| 22/01/2011 | 10:28 «E’ bellissima, in bici. Fai finta di veder Marco». Nessuno meglio di Pino Roncucci, che di Pantani è stato il maestro e anche un po’ un padre, può scomodare il paragone più ingombrante per un ciclista. Figuriamoci per una ragazza. Fa un’eccezione per Serena Boschetti, anni 17, che al campione di Cesenatico è legata da vincoli di sangue: è la nipote. E’ figlia di Manola, la sorella minore del Pirata. E allo zio che ci ha tragicamente lasciato quasi sette anni fa, somiglia per davvero: altrimenti, Roncucci non avrebbe sprecato le parole. In bici, Serena, che di cognome fa Boschetti, torna quest’anno. Dopo una parentesi di qualche stagione: aveva iniziato dodicenne, con la Pantani corse, il modo migliore di ricordare Marco, perchè la società che porta il nome del vincitore di Giro e Tour fa pedalare i bimbi tra i 7 e i 12 anni, qualcuno a Cesenatico e molti di più a Forlì. Un’idea che oggi coinvolge una sessantina di piccoli ciclisti, tutti affidati alle sapienti mani di Roncucci. Serena è partita da qui. «E anche bene: con i giovanissimi, su una dozzina di corse, almeno otto le ha vinte», racconta il tecnico romagnolo, 74 anni e una collezione di successi fra i dilettanti da far invidia. Una partenza fulminante, quella di Serena, così come altrettanto rapido è stato il ripensamento: scesa dalla bici, la nipote del Panta si è data in fretta al calcio. Adesso, la nuova conversione, simile a quella del glorioso zio. Anticipata da una stagione al fianco di Roncucci come insegnante. «L’anno scorso, Serena mi ha aiutato ad allenare i bambini: a Cesenatico ne avevamo una quindicina da seguire — racconta Roncucci —. Con lei è cresciuto un ragazzino di cui sentirete parlare: si chiama Patrik Casadio, in sedici gare ha vinto tredici volte ed è uno di quelli che nel fisico sembrano disegnati apposta per il ciclismo, magrissimo e tutto muscoli. Non dite che sono un nostalgico, visto che io Pantani lo preferisco anche a Coppi e Bartali, però anche sto bimbo...». Un po’ insegnando agli altri, un po’ pedalando nelle gran fondo come la Pantanissima, a Serena è tornata la voglia: quest’anno correrà con le juniores della Stemas Potentia 1945, società lombarda di cui è manager Giordano Romoli, papà della Marina rimasta paralizzata lo scorso anno dopo un terribile incidente. Se andrà bene, la nipote del Pirata potrà fare il grande salto: diventar professionista. «Ma Serena dalla bici in fondo non è mai scesa: il ciclismo ce l’ha nel sangue», sorride Roncucci, convinto delle possibilità della ragazza perchè chi ha talento, nello sport, difficilmente sbaglia. «Nello stile ricorda decisamente lo zio: è magra, bellissima ed elegante nella pedalata. E ha lo stesso carattere di Marco: taciturna, riflessiva, grintosa. Dev’essere la razza: sono puntigliosi. Per quel che ne capisco io, le caratteristiche per far bene le ha». Bello che a far parlare di Pantani sia una di famiglia: una Pantanina vera, più di quanto non sia stata quella che si vide affibiare il soprannome, Fabiana Luperini, perchè in salita andava forte. L’idea di avere una nipote ciclista adesso sembra piacere anche ai genitori di Marco: all’inizio un po’ perplessi, Paolo e Tonina avrebbero accolto bene il ritorno in sella di Serena, se non addittura caldeggiato. Potrebbero seguirla da vicino, accompagnandola alle gare: con la gioia di vedere pedalare finalmente qualcuno che ricorda loro Marco.
da «Il Resto del Carlino» del 17 gennaio 2011 a firma Angelo Costa
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