
Relativizziamo pure, in termini di importanza, le imprese del Team Madar (quale squadra??) e di Xaverine Rinere (chi??) in questo scorcio d’agosto, eppure dall’Algeria alla Namibia – non soltanto in Eritrea o alle Mauritius (citofonare Kim Le Court) - ci sono segni di vitalità su scala continentale, premesse all’appuntamento mondiale di Kigali 2025.
Nella capitale rwandese, la nazionale algerina approderà forte del primato del Team Madar tra le compagini africane, 653 punti Uci che ne attestano chiaramente la leadership, rispetto alle marocchine Agadir Velo Propulsion o Sidi Ali - Unlock, rispettivamente seconda e terza in classifica. In Algeria, dove ad Orano si disputarono i Giochi del Mediterraneo e dove sono appena andati in scena gli African School Games, le aspettative per la rassegna iridata sono affidate allo strutturato organico continental con la maglia biancorossa, in grado di mizare sapientemente giovani under 23 e corridori “chioccia”, come il plurivincitore Azzedine Lagab, 38enne come l’atleta faro per l’intero movimento nazionale, parliamo di Youcef Reguigui, per cinque anni alla Mtn Qhubeka, comprendendo le due stagioni di World Tour sotto le insegne della Dimension Data.
L’ALGERIA FA LA VOCE GROSSA
All’attivo del ciclista rivelatosi vincendo il Tour d’Azebardjan 2012 troviamo anche il successo assoluto al Tour de Langkawi e due partecipazioni alla Vuelta Espana. A Kigali, la dirigenza del Team Madar guarderà con un occhio di riguardo alle prestazioni dei tanti suoi corridori di nazionalità algerina, senza dimenticare i due sudafricani Warren Moolman (21enne di grandi promesse) e Edmile Van Nieker. Rispetto al Sudafrica (33°), Paese di tradizione ciclistica, l’Algeria nel ranking per nazioni occupa il 32esimo posto e si tratta di un sorpasso tutt’altro che trascurabile. Il direttore sportivo Abdeslam Dahmane ha recentemente spiegato a Team Africa Rising la filosofia di Madar: «Siamo nati solo un anno fa grazie al supporto della grande Holding che ci sponsorizza. Credono in noi, nel radicamento comune in terra algerina e nel continente. La squadra ha una volontà chiara: mettere i nostri atleti di competere ai più alti livelli, sviluppando una bella immagine del ciclismo nazionale e continentale nel mondo».
Insomma, il terzo posto di Yacine Hamza nelle graduatorie individuali africane è solo una premessa, osserfando positivamente la crescita della campionessa nazionale Nesrine Houili, la quale ha sperimentato l’efficacia di un camp in Belgio. Relativizzare le sorti del Madar, si diceva, non significa guardare con sufficienza i prossimi impegni della compagine algerina, in Estonia (Baltic Chain Tour) ed in Turchia (Tour of Route Salvation).
Cambio di scenario e di Emisfero, restando però in Africa, per imbatterci in Xaverine Nirere, 23enne rwandese che ha dominato la prima edizione del Pupkewitz Tour de Windhoek, corsa a tappe che ha messo la Namibia sulla mappa del ciclismo femminile sotto l’egida Uci. Occasioni come questa, pionieristiche fin che si vuole, sono fondamentali per aprire un percorso di sviluppo del settore donne, dove il Rwanda propone l’astro nascente Jazilla Mwamikazi, appena tornata in patria dal lungo e proficuo stage transalpino con la struttura del Wcc Uci.
PRIMO ATTO WOMEN, BRILLA L’ASTRO RWANDESE
Qui parliamo di Nirere, già recente vincitrice del campionato nazionale a cronometro e punta di diamante del team Amani diretto dall’ex professionista etiope Tsabu Grmay. Tolto il piumino che indossavano prima della partenza (Windkoek è a 2000 metri con marcata escursione termica), le 47 cicliste al via hanno aperto... una via. Una volta di più si conferma fondamentale la possibilità di ampliare il calendario, ben sapendo che molto in questa prospettiva sarà affidato sì all’effetto traino di Kigali 2025 ma anche ad una programmazione in atto (Namibia tra l'altro pronta ad ospitare la prima edizione dei campionati africani gravel). Xaverine Nirere, nettamente prima con distacchi di 10’ nella generale assoluta rispetto alle compagne di squadra etiopi, ha conosciuto esperienze europee nel gravel in Spagna, grazie a Grmay, che vive a Girona. Ora( semmai in Africa la polivalenza non fosse ancor più agevolata dalla ricchezza di itinerari off-road) chiama il ciclismo su strada… «a Windkoek nella penultima tappa ho forzato il ritmo ed è andata bene, protetta quindi il giorno dopo dalle altre ragazze del Team Amani. Questo successo lo vedo fondamentale slancio per la mia carriera ed in vista del Mondiale nel mio Rwanda» conclude la sorella del due volte vincitore del Tour du Rwanda. Xaverine Nirere: nome e cognome annotati.
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