"Lo sport per la pace": in campo anche il ciclismo e la FCI

| 30/03/2010 | 08:19
“JPIIGAMES2010 - Pellegrini di pace”. Si chiamerà così la VII edizione della maratona pellegrinaggio intitolata a Giovanni Paolo II, organizzata da Opera Romana Pellegrinaggi e il Centro Sportivo Italiano, e con l’“imprimatur” ufficiale del Pontificio Consiglio per i Laici e del CONI.
Cambia nome e cambia anche il “format”, ma sicuramente rimane identico l’obiettivo: promuovere la pace e l’incontro tra i popoli.
La maratona, ossia una corsa non competitiva, che unisce i 10 km che separano Betlemme da Gerusalemme, e che da 6 anni viene percorsa da pellegrini, sportivi, campioni dello sport, gente comune, non sarà l’unico momento di sport nell’ambito del pellegrinaggio in Terra Santa, che potrà essere vissuto nelle due proposte degli 8 e dei 5 giorni (rispettivamente dal 21 al 28 aprile e dal 23 al 27 aprile), ma verrà affiancata da numerose competizioni, tra cui quelle di nuoto, pallavolo e ciclismo, che vedranno scendere in campo rappresentative di italiani, israeliani e palestinesi.
Il binomio pellegrinaggio-sport è una formula vincente per favorire il dialogo tra i popoli, apre strade ad una possibilità nuova per coloro che la abitano la Terra Santa e che sono i veri protagonisti di questo evento sportivo per la pace.
Lo sport infatti utilizza un linguaggio universale che non ha bisogno di traduzione ed il pellegrinaggio, anzi in questo caso il singolo pellegrino è portatore di un messaggio di pace. La sua presenza genera “vita” all’interno della comunità locale. In Terra Santa i pellegrini calpestano i luoghi dove Gesù ha vissuto e al medesimo tempo “attraversano” anche la sofferenza di una situazione di non pace, recando con la loro presenza un messaggio di letizia, e anche un aiuto concreto, nel generare lavoro per le popolazioni locali.
In virtù dell’alto valore che questa manifestazione porta con sé sono numerose le istituzioni ecclesiastiche e politiche che già hanno concesso il loro patrocinio per l’evento, unitamente agli sponsors che renderanno possibile coronare questo “sogno”, così come sul fronte sportivo non si è fatta attendere l’adesione entusiasta del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), del CISM (Consiglio Internazionale dello Sport Militare), e delle Federazioni italiane atletica, pallavolo, ciclismo, nuoto ed infine della Lega Navale.
La Terra Santa si prepara dunque ad essere “teatro” di un grande evento di sport, proprio come la Grecia all’epoca dei giochi olimpici. E proprio come in Grecia il periodo dei giochi olimpici rappresentava un periodo “sacro” che prevedeva la sospensione di ogni azione bellica e dunque un tempo di armonia, è altrettanto auspicabile che in Terra Santa lo sport, che per sua natura è veicolo di pace, rappresenti un’opportunità di incontro tra popolazioni che normalmente vivono con tempi e modalità differenti
Il pellegrinaggio che partirà da Nazareth per poi snodarsi in numerose tappe e arrivare a Betlemme ed infine a Gerusalemme, prevede tra il 25 ed il 26 il vero e proprio programma sportivo. Domenica 25 i “giochi” saranno aperti, al mattino, dalla maratona da Betlemme a Gerusalemme che si svolgerà in contemporanea con il Peace Volley e, a seguire, una conferenza internazionale tra le autorità religiose, politiche e del mondo dello sport di Palestina, Italia ed Israele per la sottoscrizione di una “carta dei valori” dello sport e del turismo, quale strumento di pace.
Lunedì 26, al mattino, sarà la volta dei ciclisti, mentre a concludere i JPII Games 2010 sarà un incontro di nuoto che prevede un’esibizione di nuoto sincronizzato e una staffetta di atleti italiani, palestinesi, israeliani.
Lo sport sarà occasione di un tempo condiviso in cui si compete e ci si misura con l’altro nel rispetto reciproco. Un atteggiamento questo che, applicato al dialogo tra culture differenti, aiuta a sottolinearne la ricchezza e la preziosità e non a schiacciarne l’identità.
“Lo sport si è diffuso in ogni angolo del mondo, superando diversità di culture e di nazioni. Per il profilo planetario assunto da questa attività, è grande la responsabilità degli sportivi nel mondo- affermava Giovanni Paolo II in occasione dell’omelia del Giubileo degli Sportivi -. Essi sono chiamati a fare dello sport un'occasione di incontro e di dialogo, al di là di ogni barriera di lingua, di razza, di cultura. Lo sport può, infatti, recare un valido apporto alla pacifica intesa fra i popoli e contribuire all'affermarsi nel mondo della nuova civiltà dell'amore”.

Ulteriori informazioni e programma su www.federciclismo.it
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