Il Resto del Carlino. Di Luca, rimontare diventa un'impresa

| 26/05/2009 | 10:53
Alla fine dei tre giorni che dovevano decidere il Giro, il Giro si decide davvero: senza che succeda niente di memorabile. Dopo sette ore trascorse a rosolare nel microonde dell’Appennino, la tappa che fin da Venezia era stata dipinta con toni apocalittici partorisce un ordine d’arrivo con distacchi che si contano sulle dita di una mano. Alla fine, su questo lungo spot ai magnifici scenari dell’entroterra pesarese, resta la firma illustre di Carlos Sastre, spagnolo uscito da un’aurea mediocrità lo scorso anno vincendo il Tour, anche se una giornata così serve solo a impacchettare il Giro di Denis Menchov. Limitandosi a tener d’occhio Di Luca e togliendogli il più ricco degli abbuoni, il russo fa giornata: al suo cadeau rosa adesso sembra mancare soltanto il fiocco.
Splendida per partecipazione popolare e ambientazione, a questa grande giornata di ciclismo manca soprattutto l’ingrediente fondamentale: il ciclismo stesso. Gli annunci di battaglia e le minacce di una condotta estrema pur di arrivare al risultato massimo si infrangono contro una consolidata abitudine di questi presunti eroi moderni: abbiano davanti tre, quattro, cinque o cento salite, per farsi la guerra aspettano puntualmente l’ultima. Sia mancanza di coraggio o consapevolezza dei propri limiti, cambia poco: impensabile, di conseguenza, che cambi più di tanto la classifica.
La storia si ripete anche nel giorno più indicato per far saltare il Giro: per quattro colli ci si preoccupa di fare scorte d’acqua e di non farsi male in discesa, sull’ultima salita si spende tutto quel che è rimasto nelle gambe. Così si finisce per fare il gioco di Menchov, bravo però a giocare anche in prima persona: quando capisce che non può mettere una pezza a tutti gli attacchi portati in rapida sequenza da Basso, Di Luca e Sastre, il russo vestito di rosa decide di lasciare strada allo spagnolo, che dei rivali è tra i meno vicini in classifica, e si mette in difesa. Controllando Di Luca, ottiene anche più di quel che pensava quando ha visto decollare  Sastre e poco dopo un Basso meno brillante rispetto al giorno prima: la voglia dell’abruzzese di tenersi stretto il secondo posto è un trenino sul quale Menchov comodamente sale per rendere ancora più solido il suo primato.
Sprecati tre giorni di possibili occasioni, il Giro oggi tira il fiato lanciando già un nuovo disco: le tappe decisive diventano inevitabilmente il Blockhaus domani e sabato il Vesuvio. Giornate non epocali, ma arrivi che strizzano l’occhio al buon Di Luca, che per fare rivoluzioni non deve nemmeno smuovere le montagne: in fondo, gli basterebbe guadagnare una quarantina di secondi. In un Giro in cui la differenza l’hanno fatta gli abbuoni e non gli attacchi da lontano, rimontare un distacco così avrebbe il sapore di una vera impresa.
 
da Il Resto del Carlino - QN
a firma di Angelo Costa
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COMMENTI
Mhaaa...
26 maggio 2009 12:17 The rider
Certo che se corre a disposizione di Menchov come negli ultimi due giorni, Di Luca il Giro se lo può scordare, a meno che non gli interessi il secondo posto!
Comunque vedremo domani nel tappone di 80 Km, con la salita percorsa solo per più di metà...
Maurizio Ponti.

26 maggio 2009 13:20 powermeter
se continua a correre al servizio di menchov e contro basso e soci spero che perda anche il podio.

...
26 maggio 2009 15:27 mikybikers
cmq il russo mi puzza,
vive in spagna.........
corre nella stessa ex squadra di Rasmussen

26 maggio 2009 18:58 ciceinge
Direi che ieri Di Luca ha fatto tutto quanto umanamente possibile per riprendersi la maglia rosa, a questo punto gli abbuoni contano poco, Menchov è risultato più forte su tutti i terreni e ormai ha già vinto il giro.

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