Zalf. Rui: il mio sogno per il 2010 è il tricolore

| 06/02/2010 | 13:02
La  Zalf Désirée Fior affila le armi per la nuova stagione. Le 36 vittorie del 2009 (e i molti piazzamenti sul podio) sono già nel dimenticatoio. Al via ufficiale manca solo una ventina di giorni e… la rincorsa ai nuovi successi sta per iniziare. Come sarà la Zalf versione 2010? Non è un oracolo, ma sicuramente è uno dei “saggi” tra i direttori sportivi dei team dilettantistici. Luciano Rui è da una vita sull’ammiraglia del team veneto ed è la persona più indicata per cercare di capire la forza della formazione che ha in ammiraglia anche Gianni Faresin, Luciano Camillo, Giorgio Fiorio e Fabio Mazzer.
“Le premesse sono interessanti, dal primo ritiro in Toscana di una decina di giorni si sono viste buone cose – racconta Rui -. Il 50% della squadra è nuovo e quindi c’è uno stimolo in più per fare bene”.
Ogni anno è la stessa storia: la Zalf ce la farà a riconfermarsi? E a fine anno i conti tornano sempre. Qual è il segreto?
“Miracoli non se ne fanno. Noi ci riconfermiamo e riusciamo anche a migliorarci con il lavoro: se questo avviene da tanti anni, significa che abbiamo preso la strada giusta. Abbiamo creato uno spirito Zalf, uno spirito di serietà e di lavoro ad alto livello”.
Eppure il panorama del ciclismo dilettantistico è molto mutato negli anni. Come vede l’attuale situazione?
“Purtroppo non è una buona situazione. Il nostro mondo si è adeguato al momento difficile e sono venute a mancare diverse squadre. Ci sono tanti abbinamenti per sopravvivere e questo alla fine agevola il compito agli squadroni e per i team più piccoli non è facile emergere. Non ci sono più corse di “seconda categoria”: i grossi team fanno seconda e a volte anche terza attività e di conseguenza finiscono per andare dappertutto e vincere dappertutto. E così non va bene: bisogna lasciare spazio alle piccole squadre che sono la linfa del movimento”.
Quale rimedio si può trovare?
“Forse bisognerebbe tornare alle corse di prima e seconda categoria in modo da evitare in alcune gare i faccia a faccia improponibili. Ma non è facile riuscirci: ci vorrebbe il buon senso, ma non se ne trova molto in giro… A fine stagione non si guarda alla qualità, ma alla quantità delle vittorie e questa è l’unica cosa importante”.
Tornando alla squadra c’è qualche atleta che emerge?
“A parte i riconfermati, ci sono gli ex juniores che promettono bene e mi aspetto buone cose anche da Matteo Busato”.
Quale “sfizio” vorrebbe togliersi nel 2010?
“Vincere un altro tricolore. L’ultimo l’abbiamo vinto nel 2007 tra gli Under 23 con Simone Ponzi. Dopo due stagioni sarebbe bello ripertersi”.

Valerio Zeccato


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