Il Corriere della Sera. Cancellara, di giallo c'è solo la maglia

| 04/07/2010 | 13:35
«Ci tenevo da matti a fare un tempo di dieci minuti netti: come ho detto anche ai miei compagni la batteria del mio motore non dura un secondo di più, ecco perché sono andato così forte...».

Fabian Cancellara scherza, mentre la sua bicicletta, sigillata con un braccialetto di plastica stile villaggio turistico, passa sotto lo scanner per controllare la presenza di qualche anomalia meccanica.


L’esame è superato: lo svizzero è la prima maglia gialla, come nel 2004, 2007, 2009 e lascia dietro di sé tutti i sospetti degli ultimi mesi, dopo le vittorie al Giro delle Fiandre e alla Roubaix: «Il filmato su internet è stato visto da oltre due milioni di persone. Chissà quante hanno assistito a questo trionfo: non ho nulla dimostrare e sono tranquillo, ma allo stesso tempo orgoglioso. Peccato solo che non sono riuscito a prendere Contador davanti ame...». Lo spagnolo, come tanti altri favoriti, non ha molta voglia di scherzare: al 4° posto dietro Cancellara e primo tra i grandi che si giocano il Tour c’è un certo Lance Armstrong. Il texano, 38 anni, conferma le sensazioni della vigilia: va più forte del 2009 (a Montecarlo finì 10° nel prologo). «Sono felice, mi sono sentito bene dall’inizio alla fine. Peccato solo che non sentissi la radio con l’auricolare: c’era troppo pubblico».


Il vecchio cowboy rifila 5’’ a Contador, 17’’ al campione del mondo Evans, 33’’ a Ivan Basso, 34’’ a Wiggins (che pure ha corso con la pioggia) e Menchov, 45’’ ad Andy Schleck. Tutti, compreso Basso in linea con l’ultima prestazione nel 2005, minimizzano (mentre il bravissimo Adriano Malori, 22 anni, è 12° al debutto assoluto e primo tra gli italiani): «La strada era ancora umida e non abbiamo rischiato. L’obiettivo non è il prologo, ma il Tour». È chiaro però che Armstrong, meno forte in salita di un tempo, punta molto su questa prima settimana, che tra vento e pavé abbonda di trappole.

Certo, poi ci sono i trappoloni preparati per l’americano: ieri il Wall Street Journal ha dato voce ad altre testimonianze (questa volta anonime) di ex compagni di Armstrong che hanno confermato la versione data qualche settimana fa da Floyd Landis: «Ci siamo dopati con Lance ai tempi della Us Postal». La vera notizia è che altri ciclisti hanno negato il ricorso a pratiche proibite.

I due testimoni potrebbero comunque essere il pluripositivo Tyler Hamilton e David Zabriskie, in corsa con la maglia della Garmin. Anche se le smentite, compresa quella di Armstrong, si sprecano. Ciò non toglie che il procuratore Nowitzky che già aveva aperto un’inchiesta, potrebbe convocare il vincitore di sette Tour al termine della sua ultima recita francese.

Resta da chiedersi dov’è l’errore: Cancellara, con motore o senza, resta sempre lo stesso, cioè uno capace di vincere quaranta prove a cronometro. Armstrong, alla sua età, e dopo quattro anni di stop dal 2005 al 2009, va ancora fortissimo come quando truccava il suo motore col doping (e le prove, almeno per il primo successo del 1999 sono già state tirate fuori).



da «Il Corriere della Sera» del 4 luglio 2010 a firma Paolo Tomaselli
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