A Fausto Coppi, il Bar Coppi, sarebbe piaciuto. Bar: si mangia e si beve, colazioni e aperitivi, salato e dolce, panini e torte, piatti regionali e tradizionali, vini selezionati, a metà fra l’enoteca e l’osteria, tavoli dentro e fuori. Ciclofficina: entrando, a sinistra, un piccolo spazio per riparazioni di biciclette, ma anche per consigli e informazioni, con la possibilità del noleggio e delle visite guidate nel quartiere. Coworking: spazi dove lavorare, wifi, ci si collega e ci si connette. Hub culturale: nel seminterrato, attività scolastiche e del doposcuola, iniziative associative e inclusive, appuntamenti ed eventi, film e libri.
A Fausto Coppi, il Bar Coppi, sarebbe piaciuto. Si trova a Roma, nel Quadraro, quartiere popolare, in Largo dei Quintili 16, un presidio umano, un luogo di resistenza umana, l’ideale sarebbe arrivarci in bicicletta, ma un parcheggio per la macchina, prima o poi, con elasticità e approssimazione, salta fuori, aperto da martedì a sabato dalle 8 alle 22, domenica dalle 9.30 alle 22, lunedì è chiuso. In tutto, fra pianterreno e scantinato, 400 metri quadrati di vite vissute e da vivere.
A Fausto Coppi, il Bar Coppi, sarebbe piaciuto. E avrebbe apprezzato moltissimo le proposte del circolo Arci e i corsi dell’associazione Stonehead Underground e del collettivo Khora – Spazio di Resistenze, dalla lingua italiana a quella araba, dalla ceramica alla scultura, dalla grafica all’informatica, per adulti e per adolescenti (da 11 a 14 anni) appena arrivati in Italia, e una biblioteca indipendente e resistente, con volumi sulla Resistenza italiana, colonialismo, genocidi e discriminazioni etniche e di genere, e una recentissima sezione dedicata al cicloturismo.
A Fausto Coppi, il Bar Coppi, sarebbe piaciuto. Lui era il quarto di cinque figli poveri in un borgo collinare piemontese e divenne uomo di mondo, imparò a cavarsela con il francese e anche con l’inglese, aveva progetti per esportare biciclette in Africa e realizzare altre attività in Sudamerica, e il suo ultimo viaggio, poi fatale, fu proprio in Africa, allora si chiamava Alto Volta, adesso Burkina Faso.
A Fausto Coppi, il Bar Coppi, sarebbe piaciuto. E forse si sarebbe commosso a vedere la sua immagine stampata sopra il bar – e ovviamente c’è anche Gino Bartali -, il marchio della sua Bianchi in biciclette esposte o riparate, il suo cognome dappertutto, perfino “Il Campionissimo” come nome scelto per la srl.
E a Serse Coppi, il Bar Coppi, sarebbe piaciuto ancora di più. E poi, nell’insegna, non c’è mica scritto Fausto.
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