
Se ci sono sponsor che lasciano lo sport perché costa troppo e non produce denaro, Red Bull va contro corrente e continua a investire. C’è quindi da chiedersi: per quale motivo ogni anno Red Bull aumenta i suoi investimenti nello sport?
La risposta è molto semplice e allo stesso tempo molto ovvia: la bevanda energetica Red Bull paga lo sport e lo sport vende la bevanda energetica. Il tutto viene racchiuso in una operazione di marketing, nella quale gli eventi sportivi sono degli enormi manifesti pubblicitari con spot reali.
Possiamo portare molti esempi al riguardo e andando in ordine cronologico, dobbiamo ricordare Wout van Aert che ha vinto in modo magistrale l'ultima tappa del Tour de France indossando un casco blu della Red Bull. Nel calcio, il Red Bull Salisburgo si sta battendo per un posto in Champions League e Max Verstappen guida una Red Bull F1.
Quante volte il logo Red Bull è stato ripreso durante gli eventi sportivi appena citati? Tantissime volte e se le immagini vengono paragonate ad uno spot pubblicitario, allora dobbiamo pensare che nessuno sport è uguale all’altro, non è banale e riesce sempre a sorprendere il pubblico che così si è abituato ad associare il marchio di una bevanda a qualcosa che è sempre in movimento.
Questo è il tipo di pubblicità che Red Bull stava cercando e lo sport, è semplicemente lo scenario perfetto per questo tipo di marketing.
Red Bull non è quotata in borsa e i proprietari, ovvero la famiglia Mateschitz e la famiglia Yoovidhya, sono responsabili solo nei confronti di se stessi e ogni volta che entrano in uno sport lo fanno per vincere e non per essere dei gregari. Per quanto riguarda gli investimenti, non molto tempo fa, la Red Bull faceva pubblicità durante le pause delle partite di calcio. Oggi le partite stesse sono pubblicità di e per la Red Bull e lo stesso sta accadendo in altri sport.
Leggendo le cifre, nel 2023 il gruppo ha realizzato un fatturato di 10,5 miliardi di euro. L'utile al netto delle imposte è stato di ben 1,77 miliardi di euro.
Non c'è paragone con i risultati finanziari delle sue società sportive. Il team di Formula 1 di Max Verstappen ha registrato un fatturato di 359,7 milioni di euro nel 2023, con un utile al netto delle imposte di soli 1,52 milioni di euro.
Nel calcio sua squadra di punta della Red Bull, il RB Lipsia, ha raggiunto un fatturato record di 466,7 milioni di euro nella stagione 2023/2024, e questo è stato possibile solo grazie ai trasferimenti eccezionalmente redditizi di Josko Gvardiol (90 milioni di euro), Dominik Szoboszlai (70 milioni di euro) e Christopher Nkunku (60 milioni di euro) ai principali club inglesi come Manchester City, Liverpool e Chelsea.
Nonostante queste enormi somme, l'utile netto finale è stato di soli 4,6 milioni di euro. Guardando queste cifre, è facile capire che l'obiettivo di Red Bull non è generare miliardi attraverso lo sport, ma lo sport viene usato come una macchina di marketing estremamente efficiente con portata globale e il vero profitto non è nel bilancio del singolo team, ma nella mente di milioni di consumatori in tutto il mondo, che seguendo lo sport continuano a vedere le immagini della Red Bull e a consumarla.
Il canale YouTube della bibita energetica ogni anno aumenta il numero delle sue visualizzazioni, raggiungendo cifre che un normale mezzo pubblicitario non potrebbe mai avere.
Si pensi all'iconico salto del defunto Felix Baumgartner, che si lanciò da un pallone aerostatico a quasi 36 chilometri di altitudine indossando una tuta pressurizzata simile a quella in dotazione agli astronauti, con l’intento di diventare il primo paracadutista a infrangere il muro del suono.
Al suo apice, la diretta streaming è stata vista da oltre 8 milioni di spettatori contemporaneamente su YouTube. Il filmato ad oggi, è stato visualizzato quasi un miliardo di volte. Un impatto che un messaggio pubblicitario tradizionale non potrà mai eguagliare.
Gordana Sarić, ex manager di Red Bull Media House, aveva affermato che l'azienda crea una percezione positiva da parte dei consumatori, portando ad un aumento del riconoscimento del marchio, della preferenza e della fidelizzazione dei clienti. Non poco considerando che Red Bull, con i suoi investimenti nello sport, non deve più interrompere gli eventi e sfruttare le pause per farsi vedere, ma può entrare direttamente nelle squadre e dialogare con gli atleti, facendoli diventare un vero testimonial personale.
Red Bull vuole essere sinonimo di adrenalina sportiva e per questo cerca di diventare sponsor di atleti che trasmettono questo tipo di sensazione al pubblico. Ad esempio ci sono le immagini di Verstappen in F1 e poi gli scatti di Tom Pidcock che miracolosamente rimane in sella alla sua bici mentre scende da una salita a quasi 100 km/h.
Anche Van Aert rappresenta quella adrenalina e lo ha dimostrato vincendo a Parigi. Per quanto riguarda la Red Bull-Bora Hansgrohe e l’ingresso di Remco Evenepoel in squadra, il discorso è lo stesso. Il belga è due volte campione olimpico e campione mondiale e quando corre trasmette quell’energia, che incarna le caratteristiche della bibita.
Associare la Red Bull ad Evenepoel, per gli esperti di marketing, vuol dire entrare nella testa dei suoi fan che poi, diventano consumatori e quindi testimonial di Red Bull.
Quindi cosa si aspetta da questa operazione la Red Bull? Il ciclismo è uno sport popolare e non ci sono biglietti d’ingresso, per questo è lo sport con il maggior numero di tifosi presenti e la Red Bull punta così a vedere il maggior numero di lattine con il suo logo a bordo strada quando c’è una corsa ciclistica.