Un evento che vive di luce propria, anche se i Campionati Africani di ciclismo su strada 2025 – si parte giovedì 20 - vanno però a pieno titolo letti come riflesso del primo Mondiale svoltosi nel Continente. Non potrebbe essere altrimenti, perché pur con le assenze dovute al cambio di sede e di periodo di svolgimento (in piena off-season), quello che prende sostanza in Kenya è il primo atto dell’era D.M., ovvero dopo i mondiali rwandesi, ai quali l’Uci ha assegnato un compito di certo ambizioso, quanto non facile da realizzarsi dall’oggi al domani.
L’african cycling vuole crescere nel suo insieme, mettendo a frutto un potenziale che è agonistico e demografico. Mentre in Rwanda pensano addirittura ad inserire una competizione nel calendario World Tour (senza giubilare il fortunato Tour du Rwanda di febbraio), c’è da consolidare il livello delle corse dell’Uci Africa Tour, immaginandone di nuove. Insomma, nella Contea di Kwale, si danno appuntamento corridori provenienti da 29 nazioni, per quello che almeno in termini di Paese ospitante si propone come un remake di quanto avvenuto nel 2025. Allora si gareggiava a Eldoret, località ad oltre 2000 metri nella zona ovest del Kenya, questa volta, invece, niente altipiani dove nascono maratoneti, bensì strade che costeggiano le spiagge bianche dell’Oceano. AAA cercansi successori di Henok Mulubrahan e Ashleigh Moolman-Pasio, uno eritreo e l’altra sudafricana, e potrebbero rispondere all’annuncio ancora i Red Sea Camels per quanto riguarda la prova elite uomini, atto conclusivo in programma domenica 23. Non è un mistero che l’Eritrea rappresenti il faro del ciclismo africano, pur schierando una selezione priva dei vari Mulubrhan, Tesfatsion, Ghebreigzabhier, vale a dire la truppa del World Tour in periodo di scarico al pari dell’emblematico, più di ogni altro, Biniam Girmay.
MEWAEL DELEGATO DA BINI, E C’E’ IL CUGINO “ISTIGATORE”
Un momento, però, Bini ha firmato una delega al famigliare, il fratello Mewael (anch’egli approdato in Belgio), che lo rappresenterà a Kwale con indosso il body di campione nazionale a cronometro. Il campionato africano racconta un’altra storia legata ai Girmay: nel roster eritreo (che fa soprattutto afffidamento su Merhawi Kudus della Burgos Burpellet BH) figura l’istigatore buono dei due cugini, saliti in sella seguendo l’esempio di Meron Thesome Hagos, oggi 33enne e portacolori della Bike Aid, con all’attivo anche un titolo continentale contro il tempo ed una tappa al Tour du Rwanda 2015. Domenica può far valere l’appartenenza ad una professional anche Alex Mayer delle Mauritius (compagno di casacca di Kudus e figlio del presidente federale), dove in questi giorni è stata festeggiata come gloria nazionale Kim Le Court (Pleenar), concessasi un pò di siesta.
Chi fa le cose in grande stile è l’Algeria tra gli uomini, come a voler sottolineare il primo posto del Team Madar tra le squadre africane. Alla voce Sud Africa sarà il veterano Reinardt Janse Van Rensburg (per quasi un decennio nell’orbita Qhubeka) a cercare gloria, prendendo i galloni di capitano, spalleggiato dal primo ciclista di colore mai diventato campione nazionale, Daniyal Matthews. A fronte di un pronostico aperto, sabato tra le donne Elite, sarà un’altra mauriziana come Lucie Lagesse a brillare? Speranze di podio del Rwanda affidate a Jazilla Mwamikazi, espressione del lavoro svolto dalla struttura di sviluppo del World Cycling Center, tra la sudafricana Paarl e Aigle. Ed i risultati si vedono.
RIECCO LA GRANDE PROMESSA DELL’ETIOPIA
Andando a ritroso nel programma, recita da logica favorita la 18enne Tsige Kahsay Kiros, splendida settima tra le juniores al mondiale in Rwanda. Astro nascente di una Etiopia che saluta la nascita di una continental femminile, Team Amani, su impulso di Tsabu Grmay. Lui il Kenya lo conosce bene, non solo per la propria partecipazione alle gare di gravel: «a Iten, culla dei più grandi podisti mondiali, abbiamo dato vita ad una base d’allenamento» – rivendica l’ex corridore che militò anche in Lampre. Dal nucleo organizzatore, non sembrano di circostanza le dichiarazioni d’intenti della vigilia affidate all’organizzazione curata da Golazo Kenya, filiazione dello stesso gruppo belga che ha curato l’allestimento di Kigali 2025 insieme ad Aso. «Non si tratta solo di incoraggiare una cultura ciclistica, perché il Kenya ha tutto per diventare un polo sportivo globale. Vediamo il campionato africano come un’occasione per sviluppare turismo, creare infrastrutture, attrarre nuovi investitori». Vasto programma. Eppure l’eredità duratura poggia su tre intenti: nascita di un centro di eccellenza e di una corsa a tappe di 5 giorni (Tour of Kenya) sotto l’egida dell’Uci, così come trasferire conoscenze alla federazione nazionale kenyota. Quasi ci si dimentica che incobono gli ordini d’arrivo, a partire dalle cronometro maschile e femminile degli juniores e degli under 23. A designare i campioni africani in campo elite sarà un circuito pianeggiante nel suo sviluppo lungo mare, anche se la conclusione è a 376 metri, raggiunti con un’impennata dalla pendenza molto brusca. Non chiamatelo dentello. Sotto a chi tocca.
IL PROGRAMMA
Giovedì 20
1 - ore 08:40 Crono Women Junior - 14 km
2 - ore 10:25 Crono Men Junior - 28 km
3 - ore 13:00 Crono Women Elite | U23 - 28 km
4 - ore 15:30 Crono Men Elite | U23 - 28 km
Venerdì 21
5 - ore 09:00 Mixed Relay Elite| Under 23 - 28 km
6 - ore 11:30 Corsa in linea Women Junior - 64.5 km
7 - ore 15:40 Corsa in linea Men Youth - 42 km
8 - ore 15:43 - Corsa in linea Women Youth - 28 km
Sabato 22
9 - ore 09:00 Local Fun event - 14 km
10 - ore 13:30 Corsa in linea Women Elite | U23 - 107.6 km
Domenica 23
11 - 08:00 Corsa in linea Men Junior - 107.6 km
12 - ore 13:00 Corsa in linea Men Elite | U23 - 163.8 km
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