
Oggi Matteo Malucelli non sapeva di aver vinto, così come non lo sapevamo noi e nemmeno Alexander Kristoff. A Pesir Puteh tra i due sprinter il testa a testa è stato tale che anche la giuria ha dovuto prendersi il suo tempo per svelare il nome del vincitore e quando l’abbiamo detto al romagnolo quasi non ci credeva. Dopo l’arrivo fotografi e cameramen locali correvano da una parte all’altra come dei forsennati chiedendo prima al norvegese cosa si provasse ad essere ad un passo dalla centesima vittoria, ma ugualmente a Malucelli che cosa si provasse a battere un campione di tale portata, insomma, una confusione totale che ha contribuito a rendere questa vittoria italiana ancora più speciale.
E’ stato uno sprint folle, normalità assoluta in Malesia dove in larghi stradoni permettono di raggiungere alte velocità ed è per questo che nessuno dei due ha preferito esultare. Dopo tutto in volate di questo tipo è difficile sbagliare, avere la percezione sbagliata della vittoria, ed è lo stesso Malucelli ad ammettere che effettivamente l’impressione era che sì, Kristoff l’avesse superato. Le foto frontali lasciano più di un dubbio, il photofinish mostrerà poi che è stata una questione praticamente di nulla. «I finali di queste corse sono molto semplici, è facile prendere posizione e proprio per questo in realtà è tutto molto più complicato, c’è infatti il rischio di rilassarsi troppo e di perdere la propria occasione, bisogna ricordarsi che si deve lottare fino alla fine. Il mio obiettivo era principalmente quello di entrare nell’ultima curva nelle prime cinque posizioni, subito dietro il trenino della Uno X e poi dare tutto. All’inizio era in vantaggio lui, ma subito la linea, ho visto la mia ruota davanti, mi è venuto automatico chiedere chi avesse vinto, ma nemmeno lui lo sapeva.»
Oggi il lavoro del Team XDS Astana è stato praticamente perfetto e sono a raggiungere tutti gli obiettivi che si erano prefissati: fare corsa dura e vincere, ma anche iniziare a già a pensare alla vera classifica generale. «Oggi abbiamo affrontato le prime salite di questa corsa e come succede sempre non si conosce mai realmente il valore dei tuoi avversari, sinceramente ero un po’ preoccupato, soprattutto per l’ultima salita. Quando ci siamo accorti che il Team Tudor stava tenendo un ritmo molto basso perché De Kleijn stava facendo molto fatica, abbiamo provato ad accelerare. Temevamo un attacco delle squadre francesi e spagnole, ma fortunatamente avevano tutte degli uomini in fuga e quindi restavano semplicemente passive. Appena abbiamo alzato il ritmo l’olandese è andato in difficoltà e così in cima alla salita abbiamo aperto il gas. Come prevedibile è arrivata la Uno X a darci una mano e una volta completata la missione ci siamo dedicati a quella successiva ovvero vincere gli sprint intermedi con Aaron Gate e metterlo in una buona posizione nella generale. Oggi è andata bene, ma non sempre va in questo modo e quindi dobbiamo assolutamente godercela.» Ci spiega Matteo che così, dopo aver aiutato Gate nel primo sprint ha avuto la possibilità di recuperare un po' di energie per giocarsi il finale al meglio-
È la seconda volta che Matteo batte Kristoff allo sprint e fa sempre un certo effetto riuscire a mettere davanti la propria ruota a qualcuno che ha scolpito il proprio nome nella storia, soprattutto ora che è ad un passo dal ritiro «Ad Alexander mancano solo due vittorie per arrivare a quota 100, due come le volte in cui è arrivato secondo dietro di me, quasi mi sento in colpa perché è un corridore straordinario che merita di finire la carriera nel modo migliore possibile. Batterlo mi fa sempre un certo effetto. Kristoff è Kristoff, ha vinto campionati europei una Sanremo, e tanto altro, mi ricordo molto bene i suoi successi nelle classiche del nord e batterlo mi sembra ancora impensabile» ci spiega Malucelil confermandoci la sua semplicità e l’amore per uno sport che non gli ha mai reso vita facile.
Mentre stiamo parlando con Matteo attorno a noi si è radunata una vera e propria folla di curiosi, scattano foto, lo guardano estasiati. Qui il romagnolo è un’autentica celebrità, ad ogni partenza e arrivo lo acclamano con urla e applausi, appena scoprono che anche noi siamo italiani ci riservano l’ennesimo benvenuto complimentandosi per le vittorie. «Qui è praticamente un altro mondo, vivono il ciclismo in un modo tutto loro, ogni giorno è una grande festa ed è proprio per questo che mi piace venire a correre in questi luoghi così particolari e con persone così semplici e affascinate.» ci dice Matteo prima di gettarsi tra i suoi tifosi che chiedono a gran voce che si avvicini. Scattano selfie e tengono le borracce come trofeo, è l’espressione più pura del ciclismo, quella che non ha paura di lottare perché ne è totalmente innamorata.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.