Dilettanti-Federazione: è rottura

| 14/05/2004 | 00:00
L' Associazione Ciclismo Dilettantistico (ACD), che raggruppa la maggior parte dei gruppi ciclistici italiani che svolgono attivita' con le categorie under 23, elite oltre a team che curano l'attivita' femminile, conferma che, a seguito di consultazioni con le societa' aderenti , i Gruppi Sportivi non hanno accettato la proposta della F.C.I. di istituire un " fondo previdenziale per ciclisti dilettanti Under 23 ". Cio' a causa della assoluta mancanza di chiarezza relativamente a detta proposta. I Gruppi Sportivi hanno espresso parecchie preoccupazioni in merito ad una iniziativa che, pur essendo lodevole in termini di principio, non ha la trasparenza necessaria a consentire l’ individuazione degli eventuali benefici per gli atleti ; non sono infatti chiari quali vantaggi una tale operazione possa portare ai ciclisti ne' sono stati chiariti i meccanismi su cui detta operazione si dovrebbe sviluppare. Un tale progetto, che potrebbe avere ripercussioni importanti sulla gestione societaria (e di tutto il movimento sportivo dilettantistico), in funzione dell'ampio raggio di azione che si propone, dovrebbe essere maggiormente illustrato ed approfondito. L'ACD, oltre a rendersi portavoce delle Societa' in merito alla discussione sul cosiddetto " fondo previdenziale", sta elaborando alcune proposte di tipo tecnico, che verranno sottoposte alla Struttura Tecnica della FCI. Infatti, allo scopo di tutelare la salute degli atleti, si ravvisa la necessita’ di rivedere i percorsi troppo duri nelle gare a tappe e i trasferimenti troppo stressanti; le Societa’ chiedono infatti di proporre gare e percorsi “a misura d’uomo”. Oltre a ricercare un dialogo con gli organizzatori delle gare dei calendari nazionali e internazionali, l'ACD si adoperera’ per promuovere una maggiore tutela e un rinnovato rispetto dell’immagine degli atleti e delle societa’ e per avviare un confronto costruttivo con la FCI, allo scopo di migliorare la polizza infortuni (ritenuto un punto fondamentale per le societa', a tutela dell'attivita' prestata dagli atleti , con corretta valutazione dei rischi connessi agli incidenti), oltre che ricercare soluzioni alternative allo scopo di offrire maggiore tranquillita' nello svolgimento dell'attivita' agonistica e tecnica.
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