
Sconvolgimenti
La nuova confessione di Landis si tinge di particolari sempre più agghiaccianti. Come quello della camera del doping allestita in un albergo vicino a Saint Leonard de Noblat, durante il Tour 2004. Landis ha dichiarato che furono piazzati sorveglianti a ogni accesso e schermati con il nastro adesivo gli sfoghi dell’aria condizionata, per eludere eventuali telecamere. Su due letti, con due dottori, i corridori ricevevano le trasfusioni: tra questi Armstrong, Hincapie, Rubiera e lo stesso Landis. Le sacche per il sangue venivano poi tagliuzzate e buttate nel gabinetto.
L’orgia
Nel suo «outing» Landis non risparmia se stesso, parlando del doping. Racconta pure di un festino collettivo a luci rosse in occasione di un raduno della squadra nel 2001 ad Austin, in Texas. Con quattro spogliarelliste e forse cocaina. Nel 2005, quando correva alla Phonak, pagava una persona perché si travestisse da tifoso e gli portasse le sacche di sangue sotto forma di buste regalo.
Latte avariato
«I media amano le storie scandalistiche, che includono sangue, sesso e droga. Ma nelle prossime tre settimane niente mi turberà», aveva detto l’altro giorno Armstrong quasi presagendo la bufera. «Il procuratore Novitzky non mi ha contattato e forse non lo farà. Nonè vero che la mia ex moglie Kristin sta collaborando». E ieri: «L’articolo del Wall Street Journal è pieno di false accuse e di dichiarazioni di Landis, una persona la cui credibilità è pari a zero (Landis ha sempre negato l’uso di testosterone che gli costò la squalifica dopo il trionfo al Tour 2006; ndr). Le sue parole sono come latte avariato. Da anni certe storie vengono fuori al via del Tour, per ragioni di pubblicità».
da «La Gazzetta dello Sport» del 4 luglio 2010 a firma Luigi Perna
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