MONTICHIARI. Ad una giornata dal termine dei Mondiali su pista della categoria juniores che si stanno disputando nel velodromo bresciano, Fabio Perego, “Chef de piste” per dirla alla maniera dell’Unione Ciclistica Internazionale, ovvero il direttore di organizzazione in pista, tira il bilancio del grande evento internazionale. La struttura di Montichiari, a nemmeno un anno di vita, sta ospitando le gare iridare: un inizio travolgente non c’è che dire, siete soddisfatti della risposta che sta dando l’impianto? “Più che contenti. Posso dire, per quel che mi riguarda, che tutti i contatti che ho avuto con i vari team manager mi fanno capire che c’è grande soddisfazione sia per l’impianto in se stesso, la pista è velocissima lo dicono i numeri con 4 record del mondo migliorati in due giorni,sia per la bellezza e la funzionalità. Dico solo che tante nazionali, e anche il centro dell’UCI dove si allenano i loro corridori, ci hanno chiesto di poter avere la pista di Montichiari a disposizione per un certo periodo per allenarsi in autunno e primavera. Addirittura il Giappone ci ha chiesto la disponibilità per un mese intero, la Nuova Zelanda e l’Australia che sembra voglia costituire una base fissa sul garda per gli allenamenti su strada e su pista, ovviamente sfruttando la pista di Montichiari. Tutto questo conferma la qualità dell’impianto”. C’è qualcosa da migliorare? “Ad oggi dico nulla perché il Mondiale è andato bene per tutti i ruoli organizzativi e tutto è funzionato come un orologio”. Stiamo parlando di ciclismo e allora usiamo una metafora: è la prima pedalata del velodromo di Montichiari, qual è il traguardo? “Diciamo che siamo appena partiti e non è una gara su pista che dura una decina di chilometri, ma è una sorta di Parigi-Roubaix che deve durare oltre i 300 chilometri…”
da Montichiari Valerio Zeccato
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