La lettera. «Abolire le radioline? Anacronistico e pericoloso»

| 03/12/2009 | 09:16
Una nuova voce si leva alta contro l'abolizione delle radioline. Ed è la voce di chi vive dentro il gruppo, la voce di un gruppo di motostaffette. Ecco la lettera che ci hanno inviato:

«
Troviamo strano che ad interessarsi della questione “radioline” siano quasi esclusivamente i direttori sportivi. Non sentiamo la voce dei corridori. Non sentiamo la voce degli organizzatori. Non sentiamo la voce dei nostri dirigenti federali. Non sentiamo la voce degli addetti ai servizi di scorta. Mentre invece dobbiamo ascoltare quella dell’UCI, che dice di voler sopprime le “radioline” dopo un dettagliato studio che «ha tenuto conto della volontà della maggior parte degli attori del ciclismo».
Ci domandiamo, non è che hanno confuso gli attori con le comparse? Oppure la distinzione non serve, visto che in ogni caso si tratterebbe di una sceneggiata? Ma come? Hanno globalizzato il ciclismo svilendo quello precedente. Si accettano migliaia di (mediocri) professionisti. Hanno trasformato il ciclismo da sport individuale a sport di squadra. Si gareggia in posti lontani dove il ciclismo non ha rapporti con il territorio. Hanno introdotto le vittorie per fasce di stagione. Hanno fatto un calendario ProTour dove i campioni non si confrontano quasi mai tra di loro. Hanno trasformato le nostre gare nazionali professionistiche in normalissime gare per dilettanti. E adesso ci vengono a dire che per rendere interessante il ciclismo dovrebbero essere soppresse le radioline”? Tutto questo è grottesco.
Le “radioline”non hanno colpa per la crisi del ciclismo, ma di converso, sono uno strumento formidabile per la sicurezza, il cui utilizzo consente ai corridori di essere avvertiti dei pericoli presenti sul percorso, così come riducono drasticamente la necessità che le ammiraglie si portino in coda al gruppo, manovra sempre rischiosa, in particolare per tutti quei motociclisti che si trovano ad essere sfiorati continuamente.
Per questo, noi del G.S. Progetti Scorta, che di sicurezza proviamo ad interessarcene ancora, diciamo: «Per cortesia, chiunque pensi di  rappresentare il bene del ciclismo, alzi la propria protesta e chieda all’ UCI di ritirare questa inutile e anacronistica proposta di togliere le “radioline”».

G.S. PROGETTI SCORTA
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COMMENTI
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3 dicembre 2009 10:30 pensieri
Più che abolire le radioline e continui ed nutili cambiamenti sul cilclismo, proporrei invece di cambiare completamente i vertici del ciclismo, in primis UCI.
E forse qualcosa veramente cambierebbe per questo sport.....

Complimenti
3 dicembre 2009 10:34 gemellina
Una bella lettera, che spiega in poche righe la realtà dei fatti, rimango convinta che questa decisione non sarà mai attivatà ma se lo fosse serviranno prese di posizioni decise, determinate, forti, come sioperi alle gare importanti sospensioni della attività, l'UCI senza il ciclismo non è nulla, deve farla finita di prendere decisioni sempre lesive per il movimento.

CONDIVIDO e mi unisco alla protesta
3 dicembre 2009 12:48 vittoriogalimberti
Non aggiungo nulla alle corrette e condivisibili parole dei colleghi di Progetti Scorta, se non il mio personale rammarico per l'ennesima dimostrazione di cecità e ottusità dell UCI.
Vittorio - Moto 1 - Radiocorse.com

meravigliato....
3 dicembre 2009 12:48 Dmz
sono molto meravigliato perchè non viene presa una posizione, sia dai direttori sportivi, oppure come si vuol dire dagli autisti delle ammiraglie,perchè solo loro insieme ai ciclisti della propria squadra sanno la necessità del servizio delle radioline.perciò fatevi avanti ,se dovesse necessitare anche una rivolta fatela...
bella lettera da parte delle motostaffette che fanno sicurezza e obbligatoriamente i ciclisti devono essere di loro aiuto con l'informazione dei pericoli che viene esclusivamente da" radioinformazione"...

3 dicembre 2009 14:43 leonis


Mi complimento con Silvano Antonelli per l’attenzione, sempre precisa, a notizie che spesso lasciano senza parole.. Infatti poche sono state le prese di posizione, qualcuno addirittura sostiene che servono solo a ”pilotare” i corridori, snaturando l’ improvvisazione delle espressioni tattiche..!! Penso che siano invece uno strumento importantissimo per la sicurezza, vedi ammiraglie in mezzo al gruppo (previsto dai regolamenti), a parlare con i corridori, con le sempre maggiori difficoltà di rotonde e dossi, rapidità di interventi in caso di cadute o incidenti e informazioni da dare ai corridori come: situazioni di pericolosità nel percorso, comunicazioni di giuria e direzione corsa, atleti sorteggiati al controllo medico..
Non dico della gestione tattica o comportamentale degli atleti; informazioni tempestive sul lavoro da fare, distacchi e vantaggi vari, indicazioni sul percorso, a volte non conosciuto dai più giovani… Ci sarebbero ancora tante cose da dire.. nello sport, l’allenatore o mister è sempre in contatto con gli atleti, in formula uno, parlano mentre vanno a trecento all’ora, quindi non si dica che si distraggono..!! Ritengo quindi che sia addirittura indispensabile usare le radioline, sarà poi il buon uso delle stesse in modo da non “ossessionare” gli atleti con tante inutili parole… Se si dice di volere uno sport “umano”, potremmo proporre di cambiare tante altre cose… cominciando da quei dirigenti che hanno poca conoscenza ed amore dello sport e che non sanno ascoltare e valutare le proposte, a volte dette sottovoce, in quanto proporre si diventa nemici… credo sia sempre importante parlarne..
Grazie Silvano…
Leo Levati

Sono dei robot o corridori=
4 dicembre 2009 23:27 ciclismoreale
Possibile che non si riesca a fare a meno di queste radioline???eppure le gare sono su strada e seguiti dalle ammiraglie,non in mezzo alle foreste del Vietnam..
lo spettacolo sarebbe maggiore,senza contare i gravi errori dei ds..uno degli utimi è stato quello hai danno del corridore Pawels al giro d'italia nella tappa vonta poi da Bertagnolli...
Quando c'erano Coppi e Bartali mi sembra che c'era un gran spettacolo e tutti arrivavano al traguardo..

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