
Venerdì 10 ottobre è andato in scena l’annuale premio dedicato al ricordo del patron - “per definizione” - Vincenzo Torriani, voluto e portato avanti dai figli Gianni, Marco e Milly in un’edizione particolarmente partecipata con presenze di primo rilievo, fra premiati e intervenuti, nel sempre suggestivo scenario del Museo del Ciclismo al Ghisallo, sia negli interni, sia negli esterni (per rifarci ad una terminologia cinematografica) che ospita con piena ed amichevole partecipazione della valida “squadra” del presidente Antonio Molteni, da vari anni, la manifestazione.
La cronaca dello svolgimento del premio è stata puntualmente riportata dal nostro sito il giorno stesso.
Nel corso della manifestazione è stato anche evocata, con quello che si potrebbe definire un “filo di nota”, con una menzione speciale, la figura dell’imolese GIOVANNI (“NINO” per tutti) CERONI, nato a Imola il giorno 8 aprile 1927, personaggio di rilievo, in molteplici funzioni, con ruoli di rilievo (organizzatore, direttore di corsa facilmente riconoscibile per il classico berretto scozzese con fiocco che calzava fuori dal tettuccio) per quasi sessant’anni con all’attivo la “perla” dell’organizzazione del campionato del Mondo 1968 nella sua città, con base all’Autodromo Ferrari, la valorizzazione della Coppa Placci dell’U.S. Imolese che con lui ha raggiunto l’eccellenza della Coppa del Mondo, tre campionati italiani e centinaia di direzioni di corsa insegnando il “mestiere”, da ascoltato e competente formatore sul campo e pure in teoria, a tanti che si sono poi cimentati nel delicato ruolo.
E con Vincenzo Torriani intratteneva un ottimo rapporto nei ruoli collegiali del ciclismo professionistico riconducibile alla UCIP (Unione Ciclismo Italiano Professionistico).
Ora ha un po’ abbandonato il pedalare in bici per le strade di Imola (dice di accusare qualche dolore alle ginocchia…) ma è sempre in ottima forma e segue le corse in tv. E nel web sono ritrovabili vari ricordi di Nino Ceroni.
E la menzione speciale del premio Torriani certamente lo inorgoglisce e l’apprezza con il suo abituale stile di comportamento, nel ciclismo e nella vita.
E il traguardo (ovviamente intermedio) del compleanno in tripla cifra non è poi così lontano.
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