
Jonas Vingegaard è fiducioso e crede ancora di poter ribaltare la situazione al Tour de France nella terza settimana. Nella conferenza stampa che si è tenuta presso l’hotel della Visma – Lease a Bike, il danese era sorridente e rilassato e ha ribadito che l’unica strategia possibile è l’attacco.
Nonostante sia a più di quattro minuti dal leader Pogácar, Vingegaard vuole mantenere la fiducia nelle sue possibilità di vincere il suo terzo Tour. «Certo, ora sembra molto difficile. La differenza è significativa, ma credo ancora di potercela fare. Devo attaccare. Siamo onesti, sono indietro di oltre quattro minuti, e devo ammettere di aver avuto due brutte giornate. Di solito non ho brutte giornate, quindi sì, è un po' un peccato. Adesso devo solo guardare avanti: se smetto di crederci, di sicuro non riuscirò a vincere».
Sulla tattica Vingegaard non si è voluto esprimere troppo e si è limitato a dire che il Mont Ventoux sarà una salita molto dura. «Sarà una salita super dura. Probabilmente il ritmo sarà molto sostenuto dalla parte iniziale e poi, se qualcuno non dovesse star bene allora si vedrà già all’inizio, ma questo non cambierà la nostra strategia».
Battere Tadej Pogacar è veramente difficile: in questo Tour de France lo sloveno non ha dato cenni di difficoltà e per questo nessuno è ancora riuscito a superarlo.
«Finora è sembrato molto forte, non ha mostrato punti deboli. Penso che sia uno dei corridori più completi del gruppo, se non il più completo e per questo non è stato possibile trovare dei punti deboli ma se ne trovassi uno non starei qui a parlarne»
Negli ultimi anni abbiamo visto un miglioramento importante, sia nelle prestazioni di Pogacar che di Vingegaard ed entrambi sono da considerarsi dei veri e propri fuoriclasse, capaci di lasciarsi alle spalle tutti gli altri corridori.
«Penso che il miglioramento più grande che io e lui abbiamo fatto sia stato da due anni fa fino all'anno scorso. E poi lui è ancora salito un po', ma penso che il suo miglioramento più grande sia stato tra i 23 e i 24 anni».
Vingegaard ha parlato anche dei giorni difficili, ma anche del fatto che con la squadra non siano riusciti a trovare la causa delle sue difficoltà.
«Ho avuto due brutte giornate e quando succede, ovviamente si perde tempo, ma chiunque può avere una brutta giornata, quindi sì, può succedere anche nella terza settimana. Da quello che abbiamo potuto vedere fino ad oggi, nell’ultima settimana la mia condizione cresce e questo mi rende più ottimista».
Il danese ha voluto fare anche un’analisi di quanto accaduto negli ultimi anni. Partendo dal cambio di allenamento con lunghi periodi in quota, fino all’incidente dello scorso anno ai Paesi Baschi, quando la sua condizione fisica venne notevolmente compromessa.
«Sicuramente l'incidente dell'anno scorso ha avuto un grande impatto perché non sono stato solo due passi indietro, ma dieci passi indietro. L’incidente ha avuto un grande impatto su di me, ma penso anche che la caduta di quest'anno non abbia avuto alcun effetto. Infatti dopo circa una settimana ho potuto ricominciare ad allenarmi lentamente, quindi non ho perso molto a causa di quella caduta. A partire dal 2020 abbiamo iniziato dei lunghi allenamenti in quota e l'intera squadra ha aumentato il suo livello del 10%. Quindi sì, penso che un lungo periodo di allenamento possa effettivamente farti migliorare molto».
Il danese è tornato poi sulle sue possibilità di battere Pogacar. Sa che la sua è impresa molto difficile, ma è anche convinto di poter fare ancora qualcosa per migliorare la sua situazione.
«Ovviamente, come ho detto prima, quattro minuti sono un distacco piuttosto ampio, ma penso di poter fare la differenza. Mi aspettavo che fosse così forte, ma posso anche dire che senza quelle due giornate negative oggi avremmo una situazione diversa. Alla fine non credo che la sua condizione sia poi così diversa da quella che abbiamo visto al Delfinato».