Daniele Righi, gregario per scelta

| 17/12/2009 | 09:25
Daniele Righi è uno dei pochi corridori che sa cosa vuole dire tirare una giornata per il capitano. Tanti chilometri in testa al gruppo, tante pedalate per riprendere una fuga o per mettere il capitano nelle migliori condizioni per vincere.
“Sono pronto a tirare per chiunque, è una scelta che ho fatto nei primi anni di professionismo. Borracce, coprire, portare avanti, chiudere, inseguire, un bell’impegno, il dedicarsi ai compagni. All’inizio della cariera, ho subito capito che non ero un vincente, ma mi riusciva di aiutare gli altri. Così ho voluto sfruttare le mie potenzialità per aiutare chi può vincere.”
Daniele Righi si ritrova uno “zero” alla voce “vittorie” ma non si demoralizza.
“Anche se mi dispiace un po’, io non penso alla vittoria. Ho un ruolo e lo svolgo con professionalità. Amici e familiari mi fanno sempre la domanda per sapere se vincerò quest’anno. Io provo ad approfittare delle opportunità. Anche questo anno, sono andato due volte in fuga al Tour: non è mai facile perché pure in giornata di forma, ho sempre trovato avversari più in forma di me.”
Da più di 8 anni nel professionismo, Daniele Righi ne ha visto tanti campioni e tanti cambiamenti, ma di lati positivi nel suo sport ne trova tanti.
“Giramondo, tifosi e belle corse fanno ancora sì che oggi il ciclismo sia uno sport molto apprezzato. È una lezione di vita. Ti porta in diversiangoli del mondo, ti aiuta a maturare, a crescere. Troppi pensano che noi ciclisti siamo tutti dopati, ma a maggior parte del gruppo è corretta e non cerca più di barare. Io credo in questo sport. Ho corso tanto e trovo stimoli in gare come il Fiandre, che per me è la corsa la più bella. Lassù trovi un pubblico appassionato. Ho vissuto la vittoria al fianco di Alessandro Ballan in 2007. Poter partecipare a gare del genere e ai grandi giri è già un bel successo perché queste sono gare con cui sono cresciuto vedendo vincere  campioni come Saronni o Bugno. Sono già contento di essere alla partenza, questa è la mia vittoria” spiega con orgoglio Righi.
Umile, il corridore di Poggibonsi, classe 1976, ha l’esperienza degli uomini saggi. E la sua esperienza sarà importante per la Lampre Farnese Vini, una squadra rinnovata e ringiovanita.
“Che rivoluzione ha realizzato il team manager Saronni. Gli acquisti sono molto buoni e sono sicuro che abbiamo i corridori giusti per fare bene nel 2010. Già dal primo ritiro, ho trovato un bell’ambiente. Ci sono i giovani volonterosi e promettenti e poi c’è Petacchi. Il nostro velocista ha subito dimostrato di essere voglioso di farsi sentire in 2010” analizza Righi.
Quattro neopro (Malori, Balloni, Magazzini e Ulissi) per la squadra blu-fuscia, l’esperienza d’un vecchietto come il senese potrà aiutarli a crescere.
“Io sono a loro disposizione. Per me, l’esempio da prendere è quello di Paolo Bettini. Lui è arrivato nel mondo del ciclismo e si è messo a lavorare per Michele Bartoli. Poi, quando è arrivato il momento, ha iniziato a giocarsi le sue carte. Il passaggio fra i dilettanti e il professionismo è importante, abissale. E questi giovani devono stare attenti a non strafare, devono ascoltare, maturare” commenta.
In vista della stagione 2010, Daniele Righi ha già ripreso gli allenamenti perché esordirà al Tour Down Under.
“Vado in Australia per rifinire la preparazione. Là troverò il caldo e sarà un bene, ma non cercherò di essere competitivo perché la squadra mi aspetta a partire da Parigi-Nizza e Milano-San Remo e poi nella seconda parte del Nord (Amstel, Freccia Vallone e la Liegi). Per il momento, vado in palestra, poi un’ora, un’ora e mezza di bicicletta per sciogliere le gambe.”
Con una ricetta particolare ma vincente.
“Utilizzo il rapporto fisso. Mi aiuta a trovare continuità alle mie pedalate.”
Benefici importante per arrivare a spianare la strada ai capitani della squadra, Cunego e Petacchi, verso le vittorie tante attese.

Jerome Christiaens
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