
Una bicicletta rossa. Di seconda mano. Sgangherata. E’ quella che Hanneke Bakker usa per pedalare lungo le stradine strette e irregolari di Amsterdam nel 1943, Seconda guerra mondiale, occupazione nazista, persecuzione antisionista, ebrei braccati, scovati, arrestati, destinati ai campi di lavoro o di sterminio. Hanneke è disinvolta e audace, e procura, a pagamento, beni introvabili: patate, salsicce, caffè, burro, ma anche calze, libri, matite, sigarette. Rischia la vita. Lo sa. Insiste. Un po’ per solidarietà, un po’ per soldi. Anche la vita è guerra, soprattutto in tempi di guerra. Nel suo piccolo, Hanneke è una guerriera su una bicicletta rossa, di seconda mano, sgangherata.
Quando una cliente le chiede, disperata, di rintracciare una ragazza ebrea scomparsa, Hanneke cerca di evitare il coinvolgimento – non vuole scoprirsi, non vuole compromettersi -, poi entra in contatto con una rete clandestina di giovani studenti, partigiani, patrioti, resistenti, attivisti. E qui le storie s’intrecciano: la ricerca della ragazza ma anche quella della libertà, della giustizia, della salvezza. Diventerà grande, Hanneke, con il coraggio, fra i pericoli, nella consapevolezza. Un romanzo nella città di Anna Frank, ai tempi di Anna Frank.
“La ragazza con la bicicletta rossa” (di Monica Hesse, Piemme, 298 pagine, 17,50 euro, del 2016, riemerso in un book crossing) è Hanneke. E il percorso della bicicletta rossa è, appunto, quello della sua formazione umana e politica, ma anche quelli dei suoi amici e compagni, “invischiati in cose tanto più grandi di noi. Non lo sapevamo. Non lo volevamo. Non è stata colpa nostra”. Ce la farà. “Tornerò al lavoro. Starò meglio. Starò meglio poco alla volta. E troverò tutto ciò che è segreto e nascosto”.
La bicicletta rossa, di seconda mano e sgangherata (la traduzione del titolo in italiano ha reso protagonista la ragazza che vuole trovare quella scomparsa anziché la ragazza scomparsa che indossava un cappotto blu, “Girl in the Blue Coat”), accompagna Hanneke – e i lettori – anche alla ricerca di sé stessa. Testimone fedele e muta, complice smilza e sfuggente, guida svelta e indistinta, sulla bicicletta rossa Hanneke prova a ignorare la violenza quotidiana, sceglie possibilmente strade zitte e secondarie, tenta di evitare o saltare posti di blocco, viaggia, malinconica, nella memoria ma anche, speranzosa, nel futuro. Però “trovare tutto ciò che è segreto e nascosto” rimarrà per chiunque, noi compresi, basta guardarsi intorno, un’illusione, un miraggio.
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