RIIS: «OGGI GESTIRE UN TEAM COSTA MOLTO, LA VISMA MI SEMBRA IN CRISI. NEL FUTURO SEMPRE PIÙ FUSIONI»

APPROFONDIMENTI | 06/11/2025 | 12:46
di Luca Galimberti

Il tema del potere economico dei team e della sostenibilità del sistema ciclismo è sempre un tema molto dibattuto: ne ha scritto il direttore Stagi nel suo editoriale pubblicato su tuttoBICI di ottobre, e sulle pagine di tuttobiciweb avete potuto leggere anche le dichiarazioni del manager francese Emmanuel Hubert e della dirigente olandese Natascha Knaven, solo per ricordarne alcuni.


Ora sul tema interviene anche Bjarne Riis, professionista per quindici stagioni e poi a lungo team manager di formazioni come CSC e Saxo Bank Tinkoff.


Intervistato dalla testata danese feltet.dk, il 61enne nativo di Herning ha posto l’accento sull’aumento di risorse economiche necessarie per gestire una squadra e, ricordando gli anni in cui gestiva i suoi team, ha dichiarato: «Quando il mio team era all’apice avevamo sotto contratto 85 dipendenti, ora la maggior parte delle grandi squadre arriva a circa 120 impiegati. Oggi serve di più per gestire una squadra».

Riis ha continuato il suo ragionamento muovendo una critica a chi pensa che la disparità tra le potenzialità economiche dei team renda noioso il ciclismo. «Avere un budget molto alto, potenzialmente illimitato, è importante ma è altrettanto fondamentale essere bravi a gestirlo. Le grandi squadre come UAE Team Emirates e Lidl Trek, ad esempio, seguono le regole e sono state brave ad assumere persone capaci e abili a trovare atleti con grande potenziale». E ancora: «Attualmente non ci sono limitazioni economiche né salary cap, le regole sono queste e le altre squadre devono diventare più brave e gestire la cosa»

Il vincitore del Tour de France 1996 ha espresso un parere anche sulla Visma Lease a Bike, che ha come uomo di punta il suo connazionale Jonas Vingegaard: «Credo i gialloneri, in termini di potenza economica, siano molto distanti da UAE Team Emirates, Lidl Trek e Red Bull Bora. La Visma Lease a Bike mi sembra una squadra a cui mancano soldi, perché molti dei loro corridori forti se ne vanno. Non è che non vogliano tenerli: hanno scelto di puntare forte su Wout van Aert e Jonas Vingegaard, ma i colleghi alle loro spalle cambiano squadra, semplicemente perché la Visma non può permettersi di trattenerli».

Riis, infine, si è anche esposto dichiarando che in futuro potremmo assistere a diverse fusioni tra le squadre e, rimarcando ancora una volta che i costi di gestione dei team sono lievitati rispetto ai suoi tempi, il manager danese ha detto: «Non capisco perché non ci siano ancora più squadre che si fondono, per rimanere ad alti livelli servono risorse e quindi per molti team avrebbe senso. Ma, nei panni di proprietario di una squadra, capisco  che sia difficile lasciare la guida, anche se dal punto di vista organizzativo per l’azienda avrebbe senso. Perché si tratta di rinunciare al potere, così come avviene in tutte le grandi imprese che devono essere snellite per una migliore gestione».

 

 


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COMMENTI
Mah
6 novembre 2025 16:24 Forza81
La Visma ha vinto 2 Gt, e mi pare abbia fatto un buon mercato. Lidl non ha risultati eclatanti, visto il budget. Mi sa che Riis qualcosina se lo e' perso per strada.Ayuso e Covi lasciano Uae ad esempio. E non mi pare siano due fermi,anzi.

Machi al ciclismo!
6 novembre 2025 18:57 roger
Grande Bjarne! Al ciclismo manca davvero un manager della tua caratura e con il tuo carisma.
E pensare che la prima volta che venisti in Italia fu grazie a Ole Ritter e Ivano Fanini, al Giro della Lunigiana Juniores, insieme all’altro grande campione e pupillo di Fanini, Rolf Sørensen.
Ho perfino visto la tua maglia di campione danese, quella indossata nell’anno in cui vincesti il Tour, conservata con orgoglio nel Museo Fanini – Amore e Vita di Lucca.
Quanto tempo è passato e quanta strada hai fatto...
Complimenti sinceri per il percorso che stai portando avanti anche al di fuori del ciclismo professionistico, e soprattutto per aver avuto il coraggio di confessare, come fece anche Rolf Sørensen, l’uso del doping.
Sicuramente, anche in questo, c’è stato lo “zampino di Fanini”!

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