai riuscita quando si misuravano con i propri simili. Adesso, con aria da star, costoro non si vergognano di scattare davanti a ragionieri obesi e nonnine arzille, andando alla forsennata ricerca del record proprio là dove il record dovrebbe essere bandito, a livello filosofico. Ma la cosa più atroce è che questa marmaglia di reduci boriosi è perennemente corteggiata dagli organizzatori, che ormai allestiscono il proprio evento come un happening per forzuti e superuomini, alla faccia delle norme costitutive e dei principi ispiratori che hanno portato alla bellissima idea di gran fondo. Corteggiano queste caricature di campioni come neanche Zomegnan corteggia Basso e Contador, solo per poter dire nel comunicato stampa che quest’anno la nostra manifestazione, giunta alla dodicesima edizione, vedrà al via il meglio del ranking. Mavadavialranking. E avanti così. Continuiamo a caricare le gran fondo di significati che non dovrebbero avere. Continuiamo a farne la palestra di patetiche velleità e di ridicole ambizioni, con quella farneticante abitudine dell’ordine d’arrivo che vorrebbe mettere in fila chi per definizione non dovrebbe stare né davanti, né dietro nessuno (ma un bel biglietto personale col tempo di percorrenza e la media no, non basta?). Continuiamo a rendere le gran fondo più dannate e maledette delle corse professionali. Continuiamo, così i risultati saranno sempre più incoraggianti: per il momento, come riferiscono al ministero della Salute, risulta che il 15 per cento dei controlli antidoping eseguiti nel ciclismo amatoriale ha rilevato sostanze proibite. Ma è evidente: siamo solo all’inizio. Possiamo fare molto meglio. Possiamo arrivare al cinquanta e al settanta per cento. A forza di rendere esasperate e competitive le gran fondo, ci ritroveremo un giorno con la nonna arzilla che stacca i ventenni sulla Marmolada, con le chiome al vento e gli occhi fuori dalle orbite, ululando frasi sconnesse. E ancora parleremo, ipocriti e falsi, della poesia di una simpatica domenica in bicicletta, tutti assieme, senza impegno, nessuno sconfitto e tutti vincitori… Lo dico sinceramente: spero proprio che la proposta del passaporto biologico nelle gran fondo, cioè una resa totale all’idea dell’agonismo esasperato, resti soltanto tale. Che mai diventi realtà. Il giorno che lo diventasse, sarebbe davvero la fine. Non tanto delle gran fondo, delle quali sinceramente mi importa ormai assai poco (anzi, faccio un tifo sfrenato perché muoiano di morte orrenda). No, sarebbe la fine di qualcosa di molto più importante: del buonsenso. Come se già nel ciclismo ne fosse rimasto molto.
Gatti e Misfatti di Cristiano Gatti, da tuttoBICI di gennaio
Sono d'accordo solo parzialmente con Gatti, che pur inquadra molto lucidamente il problema. Da appassionato mi oppongo alla morte violenta che auspica per le Granfondo il giornalista.
Siccome anche la competitività può essere un valore positivo e non è da stigmatizzare in modo fine a se stesso, forse potrebbe bastare suddividere i partenti in prima serie e seconda serie. Chi si iscrive alla "prima serie", che magari facciamo partire un po' prima giusto per non confondere rava e fava, sa a cosa va incontro, controlli antidoping compresi. La seconda serie parte dopo, e si gode il panorama. Nei fatti le cose stanno già così. La formalizzazione magari aiuterebbe ad arginare il dilagare del fenomeno del doping amatoriale.
Mi sembra illusorio non riconoscere che la competitività esista sin dai banchi di scuola, o con i colleghi di lavoro, o in qualsiasi ambito dell'attività umana.
Le granfondo all'insegna del "volemose bene" continuano esistere in una certa (per fortuna ampia) categoria di partecipanti, ma, come in ogni altro ambito della nostra società, c'è chi vuole primeggiare e per farlo è disposto a qualsiasi cosa. Bello sarebbe se chi vuole consapevolmente primeggiare, potesse farlo ad armi pari con i propri rivali.
Bravo Gatti !
2 febbraio 2011 09:34lorianoclubbasso
...Bravo Gatti....parole da \"cristiano\"...hai lasciato però una cosa importante:,il XXXXXXXX denaro,gli organizzatori vedendo le migliaia e migliaia di persone che partecipano mirano solo al \"soldo\",a loro interessa solo quello.
Cristiano Gatti
2 febbraio 2011 09:38Fausto62
Grazie di esistere!
Caro Cristiano
2 febbraio 2011 10:00limatore
Condivido a pieno, anche se potevate evitare di offendere tutti gli Ex pro, che fondamentalmente, restano nel ciclismo per amore della bicicletta. Che poi siano "sproporzionati" al vero spirito delle granfondo, è un altra cosa. Ma restano amanti della bicicletta. Pensare poi, a degli amatori con il passaporto biologico, mi fà veramente ridere, considerando che il settore giovanile non ha tali controlli. Le GF dovrebbero, a mio avviso, essere a partenza libera, e vietate dalle autorità preposte, intese come sono adesso, corse vere e proprie senza la chiusura del traffico e le norme di sicurezza minime.
Abbasso...
2 febbraio 2011 10:01Fra74
Aboliamo le Gran Fondo..!!!!!
questo è ragionare
2 febbraio 2011 10:32sbrinzoblu
è così che si parla, negli ultimi tempi si nota chi vuole il bene del ciclismo e chi no, e finalmente c'è chi si espone dicendo quello che tutti gli appassionati di ciclismo hanno sotto gli occhi ma nessuno vuol mai ammettere.
Questo articolo è uno spunto interessante su cui dovremo confrontarci tutti e sopratutto i vertici del ciclismo, ma fa comodo a tutti che esistano ste gran fondo in termini di soldi:organizzatori, sponsor fuori dall'ambiente, federazioni, negozi di bici.
è più semplice organizzare e ottenere permessi per chiusura delle strade per una gran fondo che per una gara di esordienti...questo è assurdo...
BRAVO
2 febbraio 2011 10:40cimo
Bravo Gatti,
sono d'accordissimo con la sua disamina dei fatti.
Ho partecipato a diverse Granfondo ma me ne sono sempre più distaccato in quanto mi trovavo in mezzo a dei marziani disposti a tutti anche a menare gli altri partecipanti se malauguratamente non gli davi strada libera.........e poi un numero di ex-corridori prof magari anche squalificati o comunque gente che tra i prof era ai margini e che d'improvviso diventava un fenomeno, e poi gente che di mestiere fa il corridore di granfondo mi sembra una bestialità.
Ma alla fine come diceva qualcuno nel forum anche agli organizzatori interessano solo i soldini.
Io da un paio d'anni ho preferiro impegnarmi nelle gare Cicloturistiche che mi danno più soddisfazioni e trovo gente normali e non degli pseudo-corridori imbottiti di tutto e di più che nemmeno tra i pro.
CHE NE DIRESTE...
2 febbraio 2011 10:41stargate
... se tutti partecipassero a titolo individuale SENZA una squadra organizzata come quelle dei professionisti? Ognuno con le sue belle camere d\'aria di scorta, poi rifornimenti curati dall\'organizzazione in punti prefissati e, un ultimo, un bel carro-scopa per raccogliere chi non ce la fa più o ha avuto qualche incidente meccanico. Insomma, ognuno per sè e qualcuno dall'alto che pensi per tutti....
bravo Gatti!
2 febbraio 2011 11:56fbandini
Corro da cicloamatore da 25 anni, ho disputato quasi mille gare. Frequento e conosco l'ambiente. Non posso che alzarmi in piedi ed applaudire Cristiano Gatti. Che sia la volta buona che il nostro mondo apra gli occhi? Grazie di nuovo.
L'Eroica è la festa di tutti
2 febbraio 2011 12:38lorianoclubbasso
Quello che dice "stargate" esiste già: è l'Eroica di Gaiole in Chianti,bici d'epoca tubolari a tracolla,dei bei rinfreschi sani(rifornimenti) lungo il percorso,4 percorsi da prendere con calma.Organizzano questa bella manifestazione Giancarlo Brocci e Claudio Marinangeli,si corre la prima domenica di ottobre di ogni anno,3 anni fa eravamo 3237 partenti con 4 partenze distinte.
Loriano Gragnoli Dir. di Organ. F.C.I.
gran fondo
2 febbraio 2011 13:24andy48
assolutamente d'accordo con Gatti
unanimità
2 febbraio 2011 13:29falco
Siamo tutti d'accordo con Gatti. Bisogna aumentare considerevolmente i controlli
nelle GF. Ma mi viene un dubbio. A chi venderanno le biciclette da 4000 euro?
Era Ora
2 febbraio 2011 13:31COPPOLILLO
Ora cosi' le gran fondo torneranno come una volta la gente se la prendera' con calma a godersi il panorama dopo anni in cui hanno sputato sangue e in cui molti hanno hanno appeso la bici al chiodo, dal momento che di questi ex che alzavano le mani al cielo come aver vinto la Milano Sanremo, molti non correranno piu'.
Ci si doveva arrivare molto prima perche' questi scarti dei professionisti si curavano e si allenanavano come prima solo che la domenica correvano con gente che fa' i salti mortali per conciliare famiglia e lavore e non contro Pozzato.
EROICA
2 febbraio 2011 13:34stargate
Bellissima manifestazione, credo esempio unico. Perchè non mutuarne la sana filosofia nelle granfondo?
Ritornare alle origini
2 febbraio 2011 13:50ev
Penso e credo che si debba solo ritornare alle origini di come erano concepite le GF, e cioè una pedalata di 100 o 200 km, se vuoi anche con strade chiuse, ma con tutti i servizi necessari (assistenza meccanica, sanitaria) e ristori, come può essere l'Eroica o la Sella Ronda.
La rovina è stata quando si è cominciato a volere fare agonismo con gli ex professionisti falliti e fare bisness, compresi i ristori che si è passati dal classico panino con la mortadella o il salame alle barrette ed integratori.
E se si devono fare dei controlli medici (doping) l'investimento deve essere fatto sulle categorie giovanili.
EROICA
2 febbraio 2011 14:16stargate
Bellissima manifestazione, credo esempio unico. Perchè non mutuarne la sana filosofia nelle granfondo?
SAPETE PERCHER'?
2 febbraio 2011 14:22ewiwa
A leggere certe cose mi viene l'orticaria mica perchè non sono vere....anzi sono verissime ma è veramente assurdo che un giornalista cade dal pero e scopre cose che esistono da anni ed anni e tutti hanno fatto finta di non vedere solo perchè le granfondo arrischiscono gli organizzatori e " la famosa gentaccia". Ora bla bla bla e tutto resterà come prima perchè ci saranno violentissime reazioni ( Il Dott. Torri docet e solo perchè aveva detto la verità riferitagli dagli stessi atleti)....ecco perchè il doping non si estirperà mai!!!!!
Maledette gare!
2 febbraio 2011 15:19memeo68
La gente ormai è malata di agonismo, ha bisogno di un numero sulla schiena e di una classifica da leggere per sentirsi “giovane” e viva. Alle ormai pochissime cicloturistiche non partecipa più nessuno se non c’è il tratto agonistico ed anche lì ormai c’è infestato di falliti del ciclismo che conta.
Il giorno che gli ex fenomeni faranno da CONTORNO a queste manifestazioni e si procederà ad una velocità controllata............ se ne potrà parlare, ma fino ad allora continuerò a fare “solo” il Ciclo-Turista
Risparmiare i soldi degli italiani
2 febbraio 2011 16:17Bartoli64
Lo dico subito, a me, personalmente, lo stile esageratamente provocatorio e sterilmente polemico che sovente usa il Dr. Gatti non piace.
Stavolta, però, debbo riconoscere che questo giornalista ha centrato perfettamente il problema con il suo articolo (il titolo poi è da Premio Pulitzer).
Il mondo delle Granfondo, così com’è strutturato oggi, non ha davvero ragion d’essere perché ha davvero perso ogni senso della misura, così come la categoria dei cicloamatori che in quelle stesse competizioni trova, molto spesso, la peggiore delle sue espressioni.
La categoria dei cicloamatori, per chi non lo sapesse, nacque negli anni ’70 per dare libero sfogo agonistico a chi, per limitate capacità fisiche, per problemi di lavoro o di famiglia, non poteva più gareggiare nelle categorie “agonistiche” che richiedevano ben altre qualità atletiche e risorse di tempo da destinare alle gare e all’allenamento.
In questo senso, con poche uscite settimanali di un paio d’ore, era possibile ai più partecipare a gare cicloamatoriali che avevano un tempo di svolgimento concentrato in una o, al massimo, due ore.
Premesso ciò, credo che sia oltremodo evidente guardare alle Granfondo come ad una sorta di “paradosso” del ciclismo amatoriale (perlomeno percome era stato inizialmente concepito).
Il risultato è che oggi ci sono padri e madri di famiglia che si allenano come pazzi (rubando il tempo pure al Padreterno) pur di non sfigurare su distanze dislivelli tali da far preoccupare anche un professionista, ma non è tutto.
La categoria degli amatori, nel tempo, è divenuta una specie di “fogna” dove confluivano addirittura gli squalificati delle categorie agonistiche che, proprio tra i cicloamatori, riuscivano a fare una buona attività agonistica in attesa di scontare le loro pene.
Vogliamo poi spendere due parole sui vari “fenomeni stupefacenti” che nelle Granfondo primeggiano?
Quanti di loro hanno avuto problemi con i controlli anti-doping e quanti ne potrebbero avere se questi controlli fossero ancora più penetranti e frequenti?
Altro che il 15% di risultati positivi denunciati dal Ministero della Salute!
Come tutti hanno capito, la situazione è davvero paradossale ed ecco perché il Ministro Fazio (appassionato ciclista) si è posto il problema dei controlli sulla salute sui corridori delle Granfondo che occupano i primi posti nei ranking.
Anch’io, come il Dr. Gatti, mi auguro che le Granfondo muoiano di una morte lenta, ma c'è da sperare che così non sarà visto la ricchezza che producono e della quale vive un indotto produttivo importante del ns. Paese.
Gli appassionati delle Granfondo (quelli puliti intendo) sono, comunque, persone degne di massimo rispetto, ma forse una misura meno clamorosa (e dispendiosa) rispetto ai controlli sulla salute già ci sarebbe.
Signor Ministro Fazio, che ne direbbe di adottare – finalmente - la RADIAZIONE A VITA per tutti i cicloamatori che si rendono responsabili di gravi irregolarità connesse al doping, invece di sperperare i soldi degli italiani per scoprire le malefatte di 4 imbecilli repressi?
Bartoli64
Granfondo
2 febbraio 2011 16:23Canarino
ma dove sta il problema se un ciclista con passione ed allenamenti si mette alla prova all'interno di una classifica? perchè deve essere definito " velleitario panzuto che crede di essere Armstorng" da questo personaggio? alle gf ognuno ha la possibilità di scegliere la propria andatura, e chi decide di fare un raduno domenicale o decide di fare una passeggiata non penso che gli interessi la presenza di "velleitari panzuti"...altrimenti sotto sotto anche loro sono interessati alla classifica. Tutti siamo mossi dalla stessa passione per il ciclismo, ma ognuno esprime la passione a suo modo:c'è chi prova gusto a fare una salita fermandosi ogni tanto a godersi il paesaggio, e chi si sente più appagato nel fare una salita " col fiatone a tutta". Io contienuerò ad allenarmi, e non mi vergogno a fine granfondo di guardare l'ordine di arrivo. La mia stima e il rispetto non cambiano nè per il primo nè per l'ultimo arrivato. Questo articoletto è una PAGLIACCIATA.
Sto con canarino
2 febbraio 2011 17:30foxmulder
Non tanto da arrivare a definire l'articolo di Gatti una pagliacciata, perchè ne è del tutto il contrario, ma sto con canarino. Come in tutti gli ambiti sportivi e della vita quotidiana, gli eccessi sono da stigmatizzare, e quindi anche l'eccesso di agonismo a cui si è arrivati nel mondo delle granfondo. E' miope però a mio avviso non considerare il fatto che questi eventi sono un gran business per gli organizzatori e per tutto l'indotto (case costruttrici, albergatori ecc. ecc.) e tutto sommato non trovo niente di tragico in tutto ciò, né nel misurarmi all'interno di una classifica.
Molti indicano nell'Eroica, a ragion veduta, un esempio da seguire. Vorrei però anche capire in che modo si potrebbe riuscire, come qualcuno a scritto, a "replicarne" lo spirito anche nelle altre gare. In quanto "spirito", non è una cosa che prendi e metti da un'altra... Cionomdimeno e non con meno soddisfazione, quest'anno tornerò alla Maratona dles Dolomites, guarderò la mia classifica e, probabilmente, mi farò una risata pensando a quel poveretto di Maccanti (giusto per fare nomi, ma non me ne voglia, sappiamo esistere numerosi altri casi "emblematici")...
Le frustrazioni dell'autore
2 febbraio 2011 21:18FrancoBui
A fronte del tono di un articolo del genere e del livello di insulti distribuiti (chi partecipa alle gran fondo? «Un gregge di velleitari panzuti che si credono Armstrong», è una delle invettive lanciate a 50 mila italiani con ambizioni e condotte di vita diversissime, roba da querela istantanea: per inciso: come tantissimi corro le gran fondo, arrivo poco prima del tramonto, non ho velleità, me ne frego di Armstrong e non ho la panza) l'unica cosa che si può dire è che chi scrive ha qualche grosso problemino di equilibrio personale e di frustrazioni accumulate. Oltre che di scarsa informazione. Infatti non ha letto il nuovo regolamento delle gran fondo (che finalmente esclude pro ed ex pro protagonisti di quasi tutti i casi di doping in queste corse: ora possono andare a passeggiare, abbassando il tasso di agonismo) e che prevede una serie di controlli sulla salute di alcuni altri. Disinformazione e retorica a palate: gentile amico, non è necessario scrivere di ciclismo, specie se non si conosce la materia. Si può scrivere ad esempio di giardinaggio, dove abbondano appassionati tranquilli e non dopati. Forse. Ci pensi. In quanto agli auguri di morte orrenda, credo che molti si stiano toccando. Ps Ma l'editore di questo giornale legge i testi dei suoi collaboratori? E non si rende conto quando questi offendono la passione di tante persone per bene?
2 febbraio 2011 23:17overend
beh non credo che gatti non conosca la materia, il ciclismo, appunto. Ciclismo che è un altro sport rispetto alle gran fondo. Credo sia il sentirsi Armstrong della maggior parte dei granfondisti a dare fastidio a Gatti e a chi ama il ciclismo. E il sentirsi imbattibili. Gli ex pro sfigati si credono forti nelle gran fondo, ma nel mondo pro sono NESSUNO.... Io condivido il pensiero di Gatti, pur capendo lo sfogo di franco bui che a mio avviso vive lo sport da cicloamatore. se ho capito bene. Solo una cosa: ci rendiamo conto che certi mezzi corridori guadagnano soldi a palate nelle granfondo? questo, si che è preoccupante.---- viva il ciclismo, quello vero.
Graffiante SI, offensivo NO.
2 febbraio 2011 23:44mastrolindo
Al chè ol Gatti, graffiante come sempre, ma stavolta “Fuori tema”. Proprio il “buonsenso” osannato dal tuo articolo, mi fa correre in soccorso della categoria a cui appartengo: ciclista amatoriale. Devo per forza far parte d’un gregge? Devo per forza sentirmi Armstrong? Devo essere un velleitario panzuto? Non posso semplicemente essere uno sportivo, che ama pedalare e che ama confrontarsi? Hai mai visto calciatori amatoriali, ritrovarsi la domenica per tirar la palla senza un punteggio? Sei di quelli che partecipano ad una seduta di tennis, sparando distrattamente palline a desta e a manca? Io invece amo tentar di vincere anche quando gioco a dama con mia moglie. Lavoro 80 ore la settimana e la domenica mi diverto a pedalare, perché distruggere il mio mondo con del napalm, o morte orrenda? Vedi Gatti, io arrivo dal ciclismo, quello vero e so benissimo dove mi trovo. Però è bello veder gli amici far programmi e progetti per preparare una GF. Gli occhi brillano, l’adrenalina corre, nasce la complicità, il viaggio, il risultato, una pizza in compagnia. Questi sportivi non meritano le tue parole. Il resto è vero è da spazzar via. Per sempre. Il passaporto biologico non ti piace? Va bene, proponi qualcosa d’altro che ti soddisfi, per toglierli dai maroni. Se le GF non ti van giù però, non parteciparvi, se invece le vuoi criticare, allora lo devi fare “dal di dentro”, altrimenti il rischio è quello di parlar di povertà con in tasca dieci milioni di euro. E’ vero non è “quel” ciclismo, ma sempre di ciclismo si tratta e forse talvolta diventa, se pulito, quello più vero. Viva tutti noi. Salude Gatti.
paese frustrato, immorale e ipercompetitivo
3 febbraio 2011 02:17lupin3
una sola considerazione relativamente all'ambiente amatoriale: perchè questa situazione c'è solo in Italia?
x Overend
3 febbraio 2011 07:38foxmulder
Mi complimento per la pacatezza delle osservazioni innanzitutto. E' merce rara anche in questo forum. Mi riallaccio alla domanda finale: ex prof che guadagnano soldi a palate con le granfondo. Sono d'accordo sul fatto che non è bello, ma non è bello neanche che mezzi calciatori guadagnino cifre importanti già da giovanissimi in campionati dal livello (anche dal punto di vista atletico) assolutamente irrilevante. Anché lì ci saranno i "Ronaldinho con la panza" e non ci trovo nulla di "bestiale". Tutti quattrini che potrebbero andare investiti in sport "minori" o in infrastrutture di cui abbiamo molto bisogno. Ma sono sogni...
Caro overend...
3 febbraio 2011 08:38FrancoBui
....corro le gran fondo da 15 anni: la mia media è finale 21 km/h, puoi capire quanto io... vado piano! Mi piacciono i paesaggi, i panini ai ristori e il paicere di fare fatica. La cosa davvero offensiva di quell'articolo è che insulta persone come me (ti giuro, 9 su 10 di quelli che fanno le gf) e anche quegli organizzatori, che da quest'anno impediranno agli ex pro fanatici di partecipare e faranno dei controlli sui primi classificati (cosa c'entraail passporto biologico???) ovvero sui più veloci. Il problema di molti giornalisti è che è gente da poltrona, che non sa nulla di cosa succede per le strade. Cosa c'entrano le scampagnate ciclistiche di una volta? E questa retorica ridicola: le gran fondo sono state le prime a proporre a noi ciclisti le strade chiuse al traffico, anche a quelli lenti come me. Non conosco l'autore, ma tu dici bene: una cosa è il ciclismo dei professionisti, una cosa le gran fondo. E prima di scrivere e insultare persone per bene bisogna almeno informarsi.
CERTO CHE..........
3 febbraio 2011 14:07jaguar
Certo che su questo blog sono tutti suscettibili e sono tutti prontissimi a fare delle polemiche sterili e vuote........ma Gatti che cosa ha scritto se non la verità e lo scempio che molti fanno al ciclismo??????!!!!!La verità fa sempre male ed anche l'ironia tagliente che Gatti usa........ma è possibile che su questo sito nessuno ha voglia di crescere e di essere un po' sereno facendo quattro chiacchiere tra amici con la stessa passione?
Forse uno sfogo???
3 febbraio 2011 15:25olivamax
Quello che ha scritto Gatti nel suo articolo ha sicuramente un significativo fondo di verità, probabilmente le sue parole sono state più uno sfogo di rabbia, enfatizzate per rendere l’articolo più pungente e provocatorio (infatti le reazione sono state immediate e si è creato un vero dibattito).
Ritengo però che sia sbagliato mandare al patibolo le GF perché penso sia assolutamente normale per un ciclista avere ambizioni e motivazioni di miglioramento della sua performance.
Dopo tutto non c’è nulla di male nell’agonismo, soprattutto per persone che si allenano tutto l’anno macinando migliaia di km, è quindi assolutamente normale ed emozionante confrontarsi con se stessi e con altre persone che hanno fatto del ciclismo uno stile di vita facendo dei veri e propri sacrifici per conciliare questo sport con la famigli ed il lavoro………perché quindi privarli delle emozioni che si provano a gareggiare e cercare di migliorare ogni volta la propria posizione in classica?
Cosa c’è di male a fare una salita a tutta o a provare a staccare un avversario sotto l’arco gonfiabile dell’arrivo anche solo per il 250° posto??
La morte delle GF ci priverebbe di queste emozioni e del divertimento che si prova durante una competizione, tutto questo per colpa di qualche idiota che preferisce barare.
In questo modo dovremmo bandire tutte le competizioni agonistiche amatoriali per evitare che ci sia la piaga del doping o che qualche ex professionista venga a rubarci il salame in premio per il primo posto.
Io penso che sarebbe già un bel passo avanti se si escludessero dalle competizioni amatoriali gli ex professionisti (sei stato un professionista e per qualche motivo ti sei ritirato, mi spiace non puoi gareggiare, vai a fare una randoneè) o se si facessero correre fuori classifiche; per gli altri corridori basterebbe fare davvero i controlli anti doping (dopo tutto con le quote d’iscrizione che si pagano qualche controllo in ci uscirebbe) e se sei positivo sei squalificato a vita e con la bici vai solo a farti le scampagnate domenicali.
Buonsenso
4 febbraio 2011 00:37roberto932
Buonasera a tutti. Quoto e ringrazio Mastrolindo (e Serafino), per le sue (loro) parole equilibrate.
Il bello del panorama cicloturistico e cicloamatoriale italiano è la sua varietà: strada e mtb, gare in circuito e cicloraduni, granfondo agonistiche e cicloturistiche, randonnèes, cronosquadre, 24h, escursioni notturne, pedalate ecologiche, giri a tappe… ce n’è davvero per tutti.
E a proposito delle cicloturistiche, non è vero che non vi partecipa più nessuno. Pensiamo sì all’Eroica, al Sella Ronda Bike Day, allo Stelvio Day. Ma pensiamo su tutto al Circuito Romagnolo: sei manifestazioni “vecchio stampo” che raccolgono ogni anno ben oltre 15.000 partecipanti in continua crescita. Hanno dato voce a una esigenza e sulla loro falsariga altre ne sono nate (o ri-nate). E tante granfondo originariamente solo agonistiche, oggi prevedono un’alternativa “slow”, senza pettorale né chip.
La gara ha il suo fascino. La parte agonistica della GF, con "ex" annessi, è quella che la rende “commerciabile”, attraente per le Amministrazioni locali e gli sponsor. Siamo realisti. È un grosso giro d’affari di cui beneficiano non solo gli organizzatori, ma tutto un’indotto sia settoriale (timers, negozi di bici, produttori di bici, accessori e abbigliamento, preparatori, centri medici, palestre, riviste, Enti e FCI) che extra settoriale (dall’albergatore al benzinaio, dall’agenzia di pubblicità a quella turistica, fino all’allestitore di stand). Cosa c’è di male in un movimento che genera tali opportunità?
L’agonismo? Non è una malattia. Lo sport amatoriale è sport a tutti gli effetti: i valori a cui si ispira sono sempre la lealtà, il rispetto dell’avversario/compagno di viaggio, il rispetto e la cultura della propria salute, l’accettazione di sé e dei propri limiti. Valori che vanno difesi, insegnati e praticati! E così: l’agonismo fa crescere.
Io sono un cicloamatore da venticinque anni e mi sono avvicinato al ciclismo dopo una doppia frattura a un ginocchio, alla fine delle scuole medie. Da lì è scoppiata la passione per quella che per me era una forma di libertà tutta nuova. Per me praticare il ciclismo ha significato scoprire il mondo, fare tante amicizie e provare emozioni a non finire. Quando posso ci vado tutti i giorni, ma capita anche che per settimane la mia bici mi aspetti invano in garage. Ho anche la fortuna di avere una compagna ciclista, ma… credetemi, il concetto di “rubare tempo anche al padreterno” è lungi da noi. E ne conosco tanti come me, per lo più – ammetto - molto più forti del sottoscritto. Qualcuno potrebbe dirsi “invasato”, ma sono per la maggior parte bravissime persone che cercano momenti di svago e divertimento nei ritagli di tempo fra i mille impegni di lavoro e famiglia. Molti – e mi ci metto anch’io – si adoperano in varia misura anche per il ciclismo giovanile (cosa che ritengo noi amatori abbiamo il dovere morale di fare).
Non è abolendo o augurando la morte alle granfondo (o alla politica o al denaro o alle autostrade o alle centrali termoelettriche) che si eliminano gli aspetti negativi del fenomeno o del movimento.
L’individuo – ognuno di noi - ha la grande libertà=responsabilità di scegliere come comportarsi. Sul lavoro, nella pratica dello sport come in tutti gli aspetti della vita. Trovo che su questo vada messo l’accento: sulla responsabilità individuale. Non vale a niente criminalizzare. Credo molto in questo e perciò le generalizzazioni mi irritano non poco.
Chiudo con una considerazione. Il passaporto biologico per chi fa parte del ranking? È triste constatare che qualcuno pensi che il marcio sia tutto fra i più forti. Non sarebbe più efficace destinare un euro per ogni iscrizione a un fondo per la lotta al doping e fare in tutte le gare dei controlli a sorteggio a sorpresa? Prima e dopo la gara, con le debite informazioni sui regolamenti.
Grazie per l’attenzione e… – e qui cito “la mia guida spirituale ciclistica” – meditate.
Roberto
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Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. Una puntata monotematica dedicata ad una giornata di ciclismo giovanile che è un tradizionale appuntamento del movimento bresciano. La perfetta organizzazione della Ronco...
Si sta per avvicinare l'appuntamento con la settima edizione della Challenge nazionale bresciana "Giancarlo Otelli", organizzata dal Gruppo sportivo Aspiratori Otelli Alchem CWC, riservata alla categoria Juniores maschile e in programma domenica a Sarezzo (Brescia). Il programma si aprirà al...
Il Team Novo Nordisk, la prima squadra di ciclismo professionistico al mondo interamente dedicata al diabete, ha collaborato con la World Diabetes Foundation (WDF) per lanciare una lotteria speciale volta a sostenere i bambini che vivono con il diabete di...
Cinque giorni al Giro d'Italia 2025. In attesa di Roglic e Ayuso, Bernal e Carapaz, Ciccone e Tiberi, Van Aert e Pidcock, viviamo il conto alla rovescia nei racconti di antichi protagonisti. Oggi, -2 al pronti-via, tocca a Ennio Vanotti. Zandegù...
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