Mikel Landa non vuole assolutamente darla vinta alla malasorte e a 36 anni, dopo una lunghissima sequela di incidenti che l’hanno obbligato ad altrettanti faticosi recuperi, è pronto a riagganciare il pedale per disputare con rinnovata passione la sua sedicesima stagione tra i professionisti.
Nel dettaglio, l’annata ventura lo vedrà nuovamente focalizzarsi su due grandi corse a tappe ma se nel 2025 il veterano di Murgia aveva optato per l’accoppiata Giro-Vuelta, nel 2026 i suoi piani includeranno prima la Corsa Rosa e immediatamente a seguire il Tour de France.
“L'idea è quella di iniziare con la Volta Comunitat Valenciana il 4 febbraio. Poi mi concentrerò su Volta Ciclista a Catalunya, Itzulia Basque Country, Giro d’Italia e quindi il Tour de France” ha svelato il portacolori della Soudal Quick-Step alla testata Deia.
“Abbiamo un conto in sospeso con la Corsa Rosa dopo quello che è successo l'anno scorso: vediamo se questa volta andrà meglio. Nel 2025 mi ero presentato al via con grande entusiasmo e voglia di fare, mi sentivo davvero bene e nella mia testa girava l'idea che sarebbe stata la mia ultima occasione, ma tutto è andato in fumo il primo giorno. L’anno prossimo proverò quindi a fare ancora una buona classifica generale, mentre con Paul Magnier, che sarà lo sprinter della squadra, cercheremo di ottenere delle vittorie parziali” ha puntualizzato un Landa che, alla Grande Boucle, si muoverà invece con una veste diversa .
“Al Tour sarò libero di andare a caccia di tappe e non dovrò concentrarmi sulla generale. Non sono mai andato in Francia con questo obiettivo e a esser sincero mi piace” ha ammesso il veterano basco il quale, chiaramente, prima di vergare un programma simile ha pesato i percorsi di tutti e tre i Grandi Giri.
“Non sembrano eccessivamente difficili. Sulla carta non ci sono blocchi di più tappe che fanno paura, anche se poi tutte e due saranno molto esigenti. Il Giro mi spaventa meno del Tour dove le squadre non si risparmiano” ha commentato Landa, pronto a ricoprire, dopo l’addio di Evenepoel, un nuovo ruolo e nuove mansioni in squadra.
“Ho riflettuto a lungo su cosa fare la prossima stagione e su come affrontarla. Mi sono appoggiato molto alla squadra, soprattutto ora che Remco non c'è più e che in linea di principio ho di nuovo più responsabilità. Insieme abbiamo trovato questo calendario e mi motiva davvero. La squadra tornerà a essere quella di prima e a lottare per gli sprint e le classiche ma, come detto, io avrò il mio spazio e potrò aiutare i giovani che arrivano da dietro e vogliono lottare per le corse a tappe di una settimana” ha dichiarato il classe ’89, ancora determinato a ricoprire un ruolo di rilievo nel ciclismo che conta nonostante più volte, nel corso della sua carriera, incidenti, sfortuna e cadute abbiano provato a minarne la convinzione costringendolo a riabilitazioni piuttosto dure.
L’ultima, in ordine cronologico, è stata quella successiva al capitombolo avvenuto nel corso della prima tappa dell’ultimo Giro d’Italia che gli è costata la frattura stabilizzata dell'undicesima vertebra lombare, un problema questo che lo ha obbligato a stare a lungo lontano dalla bici e che anche dopo, una volta rimontato in sella, ha inciso sul suo stato di forma.
“Anche dopo la Vuelta mi sono reso conto di non essermi ancora ripreso del tutto e ho iniziato a chiedermi se sarei tornato al livello di prima, ma ora credo che la risposta sia sì” ha detto con franchezza Landa che, con un contratto in scadenza il prossimo dicembre, non ha ancora riflettuto se continuare o meno la sua avventura a pedali.
“In questo momento ho le stesse possibilità di appendere la bicicletta al chiodo e di continuare. Se nel 2026 continuerò a divertirmi, riuscirò a ritrovare i miei livelli e la squadra vorrà, continuerò. Qui sto bene, mi sento apprezzato e ho trovato il mio posto, quindi la speranza è quella di poter terminare qua la mia carriera” ha spiegato il ciclista basco che, tra le altre cose, nel 2026 spera anche di sfatare il tabù delle vittoria che regge dalla Vuelta a Burgos del 2021.
“Quello della vittoria è stato un obiettivo che mi sono posto ogni stagione, ma che poi, per un motivo o per l'altro, mi è sempre sfuggito. Vedremo se quest'anno mi organizzerò meglio e, dopo le prestazioni offerte alla Vuelta dove ho corso come non facevo da tempo, riuscirò ad alzare le braccia al cielo. Sicuramente posso provare a far qualcosa anche nelle brevi corse a tappe che, se presentano montagne o degli arrivi in salita e allo stesso tempo pochi chilometri a cronometro, si addicono alle mie caratteristiche” ha chiosato Landa con fare speranzoso.